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LEGGERE... CI PIACE!

DAVVERO

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Apriamo lo spazio dedicato alle graphic Novel, riesumando (è proprio il termine più azzeccato in questo caso) il lavoro della Bresciana Paola Barbato che un paio di stagioni fa si cimentò nella stesura di quella che doveva essere una mini-serie. Il progetto prevedeva sei numeri che sarebbero stati stampati dalla Star Comincs. Dopo l’uscita del quarto albo, la casa editrice informò i lettori che non sarebbero stati stampati gli ultimi due numeri??? Il folle ragionamento dettato dalle condizioni di mercato e distribuzione non è nuovo allo staff della Star. Sono reduci da altri due aborti che hanno decisamente allontanato i lettori e collezionisti da tutto ciò che porta il marchio della stella sul dorso. Ad ogni modo è intervenuta la Edizioni Arcadia, del Bergamasco Mario Taccolini, a salvare la conclusione della piccola serie, che ci parla di Martina, ragazza bresciana, con tutti i problemi che un adolescente può avere con il proprio io, con il proprio corpo, con le amiche, con le prime relazioni, con i conflitti famigliari, scolastici e pre lavorativi.

Paola Barbato conosce il mestiere. Ha illustrato per il maximum fumetto Italiano (Dylan Dog) ha un tratto pulito, bello ed è capace di imbastire storie che non vacillano e che sembrano narrare le vicende di un qualche nostro amico caro. Ad ogni modo, mutuando la tradizione dei manga per ragazze, protagonista delle strisce in bianco e nero e molto realistiche è Martina, diciannovenne annoiata noiosa e viziata sempre vissuta sotto una campana di vetro, “tra sbuffi e capricci”, in una Brescia contemporanea e benestante. Ma quando suo padre – che nella fisicità ricorda il regista attore Massimiliano Bruno – le fa la classica scenata da ‘questa casa non è un albergo’, e la invita a farsi pure la sua vita lontana da lì, dandole 20mila euro di ‘buonuscita’, la ragazza prende i soldi, fa i bagagli e se ne va davvero. In realtà quello di Martina vorrebbe essere solo un bluff, un atto dimostrativo. Pensa di andare nel frattempo a Milano a fare un po’ di shopping. Ma scoprendo che famiglia e amici sono super allarmati perché non la ritengono in grado di cavarsela da sola, allora ritorna sulle sue idee e decide di provarci davvero a essere autonoma. La realtà è decisamente diversa, e Barbato riesce a disegnarla nella sua dura drammaticità

Il lavoro avrebbe meritato maggior considerazione ma va detto che uno degli errori principali è stato commesso proprio dall’autrice che si è affidata ad una distribuzione nota già da tempo per fare acqua. I numeri (veri pezzi da collezione) sono ancora reperibili presso le fumetterie bergamasche… cercateli, ne vale veramente la pena.

 

A cura di William Amighetti

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