Cronaca
Chiesa gremita a Cene per i funerali di Elena e Rubens
A Cene i funerali di Elena Belloli e Rubens Bertocchi, il sindaco: “Giusto celebrarli insieme per non dare un doppio strazio ai figli”

CENE – La chiesa parrocchiale di Cene non è riuscita a contenere le numerose persone che hanno preso parte ai funerali di Elena Belloli, la 52enne uccisa lo scorso giovedì dal marito Rubens Bertocchi, 54enne che poi si è sparato con la stessa pistola, le cui esequie si sono svolte oggi pomeriggio con quelle della moglie.
A Cene i funerali congiunti di Elena Belloli e Rubens Bertocchi
Le due bare sono arrivate a distanza di quasi un’ora: prima quella di Rubens, poi quella di Elena, poco prima delle 15. I figli, uno maggiorenne e uno minorenne, erano già in chiesa in attesa insieme ai nonni e agli altri familiari.
Ed è proprio per volontà della famiglia e per provare a sostenere un unico insopportabile dolore che i funerali si sono svolti insieme, nonostante molte persone abbiano trovato la scelta discutibile visto che si è trattato di un femminicidio – suicidio. A ribadirlo prima della celebrazione è stato il sindaco Edilio Moreni che, interrogato dai numerosi giornalisti presenti ha detto: “Immaginatevi due funerali per quei poveri ragazzi. La famiglia ha scelto così e noi condividiamo questa scelta. Abbiamo attivato i servizi per aiutare i ragazzi e i nonni. Questa è una tragedia enorme per tutta la comunità”.
Anche il parroco, don Primo Moioli, che ha presieduto la celebrazione insieme ai parroci dei comuni vicini, ha subito esordito ricordando di rispettare il dolore dei figli. Tantissimi anche i giovani presenti in chiesa, coetanei dei ragazzi molto attivi in oratorio e in paese, come segno di vicinanza a degli amici che non hanno più i genitori.
Le foto dell’ingresso della bara di Elena Belloli
Ła ricostruzione della tragedia
Il femminicidio si è consumato nel pomeriggio di giovedì 5 giugno. Rubens Bertocchi ha ucciso la moglie Elena Belloli con la pistola che poi ha rivolto contro sé stesso. A trovare i corpi, nell’appartamento di via Bernardo Fanti, sono stati i vigili del fuoco: ad allertarli il figlio ventenne della coppia, che non riusciva a entrare in casa. I due, genitori di due figli di 11 e 20 anni, erano molto conosciuti nella loro comunità. Elena lavorava in uno studio di architettura, Rubens era custode a Bergamo. In passato avevano gestito insieme il negozio di alimentari di famiglia che si trova in via Fanti (sotto l’appartamento della tragedia), chiuso da alcuni anni.
I dettagli emersi dall’autopsia, eseguita lunedì 9 giugno all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, confermano la ferocia del gesto. Elena è stata raggiunta da sei colpi: due al collo, due alla testa, uno al torace e uno al braccio. Rubens, invece, si è tolto la vita sparandosi un colpo al petto: il proiettile, calibro 22, ha reciso l’aorta all’altezza del cuore. L’arma era detenuta legalmente per fini sportivi.
Prima di premere il grilletto, Rubens avrebbe inviato un messaggio a un amico, nel quale annunciava le sue intenzioni. E ha lasciato anche un biglietto scritto: “Non ce la faccio più”, avrebbe scritto, sostenendo di essere stato tradito dalla moglie. Le indagini, coordinate dalla Procura di Bergamo e affidate ai carabinieri di Clusone e del Nucleo investigativo, sono ancora in corso. L’abitazione è stata posta sotto sequestro e sono stati prelevati i cellulari della coppia per analisi approfondite. Quale sia la risposta alla ricerca del movente non avrà comunque risvolti processuali vista la morte di Rubens, né tantomeno attenuerà il dolore con cui i familiari dovranno convivere.
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