Cronaca
Violenza di genere: il bilancio dei Carabinieri di Bergamo
Un mese di attività intensificate: denunce in aumento e maggiore fiducia nella rete antiviolenza. Due i casi anche in Val Seriana
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bergamo ha diffuso un bilancio delle principali attività svolte nelle ultime settimane nell’ambito dei procedimenti legati al cosiddetto “codice rosso”. I dati confermano un trend in crescita rispetto agli anni precedenti, un incremento che gli inquirenti attribuiscono anche a una maggiore consapevolezza e fiducia da parte delle vittime nei confronti della rete antiviolenza.
Oltre 170 persone deferite in un mese: le operazioni sul territorio
Tra il 23 ottobre e il 25 novembre, i reparti dell’Arma hanno deferito all’Autorità Giudiziaria più di 170 persone per reati riconducibili alla violenza di genere. In diversi casi, le indagini dei Carabinieri, unite alle denunce delle vittime, hanno portato il GIP ad applicare misure cautelari a seguito delle richieste della Procura di Bergamo.
Di seguito gli interventi in Val Seriana.
Albino: un anno di maltrattamenti, anche con un coltello
Il 24 ottobre 2025, ad Albino, i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato un uomo accusato di aver inflitto al familiare convivente violenze fisiche e psicologiche per almeno un anno, in alcuni episodi con l’uso di un coltello.
L’indagine è scaturita dalla denuncia della vittima. L’uomo si è allontanato volontariamente dalla casa, ma l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’allontanamento urgente, il divieto di comunicazione e avvicinamento e l’applicazione del braccialetto elettronico.
Violenza su madre e figlia: minore collocata in una struttura protetta
Sempre ad Albino, il 12 novembre 2025, i Carabinieri hanno denunciato un altro uomo per violenze fisiche e psicologiche ai danni della madre e della figlia minorenne. L’allarme è scattato dopo il racconto della giovane a scuola, che ha riportato episodi di maltrattamenti culminati in accessi al pronto soccorso. La minore è stata quindi collocata in una struttura protetta ed è stata adeguatamente informata sui servizi presenti nella rete antiviolenza.
Una macchina complessa che opera ogni giorno: 10 nuovi casi esaminati quotidianamente
Il numero elevato di procedimenti trattati in poche settimane testimonia l’enorme impegno richiesto agli enti che compongono la Rete Provinciale Antiviolenza. I Carabinieri sono chiamati ogni giorno a gestire attività delicate e dispendiose: dall’acquisizione delle denunce alla raccolta delle prove, dall’esecuzione delle misure cautelari alla protezione delle vittime e delle loro abitazioni.
Ogni giorno, il Comando Provinciale valuta la situazione di circa 10 donne vittime di violenza, sottoponendone poi i casi al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per valutare ulteriori misure di tutela.
Il ruolo della Procura e della rete antiviolenza: un lavoro sinergico
Tutte le attività si svolgono sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Bergamo, in particolare del “Pool fasce deboli”, che segue con attenzione i casi più delicati. Il lavoro dei Carabinieri si integra con quello dei centri antiviolenza, dei servizi sociali e delle strutture sanitarie, fondamentali per garantire accoglienza, protezione e sostegno alle vittime, incoraggiandole a denunciare e a uscire dal silenzio.
Sul fronte preventivo, inoltre, su autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, vengono inoltrate al Questore proposte di ammonimento per gli indagati di reati riconducibili alla violenza di genere.
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