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Tragedia dell’Oria, il presidente Mattarella rende omaggio ai caduti in Grecia. Fra loro molti bergamaschi

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Dopo decenni di oblio il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha reso omaggio in Grecia agli oltre 4000 italiani morti nel 1944 nell’affondamento del Piroscafo Oria. Molti di loro provenivano dai paesi della Valle Seriana.

Foto Telis Zervoudis

Oggi, con un fuori programma nella sua visita in Grecia, il Presidente Mattarella ha sostato a 25 miglia a sud di Atene, sul luogo del monumento dedicato alle Vittime del naufragio del Piroscafo Oria.

La nave affondò a causa di una tempesta il 12 febbraio 1944, mentre trasportava da Rodi verso la prigionia Internati Militari Italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si erano rifiutati di proseguire la guerra sulla parte nazifascista.

Su circa 4200 appartenenti a varie armi, non più di 30 si salvarono. Il Presidente Mattarella ha ricevuto dal subacqueo che identificò il relitto, Aristotelis Zervoudis, una gavetta (ritrovata sul luogo) e un messaggio di ringraziamento con un appello a tutelare la memoria storica e materiale dell’evento, a nome delle Autorità locali, dell’intera Popolazione dell’Attica che sin dalla notte del naufragio fu vicina alle Vittime e della rete dei Familiari dei Caduti.

L’Oria (una nave norvegese requisita dai tedeschi per trasferire gli internati delle Isole) si schiantò sulle coste greche il 12 febbraio 1944, mentre portava da Rodi verso il continente , stivati in modo bestiale, 4200 Soldati di tutte le Armi, colti dall’armistizio, disarmati dai Germanici e ridotti in prigionia dopo il rifiuto a collaborare con il Terzo Reich. Solo una trentina degli imbarcati sopravvissero. Tutti gli altri rimasero sul fondo o giunsero cadaveri sulla costa. Per settant’anni circa, questi oltre 4000 Ragazzi risultarono ”dispersi”. Per le Famiglie questa mancanza significò la condanna ad un’attesa indefinita.

Solo pochi anni fa, grazie alle nuove opportunità offerte da Internet, si è potuto ricostruire la vicenda, reperire la lista degli imbarcati, identificare il relitto, esplorare i luoghi e riscontrare l’esistenza di resti umani e materiali, sia in sepolture collettive anonime, sia, soprattutto, sul fondo del mare. Si è creata una Rete di Familiari che, con l’appoggio di Cittadini e istituzioni in Grecia e, successivamente, in Italia ha ottenuto la realizzazione di un monumento, rintracciato i discendenti di circa 300 dispersi informandoli del destino dei loro Cari e recuperato documenti storici di straordinaria importanza, a cominciare dalla lista degli imbarcati.Un sito Internet in continua evoluzione (www.piroscafooria.it) ed una pagina Facebook, raccolgono e condividono documenti, fotografie, memorie ed elementi utili. Fra i caduti anche giovani di Albino, Aviatico, Casnigo, Fino del Monte, Fiorano al Serio, Gandino, Gromo, Nembro, Rovetta, Valbondione.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

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