Economia & Lavoro
Il Cotonificio Zambaiti di Cene chiude
Cotonificio Zambaiti di Cene: colpiti 50 lavoratori. I sindacati: “Ora percorsi veri per il futuro, nessuno resti solo”

È stato firmato nei giorni scorsi l’accordo per l’attivazione della Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) a zero ore per cessata attività per i 50 dipendenti del Cotonificio Zambaiti di Cene, storica azienda specializzata nella produzione di biancheria per la casa.
La crisi, che nei mesi scorsi aveva fatto solo lievemente capolino – tanto che a gennaio era stato firmato un contratto di solidarietà per tamponare un calo temporaneo di commesse – ha preso una piega ben più grave, portando alla decisione della chiusura dell’attività produttiva. Una notizia inattesa anche per molti lavoratori, che durante le assemblee avevano segnalato difficoltà crescenti, ma senza immaginare un epilogo così netto.
Cotonificio Zambaiti di Cene: coinvolto l’intero organico
Il provvedimento, che coinvolge l’intero organico dell’azienda, è stato siglato da azienda, organizzazioni sindacali e istituzioni competenti con l’obiettivo di garantire una tutela economica immediata attraverso la CIGS, ma anche di attivare strumenti concreti di sostegno alla ricollocazione lavorativa.
L’accordo prevede infatti, oltre alla cassa integrazione, anche l’attivazione di comandi a distacco e l’avvio di politiche attive condivise con Confindustria Bergamo e con la Provincia di Bergamo, per cercare soluzioni occupazionali nel territorio e ridurre il più possibile i tempi di inattività.
A seguire la vertenza sin dalle prime avvisaglie sono state FEMCA CISL, FILCTEM CGIL e UILTEC UIL,rappresentate rispettivamente da Milena Occioni, Luca Cappanera e Gianfranco Salvi. Le tre sigle sottolineano come l’obiettivo prioritario sia ora costruire percorsi di uscita dalla crisi che mettano al centro le persone, tutelandone reddito, competenze e dignità.
“Quella del Cotonificio Zambaiti è una chiusura che pesa – spiegano i sindacati – perché riguarda non solo i lavoratori coinvolti, ma l’intero tessuto industriale della Val Seriana, già messo a dura prova da anni di trasformazioni e contrazioni. Come organizzazioni sindacali, vigileremo sull’attuazione degli impegni presi e promuoveremo tutte le iniziative necessarie per evitare che questa storia si concluda con 50 espulsioni silenziose dal mondo del lavoro”.
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