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Cronaca

Accordo Sab – sindacati bocciato dai dipendenti bergamaschi

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L’accordo firmato tra i sindacati e l’azienda di trasporto pubblico Sab/Gruppo Arriva ha incassato il 55% di sì, ma i dipendenti bergamaschi ribadiscono come, nel territorio provinciale, abbia vinto il no.

Raggiunta la scorsa settimana con il 55% dei “sì” dei dipendenti, l’intesa tra i sindacati e l’azienda di trasporto pubblico Sab/Gruppo Arriva: come precisato in un comunicato diffuso da FILT-CGIL, FIT-CISL e UILTRASPORTI-UIL di Bergamo, dei 400 aventi diritto ad esprimere il proprio parere, hanno votato in 332 (184 sì, 140 no, 6 bianche e 2 nulle).

“Si chiude così una vicenda sofferta e difficile. Speriamo che questo accordo ora possa essere la base per costruire nuove e proficue relazioni sindacali, in vista anche delle gare d’appalto per l’erogazione del servizio previste nel 2019”. Questo il commento di Marco Sala, segretario  generale della FILT-CGIL di Bergamo, dopo il voto.

L’accordo, raggiunto dopo che dallo scorso aprile erano state disdettate tutte le intese precedenti, mira a riorganizzare il lavoro e stabilisce regole certe su come erogare il servizio (definendo orari, prese in carico dei mezzi, turnazioni) comprendendo anche un recupero di denaro perso dai lavoratori negli ultimi mesi, pur sotto modalità e voci diverse in busta paga.

Dopo la diffusione della notizia però, un gruppo di dipendenti bergamaschi ribadisce il proprio secco “no” con una nota del Segretario FAISA CISAL Marco Peroli che spiega come, a votare siano stati i dipendenti sia lecchesi che bergamaschi, e che tra questi ultimi abbia vinto l’opposizione all’accordo perché ritenuto un passo indietro rispetto alle condizione raggiunte in precedenza.

Il 55% dei si, merita anche d’essere affiancato al dato relativo al numero maggiore dei no, proprio su Bergamo. Infatti ci troviamo di fronte a due aziende, la Sab di Bergamo e la Sal di Lecco, che provengono da due realtà contrattuali molto diverse e che solo dal 1 aprile 2017 sono diventate una sola amministrazione, sotto il nome di Sab, che mantiene la sua sede in Bergamo. Sono queste diverse verità storiche che hanno determinato questa profonda differenza di risultato, che dal risultato distinto, non può limitarci a vedere il dato aggregato.

I lavoratori di Bergamo hanno bocciato l’accordo (135 no contro 125 sì), e l’hanno bocciato non solo per le differenze economiche tra il passato ed il presente, non solo per le differenze economiche tra il presente ed il futuro (i nuovi assunti non percepiranno più la stessa retribuzione fissa che oggi hanno i già assunti, e che è inferiore a quella in vigore prima della disdetta di tutti gli accordi aziendali effettuata unilateralmente dell’azienda alla fine del mese di maggio 2016), ma l’hanno bocciato soprattutto per il carico di mansioni e di incremento dei rischi alla propria incolumità.

Con questo accordo, ritorniamo anche indietro nel tempo, quando la tecnologia non era in grado di mettere a disposizioni strumenti efficaci per l’acquisto del biglietto. Costringerà il conducente a non riuscire a rispettare gli orari di servizio, perché dovrà stare fermo per vendere i biglietti, a tutte le fermate poste sulle tratte. Fermi effettuati anche in fermate storiche, non sempre rispondenti ai canoni previsti del Codice della strada, e che intralceranno e impediranno lo scorrimento del traffico veicolare. Ma addirittura, con questo accordo, si passa la responsabilità del passeggero che viaggia senza titolo di viaggio idoneo, in capo al conducente, che, contemporaneamente alla guida, all’esecuzione del servizio regolare, ed al rispetto degli orari, diritto sacrosanto del passeggero in regola col titolo di viaggio, dovrà risolvere tempestivamente, per non incorrere nei provvedimenti disciplinari che l’azienda ha voluto sottolineare nell’accordo, e che i sindacalisti che l’hanno sottoscritto, hanno approvato.

Da rimarcare anche il fatto che la lotta all’evasione tariffaria sancita anche dal CCNL, è stata appaltata a società esterne, anziché essere affidata al personale interno, con due licenziamenti sulla provincia di Bergamo, di autisti divenuti inidonei alla guida, e bilanci con sei zeri in positivo. Dalle segnalazioni riportare sempre sul Vs. quotidiano, non rileviamo nemmeno un alto gradimento relativo alla qualità del servizio erogato da questa società, appartenente ad un Gruppo straniero, sia per il rispetto degli orari, che per le condizioni di viaggio dovute ai sovraccarichi, che questo accordo non risolverà, ma, anzi, crediamo aggraverà, per le ragioni sopra esposte.

Per Faisa Cisal, visti anche i dati relativi ai no all’accordo espressi dai lavoratori di Bergamo, la partita non finisce oggi. Nei prossimi giorni andremo tra i lavoratori e raccoglieremo le loro istanze, organizzando opportune iniziative atte a risolvere i mille problemi che questo accordo produrrà.

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