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Cultura

10 DOMANDE ALL’AUTORE – INTERVISTA A LEILA MARZOCCHI

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Nuova intervista nello spazio culturale “10 domande all’autore” che, dopo la recensione, pone l’attenzione sullo scrittore. In questo caso si tratta di una donna, Leila Marzocchi che dialoga con William Amighetti sul romanzo “Dieci elegie per un osso buco” e sulla letteratura a 360°.

ll lavoro che proponi esula dai canoni di quella che è la linea editoriale della tua casa editrice. La tua Graphic Novel. è un salto nel passato, sembra di essere seduti all’interno di un vecchio cinematografo dove si proietta un film muto. 

I canoni di Coconino Press/ Fandango includono qualsiasi lavoro autoriale che ampli “l’area della coscienza” , come si diceva un tempo. Forse il mio lavoro e quello di Zeman è diverso dagli altri ma perfettamente in linea coi canoni della casa editrice. Il fumetto è un mezzo meraviglioso, con cui si può dar vita a qualsiasi cosa. Le storie graficamente semplici, con personaggi umani e ambientazioni teatrali costano, in termini materiali, esattamente quanto quelle che animano personaggi sub o super­umani in ambientazioni varie e complesse. Voglio dire che la libertà è totale, laddove, ad esempio nel cinema, è il budget a dettare legge.A me piace sfruttare questa libertà di inventare mondi. Il lavoro che sto portando avanti da anni con Coconino/Fandango, Niger (di cui uscirà il prossimo maggio il V albo), è un ‘Mistery silvestre’ , ambientato tra terra e cielo, tra la foresta e le stelle, e ha come protagonisti degli uccelli notturni, una grande Mano di Fatima volante, e un essere alato, il protagonista, che nasce da un uovo deposto sul fondo di un lago, che non sa chi è né cosa diventerà. E’ inizialmente indifeso, e tutti si prendono cura di lui chiamandolo “il Giovane Straniero”. Siamo in un ‘luogo narrativo’ decisamente destabilizzante rispetto alla realtà. Con Zeman, per il nostro Dieci elegie per un ossobuco, invece, siamo rimasti nel nostro mondo urbano ed europeo, nella Parigi della Belle époque, e ci siamo divertiti ad attuare, complice una tecnica di chiaroscuro che esalta la tridimensionalità di cose e persone, una “sospensione della incredulità” (cito le parole di un critico durante la presentazione del libro a Bologna). Tutto è perfettamente ‘vero’ e ‘credibile’ solo che è una mummia del Louvre, dotata di bombetta, ghette e ombrello in ossequio ai tempi ‘moderni’ , ad essere il protagonista della storia. 

Qual’è l’idea che ha dato origine alla storia? 

La storia nacque quando Zeman vide una tavola che feci a sostegno di una Banca del Tempo. Una mummia aggiustava il tetto di una piccola casa, mentre una iena aspettava sotto la scala e un gatto covava le uova dentro un nido… Decidemmo di toglierlo da quella incresciosa situazione e fargli esprimere le sue qualità narrative in un’epoca frizzante e piena dell’entusiasmo che precede le catastrofi. 

Oggi l’editoria che si dedica alla Graphic Novel sta facendo proseliti. I prodotti che vengono presentati sono sempre di altissima qualità. Tu come sei arrivata in Fandango? 

Dal punto di vista personale, ho assistito da vicino a tutte le fasi di concezione e attuazione del progetto Coconino Press: in qualche modo ero lì da ‘prima’. Bedo la mummia, ( oggi protagonista di Dieci elegie per un ossobuco), tenne a battesimo, insieme ad altri personaggi di altri autori, la prima pubblicazione di Coconino, il Numero 1 della rivista Black, nel 2001, che era il catalogo della mostra Underground Europa chiama America. Come autore, invece, colsi un suggerimento/sfida di Igort ( creatore e direttore artistico di Coconino Press, oltre che noto autore): concepire e disegnare una tavola in due ore. Nacque così nel 2002, in un mese e mezzo e 92 ore di lavoro L’Enigma, il mio primo libro per Coconino. 

Puoi fornire la ricetta di Dieci elegie per un ossobuco? 

La ricetta è segreta, ma posso rendere noti gli ingredienti: 15% di spirito dadaista 15% di tradizione fantastica da Jules Verne al Barone di Munchausen 10% di Belle Epoque parigina 1% di assenzio 20% di orgoglio freak 29% di melanconico cinismo secolare 10% di afrore animale poi bombette, ombrelli, barbe, ghette a piacimento. Mescolare e servire con un bordeaux di annata. 

Angouleme ha alzato anche quest’anno l’asticella della qualità. 

Detesto i festival e i concorsi in generale. Dell’Angouleme di quest’anno ricordo solo la polemica sull’esclusione dai premi delle autrici femmine.A mio parere questa cosa contrasta crudamente col concetto di ‘qualità’ , che comprende, invece, uno sguardo aperto e limpido, e la rottura di percorsi mentali di ‘genere’ , ristretti e stantii. 

Scrivere un romanzo, lavorare con un editor e “risistemarlo” comporta circa sei mesi di lavoro. Nel tuoi caso invece quanto tempo serve per chiudere e andare in stampa? 

Dipende dal numero delle pagine di cui stiamo parlando. La scrittura è molto più veloce del disegno, ovviamente. Giudico un libro all’anno un buon risultato. 

Quali sono i tuoi fumetti di formazione? 

I Peanuts, dai 10 anni. E, negli anni successivi, la produzione del gruppo Valvoline su Alter nei primi anni 80. Lì capii che il fumetto parlava un linguaggio adulto, a colloquio alla pari con le arti e coi fenomeni culturali contemporanei. Qualcosa di cui valeva la pena occuparsi. 

Su di un immaginaria isola deserta, potendoportare con te solo cinque libri, su quali titoli cadrebbe la tua scelta? 

Oltra a un manuale di sopravvivenza.. sicuramente l’opera omnia di Segar (Braccio di ferro) e di Tove Jansson (i Mumin) 

Mentre invece, capita spesso che nei comodini delle stanze d’albergo vi sia una copia della Bibbia. Se tu potessi aggiungere un libro? 

Amphigorey di Edward Gorey. 

C’è un fenomeno stranissimo. In Italia si legge pochissimo ma si pubblicano romanzi tutti i giorni. All’estero si leggono pochi fumetti. Disney ha chiuso diveres eredazioni. Da noi invece la Graphic Novel resiste e fa proseliti. 

Ho rinunciato da tempo a comprendere le regole di mercato nell’editoria. Lascio il compito a sociologi avventurosi e chiromanti. 

Su che cosa baserai il tuo prossimo lavoro ?

Sarà il secondo volume del Diario del Verme del Pino, che chiuderà la saga dei 6 volumi di Niger. 

Infine, potendo sfregare la lampada di Aladino, quali desideri chiederesti di poter far realizzare al genio? 

Fare un cartone animato. 

 

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A cura di William Amighetti

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