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Cronaca

Mais Spinato di Gandino, da Regione Lombardia arriva la certificazione Bio

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L’Azienda agricola Adriano Galizzi di Leffe dal 20 aprile 2017 iscritta nell’elenco di Regione Lombardia – Approvata la conversione anticipata retroattiva dei terreni, via alla rotazione. “Qualità e tutela del prodotto sono la base dell’eccellenza del Mais Spinato di Gandino”.

La data fatidica è quella del 20 aprile 2017: il Mais Spinato di Gandino (primo fra gli Antichi Mais Italiani) ha ottenuto da Regione Lombardia la certificazione Bio, addirittura con conversione anticipata. A fregiarsi di questo nuovo risultato, che premia il lavoro di promozione rivalutazione avviato in questi anni dalla Comunità del Mais Spinato di Gandino®, è l’azienda agricola Agrigal di Leffe, avviata dal giovane imprenditore Adriano Galizzi.

“Il raccolto 2016 è ufficialmente Bio – spiega Filippo Servalli, presidente della Comunità del Mais Spinato di Gandino – ed è un traguardo importante, a tutela dei consumatori ed a conferma del lavoro svolto in questi anni ad ogni livello, attraverso un lavoro coordinato di cultura & coltura che ha visto elevare a modello la nostra esperienza territoriale. L’impegno – aggiunge Servalli – a due anni da Expo Milano 2015 e nell’anno di Eastlombardy 2017 che vede Bergamo capitale europea della gastronomia è quello di aumentare il lavoro di rete anche per penetrare con più efficacia gli elevati targets di mercato che puntano sul Mais Spinato di Gandino”.

Adriano Galizzi

“La certificazione Bio è un altro importante risultato conseguito da Adriano Galizzi  – sottolinea Coldiretti Bergamo – un tassello che va a completare ulteriormente un’esperienza a tutto tondo di giovane agricoltore 2.0. La sua è una storia di successo, premiata lo scorso anno anche con l’Oscar Green regionale per il suo carattere innovativo, che racconta chiaramente come il ritorno dei giovani alla terra stia portando nuove prospettive e nuove visioni oltre che una rinnovata attenzione al territorio, alla biodiversità e al valore non scontato dei prodotti tipici e del cibo”.

“Per ottenere la conversione anticipata da Regione Lombardia – racconta Adriano Galizzi – è stato necessario dimostrare che nei tre anni precedenti al 2016 i nostri terreni erano stati coltivati con metodo Bio. Foto aeree d’archivio hanno confermato come i campi fossero gestiti a pascolo o sfalcio d’erba con concimazione naturale, oppure a Mais Spinato di Gandino® coltivato in modo naturale. Sono state effettuate verifiche sul registro acquisti per escludere l’impiego di concimi chimici o diserbi. Abbiamo per questo ottenuto dall’ente Ense la deroga di legge quale seme adottabile Bio”.

“Le rotazioni ammesse dal biologico – aggiunge Galizzi –  possono permetterci di seminare mais-frumento-mais. Agrigal, per scelta etica di valorizzazione e basso sfruttamento dei terreni, ha deciso di adottare le rotazioni che facevano i nostri nonni: mais-frumento (o erbacei o patate-mais), utilizzando quindi una rotazione biennale. In alcuni casi arriveremo addirttura a quella triennale, come nel caso della Baia del Re (in territorio di Casnigo), dove la rotazione sarà mais-patate-erba-mais. Queste rotazioni ci permettono di combattere le malerbe senza l’ausilio di diserbi chimici, e danno l’opportunità di nutrire il terreno attraverso i sovesci di erbe azoto fissatrici come il trifoglio, l’erba medica, il fagiolo”.

L’azienda agricola Galizzi vanta anche il primato di prima produttrice in Lombardia (nel laboratorio fra Leffe e Gandino) di gallette integrali di Mais Spinato® a chicco intero.

Il Mais Spinato di Gandino è un’antica varietà bergamasca che arrivò nel borgo della Valle Seriana, in provincia di Bergamo, nei primi decenni del 1600. E’ una varietà altamente qualitativa ed organoletticamente pregiata, appartenente alla famiglia dei mais vitrei o semivitrei. Fu il primo mais a giungere in Lombardia. La dedizione al tessile della Val Gandino (che comprende i comuni di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia) fece quasi scomparire negli anni le coltivazioni. Dal 2007 un progetto di rivalutazione degli enti locali in collaborazione con il Crea – Unità di Maiscoltura del Ministero dell’Agricoltura (che ha sede a Bergamo dal 1926) sono rinate le coltivazioni, tutelate dalla De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine), una DOC locale ideata da Luigi Veronelli. I semi originali del Mais Spinato sono stati isolati grazie ad una pannocchia conservata dai nipoti di anziani contadini.  Il “Mais Spinato” è tutelato come varietà agricola da conservazione ed i suoi semi sono conservarti nel Global Seed Vault, il deposito mondiale dei semi da salvare creato sotto i ghiacci delle isole Svalbard in Norvegia. Ad Expo Milano 2015 la Comunità del Mais Spinato di Gandino è stata partner scientifico del Cluster Cereali e Tuberi. Dal 2016 le gallette di Mais Spinato di Gandino accompagnano le degustazioni mondiali “Benvenuto Brunello” del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.

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