Cronaca
Roccoli in Val Gandino, online la proposta di Ecomuseo

Un sito dedicato per illustrare il lavoro di ricerca e proposta di Roberto Fratus, laureato al Politecnico di Milano – In Val Gandino tuttora presenti 69 impianti, originale leva di promozione turistica.

Il roccolo Moretti sul Monte Farno
Una proposta progettuale approfondita, utile a valorizzare un territorio montano dalle indubbie peculiarità ed un’are antica che fa parte a pieno titolo del patrimonio immateriale della Valle Seriana. L’attento lavoro di ricerca di Roberto Fratus ha dato vita e contenuto al nuovo sito www.roccolivalgandino.it, che racconta in maniera particolarmente dettagliata le strutture da caccia del territorio, la loro origine e natura e, soprattutto, la possibilità di farne base ideale per un progetto di rilancio.
Roberto Fratus si è laureato alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano con la tesi “Il sistema dei roccoli della Val Gandino – proposta per un itinerario ecomuseale”, realizzata con la collaborazione di Daniel Zamblera. E’ nei fatti la proposta per creare un vero e proprio Ecomuseo. L’obiettivo è di valorizzare, recuperare e tutelare i beni presenti in una porzione montana del territorio, assegnandogli una nuova vocazione di tipo turistico.
“L’ecomuseo del Roccolo – scrive Fratus sul sito presentando il proprio accurato lavoro – che prende il nome dalla tipologia di bene principalmente coinvolto (dati i 35 impianti in esso individuati), coinvolgerà attivamente tutti i propri beni, predisponendo quattro percorsi tematici legati al territorio (flora, fauna, composizione del territorio, etnografia), lungo i quali verranno predisposti pannelli informativi, attività e giochi a tema che faciliteranno il coinvolgimento dei visitatori. Ad essi saranno anche rivolti i numerosi servizi che vi verranno inseriti, col fine di sollecitare la coscienza e la memoria popolare. Tra di questi va annoverato il Museo del Roccolo, realizzato all’interno di un impianto di cattura storico (l’ipotesi è il roccolo della Misericordia, in territorio di Ranzanico) in seguito ad un intervento di riuso basato sul restauro conservativo, volto a riproporre l’edificio nel suo aspetto storico originario. Il roccolo, che vuole esporre se stesso per quello che è stato nella storia e nella tradizione, sarà anche un esempio dimostrativo di intervento rivolto ai proprietari di strutture di questo tipo”.

Il roccolo Moretti in notturna – Foto Fabrizio Servalli
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