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L'UNICA REGOLA DEL VIAGGIO

Il mio “Grande Amore”… e non è il titolo della canzone dei ragazzi de “Il Volo”

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L’India è il mio Grande Amore di viaggiatrice. L’ho scoperta ormai qualche anno fa grazie a Massimo, “More Indian than Indians”  si diceva di lui da quelle parti, “più Indiano degli Indiani”. Una affermazione totalmente giustificata vista la sua profonda conoscenza di quei luoghi e la capacità di integrarsi totalmente in un contesto così particolare. Nel tempo e nel corso di viaggi con altri colleghi o amici ho avuto l’opportunità di scoprirne sempre qualche aspetto nuovo e inatteso.  A tutti loro sono molto grata perché sono stati i miei “mediatori culturali ” e mi hanno insegnato lo spirito giusto con il quale affrontare l’India.

 Certo è che non ero preparata a quel che mi aspettava al mio primo viaggio, una volta uscita dalla zona interna dell’aeroporto di Delhi. Il più grande e caotico groviglio umano che avessi mai visto.  Driver sikh (con turbante) in attesa dei loro clienti, intere famiglie ansiose  che aspettavano i parenti in arrivo dal’Europa, venditori di qualsiasi cosa a qualsiasi prezzo  (“menga menga” “troppo caro ” questa è la sola regola commerciale valida da quelle parti).

Fuori dall’aeroporto, nella notte polverosa, ci attendevano taxi tuc tuc sconquassati, macchine che parevano uscite da un film degli anni ’60, moto di ogni tipo,  biciclette, carretti.  Il tutto con i relativi conducenti che si contenevano le corsie ufficiali della strada (e quelle ufficiose)  a suon di clacson e di urla.

Il mio Grande Amore è iniziato così, nel frastuono, mentre osservavo  perplessa quella strana falce di luna in una notte di febbraio e mi chiedevo come  sarei sopravvissuta a quella esperienza.

Nel mio primo viaggio a  Delhi ho  visto cose magnifiche e terribili. Ho visto la povertà assoluta, che nemmeno immaginavo. Ho intravisto la bellezza altrettanto assoluta di un mondo enigmatico,  ricco di vita e gioiosamente dinamico.  Ho bevuto il miglior the mai assaggiato, ho annaspato per il cibo enormemente piccante.  Sono stata derubata di denaro e arricchita di conoscenze. Ho visto riso servito su grandi foglie di palma, ho imparato che Lord Ganesh dalla testa di elefante sorride indulgente all’umanità indaffarata e propizia sempre il buon inizio delle cose. Qualcuno mi ha aperto l’occhio di Shiva promettendomi che un giorno, come è stato, avrei capito il perchè.

Sono tornata in India altre volte dopo quel primo viaggio. Lentamente , insieme alla mimica locale, ho  imparato a capire l’imperturbabile risposta che, quasi invariabilmente, mi è stata data quando perplessa, o addirittura arrabbiata, chiedevo spiegazioni di cose che a me parevano totalmente assurde …”That’s India ma’am!” “Questa è l’India, signora!”

Maria Teresa Betti

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1 Commento

1 Commento

  1. Massimo Cattaneo

    19 Agosto 2017 at 9:42

    Essere stato il primo accompagnatore delle tue osservazioni, esposte anni dopo in maniera così elegante, mi dà una grande felicità. Grazie.
    Massimo, more Indian than Indians

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