Cronaca
Sempre meno badanti regolari: cresce il lavoro nero
In Italia diminuiscono i lavoratori domestici regolari: in quattro anni persi oltre 3.000 contratti a Bergamo. Cresce il lavoro in nero. Urgente un piano anziani con sostegni economici

Il lavoro domestico in Italia è sempre più in crisi, e il fenomeno tocca da vicino le famiglie italiane. Secondo i dati più recenti, quasi 2 milioni di famiglie si affidano a colf e badanti per l’assistenza domiciliare, ma soltanto la metà dei rapporti di lavoro è regolare. L’altra metà si muove nell’ombra dell’irregolarità, alimentando il lavoro nero e un sistema di welfare sempre più fragile.
Lavoro domestico a Bergamo: 3.000 addetti in meno in quattro anni
A livello locale, la situazione non è diversa. A Bergamo, i dati INPS segnalano un continuo calo di lavoratori domestici regolarmente registrati:
- 2021: 13.931 lavoratori
- 2022: 13.303
- 2023: 11.392
Nel solo biennio 2022-2024, si contano 2.525 iscrizioni in meno. Un dato che riflette un trend nazionale preoccupante: dal 2021 al 2024 si registra una flessione del 13,8% dopo una crescita del 14,4% tra il 2019 e il 2021 (in piena pandemia).
Lavoro in nero e stipendi “invisibili”
Nel 2023, a Bergamo si sono spesi ufficialmente circa 150 milioni di euro in stipendi per collaboratori domestici. Ma poiché solo il 48% dei lavoratori è regolare, è verosimile che altrettanti soldi siano stati versati “in nero”, senza alcun contratto e tutela per lavoratori e famiglie.
Pochi posti in RSA, troppa domanda a casa
A Bergamo le RSA ospitano solo 6.400 persone su una popolazione bisognosa stimata in circa 60.000 individui. Il resto della domanda ricade quindi sulle famiglie, che si trovano a dover assumere badanti o colf, spesso senza strumenti adeguati o possibilità economiche per farlo in regola.
Chi sono i lavoratori domestici oggi?
Anche il profilo demografico dei collaboratori domestici sta cambiando: quasi il 70% ha più di 50 anni, la presenza maschile è in calo, oggi intorno all’11%. Si tratta di una forza lavoro che invecchia, senza adeguato ricambio generazionale e sempre più esposta al rischio di precarietà.
Meloni (FNP CISL): “Serve un piano anziani e incentivi concreti. La riduzione del numero delle assistenti familiari e l’aumento delle persone anziane fragili e non autosufficienti sono una contraddizione esplicita. Anche a causa dei costi elevati, le famiglie ricorrono al lavoro in nero o al caregiver familiare. Entrambe soluzioni difficili da sostenere nel tempo.”
“Il grado di civiltà di un Paese si misura anche nella sua capacità di proteggere gli anziani. Serve un sistema di welfare moderno e inclusivo, non la cultura dello scarto.”
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