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Cronaca

Divieto esposizione defunti all’interno delle chiese: il sindaco di Valbondione scrive ad ATS

Divieto esposizione defunti all’interno delle chiese, il sindaco di Valbondione scrive ad ATS Bergamo: “Privare i cittadini della possibilità di accompagnare i propri defunti all’interno della “casa di Dio” significa infliggere un ulteriore sofferenza a chi sta già affrontando il dolore della perdita”

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Dopo la comunicazione da parte dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo in merito al divieto dell’utilizzo improprio degli edifici di culto come luoghi di osservazione delle salme stazionamento dei feretri, il sindaco di Valbondione Walter Semperboni, esprime la sua contrarietà in una lettera indirizzata al Direttore Generale di ATS Bergamo Massimo Giupponi. 

La lettera del sindaco di Valbondione

Con la presente intendo esprimere, con profondo rammarico e ferma determinazione, il mio totale dissenso nei confronti della disposizione normativa che vieta l’esposizione dei defunti all’interno delle chiese. Questa misura, oltre a risultare insensibile è culturalmente una grave lesione della libertà religiosa, alla pietà popolare e al legame profondo che le nostre comunità intrattengono con i propri riti funebri. L’ultimo saluto ad una persona cara, in uno spazio sacro è per molti un diritto spirituale irrinunciabile, fondato sulla fede, sul rispetto e sulla dignità umana.

Le chiese sono da secoli il cuore pulsante della vita delle nostre comunità

Le chiese sono da secoli il cuore pulsante della vita delle nostre comunità: luogo di nascita, di preghiera, di unione ed infine di commiato. Privare i cittadini della possibilità di accompagnare i propri defunti all’interno della “casa di Dio” significa non solo interrompere brutalmente un rito millenario, ma anche infliggere un ulteriore sofferenza a chi sta già affrontando il dolore della perdita.

Mi chiedo con quale autorità morale si pretenda di cancellare amministrativamente un atto carico di significato spirituale ed umano. Qual è la logica, il beneficio pubblico, il fondamento etico di tale divieto? In nome di quale efficienza, sicurezza o modernità si piò giustificare una tale disumanizzazione dei riti funebri? Auspico una pronta revisione fi questa norma che appare ingiustificata e lesiva deo diritti fondamentali.

In mancanza di ciò, mi riservo il diritto mio e di altri cittadini, di intraprendere tutte le azioni legittime per tutelare la libertà di culto e il rispetto delle nostre radici. Confidando in un ripensamento serio e responsabile porgo i miei più doverosi saluti.

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2 Commenti

1 Commento

  1. MAXB

    20 Giugno 2025 at 11:44

    Buongiorno, come al solito i burocrati di ATS, si dimostrano lontani e profondi disconocitori dei territori che amministrano, totalmente insensibili alle problematiche di quei momenti.
    Premetto che non abito a Valbondione, ma è mai possibile che ad alzare la voce su un tema di questo tipo sia il solo Semperboni ?? Ma tutti gli altri dove sono ?
    Eppure il problema c’è in tutti i paesi da Gazzaniga in sù, dove c’è l’unica casa del commiato della media valle !!!
    Grazie, saluti.

  2. il mio

    22 Giugno 2025 at 9:40

    I defunti si sono sempre salutati così. Ora…ci fosse un caso di qualche epidemia, si fa un decreto legge (tanto caro alla Meloni) e si vieta del tutto. Ma il decreto legge, non è una legge, dura un po’ poi andrebbe a decadere. Di cosa vi lamentate di preciso ? Stiamo diventando come l’America. Non sapevate che votando destra finivamo così ? Ben vi sta.
    Oggi in questo paese, legiferano tutti…agcom, ats…tutti tranne chi dovrebbe legiferare. Vi sta bene a vita tutto quello che viene avanti.

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