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Cronaca

Il mais Rostrato Rosso di Rovetta iscritto nel registro delle varietà da Conservazione

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Il Mais Rostrato Rosso di Rovetta è stato iscritto nei Registri delle varietà dei prodotti sementieri da Conservazione.

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Importante traguardo per il mais Rostrato Rosso di Rovetta che lo scorso 26 ottobre è stato iscritto nei Registri delle varietà dei prodotti sementieri da Conservazione con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Si tratta di un importante riconoscimento delle elevate qualità e delle particolari caratteristiche di questo mais, la cui coltivazione è continuata ininterrottamente dal secolo scorso fino ad oggi grazie alla passione dei pochi agricoltori della zona rimasti fedeli al lavoro nei campi. 

Il Rostrato Rosso di Rovetta si distingue per il suo colore arancione rossastro, per il rostro che svetta su ogni chicco e per un seme di consistenza vitrea o semi-vitrea: tutte caratteristiche queste che trovano la giusta sintesi in una farina bramata di un caldo colore giallo scuro striato di rosso, con spiccata granulosità e con gusto deciso che viene esaltato dalla tradizionale polenta bergamasca.

I primi a credere nelle qualità di questa particolare varietà di mais sono stati i produttori di Rovetta, ora riuniti nell’Associazione Rosso Mais, promotrice della richiesta al Ministero di iscrizione nel Registro dei prodotti d’eccellenza degni di salvaguardia. Alla valorizzazione del Rostrato Rosso hanno contribuito però anche il Comune di Rovetta, con l’istituzione del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine), l’Unità di ricerca per la Maiscoltura dell’Ente CREA di Bergamo, con il preziosissimo lavoro svolto dal tecnico Paolo Valoti, la condotta Slow Food della Valle Seriana e la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, la cui competenza è stata fondamentale nella gestione della pratica ministeriale.

“Se possiamo quindi affermare che il risultato ottenuto in questi giorni – commentano dall’Associazione Rosso Mais – è stato il frutto delle molte competenze messe in campo, va altresì ricordato che è solo grazie al lavoro dei contadini ed alla loro caparbietà nel mantenere questa coltivazione, anche a scapito di scelte puramente economiche, che ci viene consegnato oggi uno splendido prodotto d’eccellenza.

Il riconoscimento ottenuto è da intendersi anche come importante stimolo per la comunità rovettese a perseguire con sempre maggiore determinazione i propri obiettivi.

“Primo fra tutti – continuano i rappresentati dell’Associazione – quello della conservazione in purezza della varietà che se venisse meno renderebbe vano il lavoro di tutti questi anni. Servirà per questo, oltre all’applicazione scrupolosa del disciplinare di produzione appositamente redatto, l’impiego negli anni a venire di sementi prodotte esclusivamente nei campi rovettesi individuati allo scopo, perché posti al riparo da qualsiasi rischio di ibridazione con altre varietà.  L’Associazione Rosso Mais vigilerà però anche sulle modalità di coltivazione (che escludono l’impiego di diserbanti non naturali e di lavorazioni che possono mettere a rischio le proprietà organolettiche del prodotto), opererà in favore della sostenibilità della produzione dal punto di vista economico e ne curerà la valorizzazione anche commerciale”.

In questo ambito continueranno le collaborazioni con importanti realtà come Slow Food, con gli altri produttori di mais italiani ad impollinazione libera e con il territorio, che già oggi è protagonista dell’allungamento della filiera di prodotti a base di Mais Rostrato Rosso di Rovetta con gallette, biscotti, pasta secca, torte e dolci, liquori, birre.

“La strada è ancora lunga – concludono – ma le prospettive sono assai incoraggianti, considerato che il Mais Rostrato Rosso di Rovetta si è dimostrato non solo una preziosa risorsa alimentare ma anche (e forse inaspettatamente) una concreta opportunità economica per l’altopiano della Presolana”.

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