Cronaca
Lavoro a Bergamo, l’occupazione cresce ma rallenta
Diffuso il nuovo report sul mercato del lavoro della Provincia: occupazione in aumento, ma segnali di decelerazione e fragilità strutturali preoccupano i sindacati

A metà del 2025, il mercato del lavoro bergamasco continua a segnare un saldo occupazionale positivo, ma mostra i primi segnali di rallentamento. Secondo il report dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Provincia di Bergamo, nel secondo trimestre dell’anno si contano 3.300 posizioni lavorative dipendenti in più, frutto di 31.014 assunzioni e 27.718 cessazioni. Un risultato positivo, ma inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2024.
Anche nel primo semestre dell’anno il saldo è favorevole (+5.600 posizioni), ma in lieve calo rispetto alla prima metà del 2024. Il dato che desta maggiore attenzione è la flessione delle assunzioni a tempo indeterminato, scese dell’11,1% rispetto all’anno precedente, a quota 13.815. A tenere in positivo il saldo sono soprattutto le trasformazioni contrattuali, con 9.000 passaggi da contratti a termine o apprendistato a tempo indeterminato, anche se queste ultime risultano in calo del 25%.
Il commento della CISL: meno dinamismo, più fragilità
Per Luca Nieri, segretario della CISL di Bergamo, il rallentamento non è inatteso: “Si tratta di segnali di decelerazione fisiologici – spiega – dovuti in parte all’andamento demografico e in parte a un mercato che sta perdendo dinamicità, come confermato anche dalla diminuzione delle dimissioni volontarie.”
Il sindacato sottolinea inoltre la scarsa diffusione dell’apprendistato e la contrazione delle assunzioni stabili, elementi che non aiutano a costruire occupazione di qualità. In crescita invece il lavoro indipendente, probabilmente incentivato dalla tassazione agevolata, ma che spesso non garantisce le stesse tutele del lavoro dipendente.
Settori in difficoltà e sfide aperte
Tra le maggiori criticità, la CISL segnala l’inattività femminile e giovanile, l’alta domanda di lavoro inevasa e la fragilità di alcuni comparti produttivi strategici, come automotive e tessile, ancora in crisi e fortemente influenzati da dinamiche macroeconomiche europee e nazionali. “Sono settori che danno lavoro a decine di migliaia di persone nella nostra provincia – sottolinea Nieri – e la loro stagnazione mette a rischio la tenuta occupazionale e la competitività del territorio.”
Le proposte: investire su formazione, inclusione e innovazione
Per affrontare le sfide attuali e future, la CISL rilancia la proposta di un grande patto territoriale per il lavoro, che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali. Tra le misure ritenute urgenti:
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Incentivi per l’assunzione e la stabilizzazione
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Potenziamento dell’apprendistato e della formazione continua
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Sostegno alla contrattazione e conciliazione vita-lavoro
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Politiche attive per giovani, donne e lavoratori fragili
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Rilancio dei settori stagionali e meno attrattivi
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Investimenti in innovazione, produttività e gestione delle transizioni ecologiche e digitali
Infine, il sindacato invita a non trascurare il nodo demografico, destinato a diventare sempre più centrale: “Servono politiche migratorie, abitative e di inclusione sociale – conclude Nieri – se vogliamo garantire sostenibilità al mercato del lavoro bergamasco nei prossimi decenni.” Qui gli scenari demografici.
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