Eventi
Musica e tradizione, ad Albino baghèt protagonista con i Folksvaghen
E’ in programma domenica 30 novembre alle 17 presso l’Auditorium di Albino l’incontro “Echi d’inverno: il baghèt” organizzato dall’Associazione Culturale “Arte sul Serio”
Un viaggio sonoro tra parole, strumenti e memorie delle nostre Valli, per riscoprire atmosfere senza tempo alla vigilia delle Feste. E’ in programma domenica 30 novembre alle 17 presso l’Auditorium di Albino l’incontro “Echi d’inverno: il baghèt” organizzato dall’Associazione Culturale “Arte sul Serio” con il patrocinio della Città di Albino e della Fondazione Lester.
Il neonato gruppo orobico Folksvaghen
Ad animare il pomeriggio in musica e parole sarà innanzitutto il neonato gruppo orobico Folksvaghen che si occupa di diffondere e valorizzare la cultura musicale del baghèt tramite l’esecuzione di brani popolari, m anche alternativi e moderni, nel segno di una creatività che ha da sempre connotato l’evoluzione dell’antica cornamusa bergamasca.
“Nella nostra formazione – spiega Monica Bonandrini – abbiamo aggiunto anche ulteriori strumenti oltre al baghèt, come piccole percussioni, fiati, chitarra e mandolino, utili per riprodurre sonorità care alle comunità della nostre Valli”. All’incontro interverranno lo studioso Valter Biella, che parlerà dello strumento e delle sue tradizioni (anche natalizie), Giampiero Crotti, valente fisarmonicista, e Natale Bonandrini, cultore casnighese di storia locale.
Il baghèt
Il baghèt è lo strumento che per antonomasia è legato alla tradizione natalizia. Uno strumento povero, nato e cresciuto tra i pastori. I suonatori erano per la maggior parte contadini, e si ritrovavano nelle stalle d’inverno. Passata l’Epifania, poco prima del carnevale, lo strumento veniva riposto, per essere ripreso agli inizi dell’inverno successivo, a San Martino. Casnigo in Val Gandino, ne è la patria indiscussa, al punto che il consiglio comunale nel 2009 ha emanato una specifica delibera che conferisce al paese il titolo di “patria del Baghèt”.
Nel palazzo comunale sono conservati due antichi strumenti, appartenuti il primo al casato degli Zilioli (conosciuti come “Fiaì”), e il secondo a Giacomo Ruggeri detto “Fagòt”, probabilmente ultimo suonatore di baghèt dell’intero arco alpino sino agli anni ’60 e successivamente testimone di un’arte tramandata spesso attraverso la sola tradizione orale.
La serata di Albino è ad ingresso libero e gratuito, sino ad esaurimento posti.
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