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Furti di moto in aumento: il rischio torna a crescere in tutta Italia
Dopo anni di relativa stabilità, il fenomeno dei furti di motocicli torna a preoccupare. Lo confermano i dati elaborati da Lab24 de Il Sole 24 Ore, che mostrano un incremento costante del numero di denunce rapportate alla popolazione: si è passati da 16,62 furti ogni 100mila abitanti nel 2022 a 19,69 nel 2023, fino a toccare quota 19,93 nel 2024.
Un trend che, pur non segnando un’esplosione, evidenzia una ripresa concreta del rischio, soprattutto nei grandi centri urbani e nelle aree in cui le due ruote rappresentano una scelta diffusa per lavoro o per necessità quotidiane. In un contesto in cui la mobilità personale è sempre più legata a criteri di risparmio ed efficienza, il ritorno dei furti riapre interrogativi sulle misure di protezione da adottare e sulle conseguenze, economiche e pratiche, che una sottrazione può comportare.
Furti di moto: quali sono le città più colpite e dove si posiziona Bergamo
A livello nazionale, i furti di motocicli colpiscono con particolare intensità alcune province del Centro-Sud. Secondo i dati elaborati da Lab24, infatti, la maglia nera spetta a Palermo, con 168,2 furti ogni 100mila abitanti nel 2024. Subito dopo si colloca Napoli, con 155,44 denunce ogni 100mila abitanti, seguita da Livorno (121,79).
Un’incidenza che conferma la maggiore esposizione delle grandi aree urbane e costiere, dove la circolazione di scooter e motociclette è più intensa e dove i reati predatori tendono a concentrarsi maggiormente.
All’interno di questo quadro, Bergamo si colloca al 45° posto su scala nazionale, con 10,44 furti ogni 100mila abitanti. Una frequenza ben lontana dai valori delle province più colpite, ma comunque indicativa di un fenomeno presente e in lieve crescita – il balzo in avanti, rispetto all’anno precedente, è infatti di 9 posizioni.
Se si guarda al solo contesto lombardo, invece, Bergamo risulta la terza provincia per numero di furti denunciati, preceduta soltanto da Milano, che registra un’incidenza decisamente più alta (105,58 furti ogni 100mila abitanti), e da Monza e Brianza (11,96).
I bersagli preferiti: scooter, mezzi leggeri e moto da città nel mirino dei ladri
Per quanto riguarda le tipologie di motocicli più colpiti, attualmente i ladri puntano soprattutto su mezzi leggeri e facilmente rivendibili, spesso privi di sistemi antifurto avanzati. A essere maggiormente presi di mira sono scooter e motocicli di piccola e media cilindrata, utilizzati per gli spostamenti quotidiani e quindi più esposti al rischio di furto nei contesti urbani.
Questi veicoli sono apprezzati dalla criminalità per la loro versatilità d’uso e per la facilità con cui possono essere trafugati in pochi minuti, spesso caricandoli su furgoni o smontandoli direttamente in loco. In molti casi, l’obiettivo non è la rivendita del mezzo intero, ma il recupero e la commercializzazione delle singole componenti: motori, carene, ruote e impianti di scarico.
Anche le moto di grossa cilindrata possono finire nel mirino, ma si tratta di furti meno frequenti, spesso mirati e commessi in aree private come garage o parcheggi custoditi. In generale, i veicoli utilizzati per la mobilità urbana restano i più vulnerabili, soprattutto se lasciati in strada senza dispositivi di protezione adeguati.
Le contromisure: tra prevenzione tecnologica e tutela assicurativa
L’aumento dei furti spinge sempre più motociclisti a investire in sistemi di protezione più efficaci.
Oltre agli antifurti tradizionali, oggi sono sempre più gettonati i dispositivi satellitari GPS che, in caso di furto, permettono di localizzare il veicolo e segnalare l’evento in tempo reale. Si tratta di tecnologie che hanno dimostrato di ridurre i tempi di intervento e aumentare le probabilità di ritrovamento del mezzo.
Oltre a questo tipo di protezione, cresce anche l’attenzione per la tutela economica contro i danni che potrebbero essere subìti in caso di furto, per esempio valutando di abbinare la garanzia accessoria Furto e incendio alla Responsabilità Civile.
Naturalmente, inserire una copertura facoltativa nel contratto assicurativo determina un incremento dell’entità del premio, motivo per cui per ottimizzare i costi diventa essenziale confrontare più preventivi e valutare attentamente le condizioni delle diverse compagnie.
Per farlo, al giorno d’oggi è possibile rivolgersi a specifici portali di comparazione delle polizze moto online, che permettono di passare in rassegna le proposte più convenienti per assicurare la moto in modo semplice, veloce e del tutto gratuito.
Le conseguenze economiche: quando la perdita va oltre il valore del mezzo
Il furto di una moto non comporta soltanto la perdita materiale del veicolo. In molti casi, soprattutto per chi utilizza le due ruote quotidianamente, l’impatto economico si estende a diversi aspetti della vita pratica. Dover trovare un’alternativa – che si tratti di un noleggio, del trasporto pubblico o dell’acquisto di un nuovo mezzo – comporta costi immediati, spesso difficili da sostenere.
Per chi lavora in mobilità o effettua consegne, la moto è uno strumento essenziale: restarne privo significa perdere tempo, occasioni professionali e in alcuni casi anche reddito.
Allo stesso modo, studenti fuori sede e pendolari che contano sulla moto per spostarsi in autonomia si trovano improvvisamente costretti a rivedere tutta la propria organizzazione quotidiana, con conseguenze che vanno ben oltre il danno materiale.
A tutto questo si aggiunge spesso un contraccolpo psicologico, fatto di frustrazione, senso di insicurezza e sfiducia nella possibilità di proteggere adeguatamente il proprio veicolo.
Un fenomeno da monitorare, anche dove i numeri restano contenuti
L’aumento dei furti di moto registrato negli ultimi anni, seppure più evidente in alcune grandi città, invita a non abbassare la guardia neppure nei territori con incidenza più bassa. Anche province come Bergamo, dove il numero assoluto di denunce resta limitato, mostrano segnali di crescita che meritano attenzione, soprattutto in relazione all’uso sempre più diffuso delle due ruote anche per gli spostamenti quotidiani.
Monitorare i dati, rafforzare le misure di tutela e mantenere alta la consapevolezza del rischio sono elementi che, senza stravolgere le abitudini, possono contribuire a proteggere meglio un mezzo che per molti rappresenta oggi il riferimento per gli spostamenti quotidiani.
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