Cronaca
Deroga al blocco diesel Euro5: la posizione di Legambiente
Blocco diesel Euro 5, i regionali di Legambiente: “Le contraddizioni nell’azione di governo rischiano di danneggiare milioni di cittadini”

Il blocco alle auto diesel Euro 5 continua a far parlare: dopo la mozione regionale, condividiamo la posizione di Legambiente Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto su eventuale deroga al blocco diesel Euro5 in area padana.
In sintesi i regionali di Legambiente sostengono che: “Le contraddizioni nell’azione di governo su un problema così urgente rischiano di danneggiare doppiamente milioni di cittadini. Le regioni padane e il Paese hanno bisogno di investimenti sul trasporto pubblico e risorse per la transizione all’elettrico di artigiani e imprese”.
Deroga al blocco diesel Euro5: la posizione di Legambiente
Blocco dei diesel Euro5 nelle regioni del Nord Italia: ancora una volta si cerca di rinviare l’inevitabile, per giunta, imputando al Green Deal europeo le responsabilità di una misura varata dall’attuale governo nel 2023 e che, a ben guardare, ha una genesi ben più vecchia, risalente al 2017, anno del nuovo accordo di programma per il risanamento dell’aria del bacino padano. Lo stesso governo che oggi vorrebbe derogare questo divieto, imputando all’Europa la responsabilità della norma.
In questi anni, nulla è stato fatto a livello centrale per gestire il prevedibile impatto di un provvedimento assolutamente necessario, non solo per tutelare la salute pubblica, ma altresì per evitare nuove sanzioni. Una misura, quella del blocco degli Euro5, che era stabilita infatti nel Decreto Legge del 12/9/2023, n. 121.
Nel tempo trascorso non sono stati messi in campo strumenti e risorse utili ad accompagnare il necessario shift modale, dall’auto privata al TPL, o il passaggio per i cittadini da veicoli inquinanti a mezzi a zero emissioni, tuttora necessari per diverse categorie di utenti, quali artigiani, piccole imprese o pendolari che non hanno accesso ad efficienti infrastrutture di trasporto pubblico. Dunque, al danno dell’immobilismo sul fronte dell’inquinamento, si aggiunge anche quello della mancata realizzazione di un sistema di mobilità a zero emissioni.
Un attacco alle politiche europee senza soluzioni concrete
Si preferisce invece attaccare le politiche europee, evocando la presunta contrarietà dei cittadini alle auto elettriche. Ma la realtà è ben altra. Infatti, gli incentivi per l’acquisto di nuove auto negli ultimi anni sono stati poco efficaci, non solo perché sul mercato mancano modelli di utilitarie elettriche a basso costo, ma anche perché gli incentivi economici sono stati stanziati in maniera tale che fosse più conveniente acquistare un’auto endotermica.
E a proposito di investimenti ed incentivi, è bene ricordare che sul futuro delle infrastrutture del trasporto pubblico del Paese grava una pesante ipoteca, quella dei 13,5 miliardi necessari a realizzare il ponte sullo Stretto. Nel contesto attuale, è inevitabile chiedersi con quei soldi quanti interventi si potrebbero realizzare per garantire ai cittadini delle regioni padane, e di tutte le altre, un trasporto pubblico più capillare ed efficiente, oppure quante misure di sostegno, come micro-credito o social leasing, si potrebbero erogare ad artigiani, imprese e famiglie per dotarsi di mezzi a zero emissioni.
Legambiente Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte
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Gio
15 Giugno 2025 at 19:45
E’ inutile eliminate a terra gli inquinanti, quando sopra le nostre teste si è quintuplicato il trasporto aereo….con rilascio di schifezze perchè, di sicuro, non hanno motori euro 5! Basta guardare quanto rimangono in cielo le “scie” e quanto si allargano a mo’ di nuvole anche dopo ore dal loro passaggio. Perchè non s’indaga anche sugli aerei? Perchè durante il fermo forzato, negli anni acorsi, il cielo era limpido?
Claudio
16 Giugno 2025 at 13:43
Ormai siamo tempestati di bugie ed omissioni da parte di istituzioni locali e comunitarie, sia per malafede ed interessi (a vantaggio di pochi, ovviamente), sia per ignoranza o per comodo. Ci sono studi e prove che l’inquinamento e conseguente cambiamento climatico per il 95% non sia imputabile al diesel per automazione, ma ad altre cause. Ma ovviamente se qualcuno in alto è “sensibilizzato” e “spinto” perché venga colpevolizzato il parco auto per forzare e legalizzare la rapina a mano armata dell’obbligo di acquisto di auto elettriche a prezzi spaventosamente gonfiati, che comunque restano un’alternativa per nulla valida ed utopica rispetto ai motori endotermici, oltreché molto più inquinanti a medio e lungo termini a causa della produzione e del conseguente smaltimento delle batterie. Quindi non raccontiamoci frottole per celare malaffare e profitto a scapito di chi non può permettersi di farsi derubare ingiustamente. Purtroppo noto che la vergogna non fa più parte dei sentimenti umani.