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Juric addio, è ufficiale. Raffaele Palladino sarà il nuovo allenatore dell’Atalanta
Ivan Juric lunedì 10 novembre è stato esonerato dall’incarico di allenatore dell’Atalanta; dovrebbe subentrare Palladino
Le sconfitte nette e senza attenuanti contro Udinese e Sassuolo sono costate care ad Ivan Juric, che lunedì 10 novembre è stato esonerato dall’incarico di allenatore dell’Atalanta. “Atalanta BC – si legge nel comunicato della società diffuso nel tardo pomeriggio – comunica che Ivan Jurić è stato sollevato dall’incarico di allenatore della Prima Squadra assieme ai suoi più stretti collaboratori, vale a dire Matteo Paro, Miguel Veloso, Paolo Barbero, Stjepan Ostojić e Michele Orecchio. Atalanta BC ringrazia Ivan Jurić e il suo staff per l’impegno profuso, augurando loro il meglio per il futuro”.
Juric addio all’Atalanta
La decisione era nell’aria sin da domenica, quando la squadra aveva fornito una prestazione sconcertante con non pochi fischi piovuti sull’allenatore croato alla fine dell’incontro. Con la tifoseria neroazzurra (e probabilmente nemmeno con lo squadra) il feeling non era ai pienamente sbocciato, nonostante l’imbattibilità iniziale in serie A (nove partite, ma con ben sette pareggi) ed il buon comportamento in Champions dove ai quattro punti interni con Bruges e Slavia Praga era seguita la vittoria di Marsiglia con il gran gol di Samardzic.
La sensazione diffusa, anche fra i cronisti, è comunque quella di un tecnico poco avvezzo alle zone alte di classifica (cui l’Atalanta po’ legittimamente ambire in virtù del proprio organico) e per questo piuttosto pavido nelle scelte tattiche che mai hanno prodotto un gioco d’attacco vivace e fantasioso.
La scelta (sciagurata) di provare a rimontare il Sassuolo nella ripresa schierando a metà campo la coppia Pasalic-Samardzic (con Musah in panchina) è la cartina di tornasole (non l’unica) di un allenatore che probabilmente non ha ben metabolizzato l’organico a sua disposizione. Non poche comunque le attenuanti e le altrui colpe, a cominciare da quelle legate al mercato (guidato dal direttore Sportivo D’Amico, già a Verona con Juric) che già a gennaio avevano deluso l’ambiente.
Allora per tentare il “colpo scudetto” (e raggiungere gli ottavi Champions) si optò per Posch e Maldini, quest’estate “i colpi” sono stati Sulemana e Krstovic. Troppo poco a gennaio per trattenere Gasperini, molto poco in estate per dare certezze in avanti, complici la fragilità di Scamacca, gli infortuni in difesa e l’intermittenza di Samardzic ed Ederson. In definitiva l’unico vero “colpo” a oggi è stato il giovanissimo Ahanor dal Genoa.
Prossimo allenatore Raffaele Palladino
Ora tutti gli indizi e le induscrezioni portano al nome di Raffaele Palladino, che avrà l’onere e l’onore di ridare fiato alle speranze neroazzurre. Innanzitutto c’è da risalire la china in campionato (l’Atalanta è tredicesima a ben undici punti dalla vetta), conquistare i play off in Champions (impresa possibile) e puntare, perché no, alla Coppa Italia: si parte il 3 dicembre con il Genoa a Bergamo. Non sarà facile, ma gli uomini ci sono. Palladino ha idee e ha dimostrato convinzione tattica, portando il Monza dalla zona B alle soglie dell’Europa e la Fiorentina in finale di Conference League.
Nell’ambiente serve fiducia e determinazione perché “siamo l’Atalanta!”, come disse Juric in una memorabile conferenza stampa, con tanto di colorito raffirzativo. I tifosi della Nord ieri hanno salutato la squadra con cori assordanti di incitamento ma anche con un “tirate fuori i c……..i” che è risuonato come un “ultimo avviso”. La Dea d’Europa non può diventare un semplice monumento di pietra all’angolo della Curva Morosini, ci vogliono carattere, unità d’intenti e spirito di squadra. Adòss!
Giambattista Gherardi
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