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Cronaca

I sindacati sull’ospedale di Piario: “Ci siano innovazione e occupazione”

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Dopo la chiusura del Punto nascita, incontro all’AST di Bergamo. CGIL CISL UIL valutano il piano ASST:: “Su Piario ci siano innovazione e occupazione”.

“Avremmo sicuramente preferito che ci fossero le condizioni perché il presidio di Piario non dovesse essere ridimensionato: è innegabile che la chiusura del punto nascita abbia impoverito il territorio e rischi di creare una spirale  non certo positiva. D’altro canto, dopo tanto tempo in cui sono circolate notizie non sempre chiare, riteniamo che il confronto avuto in questi giorni con ATS e ASST possa contribuire a avere prospettive diverse circa il futuro dell’ospedale e di tutta la zona”.

CGIL CISL UIL di Bergamo hanno richiesto e ottenuto un incontro con Mara Azzi e Locati, responsabili di ATS Bergamo e dell’ASST di Seriate, titolare dell’ambito ospedaliero che comprende anche Piario. La chiusura del punto nascita, hanno insistito Orazio Amboni, Francesco Corna e Angelo Nozza per i tre sindacati confederali orobici, rimane un aspetto veramente negativo e difficile da “metabolizzare” per tutto il territorio di valle Seriana e val di Scalve, e questo nonostante il piano di interventi predisposto dalla Regione, e illustrato nella sede di ATS.

“Noi rimaniamo dell’idea che sia nostro compito tutelare i cittadini del territorio e  i lavoratori del presidio: il senso di abbandono rimane, perché chi vive in montagna fa più fatica, e non si può pensare di trattare ogni territorio allo stesso modo, applicando ovunque parametri identici, senza l’attenzione necessaria alle peculiarità”.

“La nostra attenzione – dicono i sindacalisti –  non verrà meno con la decisione della chiusura, ma vigileremo sui progetti di intervento e sulle modalità di realizzazione; attendiamo anche di conoscere gli sviluppi sul piano dell’occupazione e dell’impiego del personale, opponendoci ad ogni riduzione della pianta organica del Locatelli, e inoltre auspichiamo una crescita dell’occupazione grazie alla valorizzazione dei servizi e reparti che rimangono e alla realizzazione di percorsi sanitari nuovi e innovativi”. 

“L’idea che ci siamo fatti sulle intenzioni della dirigenza sanitaria del territorio ci permette comunque di guardare con maggiore serenità al futuro  dell’offerta ospedaliera in zona: il progetto dell’ASST che la Regione dovrebbe accogliere, deliberare e finanziare in questi giorni, infatti, prevede innanzitutto il mantenimento di una serie di servizi sul territorio, e un percorso di cura e assistenza delle donne gravide fino al parto e dopo il parto il più possibile vicino a casa. Sul personale esiste la rassicurazione che saranno impiegate tutte le figura a disposizione”.

Inoltre, secondo il sindacato bergamasco, particolare interesse può riservare il progetto di aprire una struttura per la riabilitazione di persone curate per patologie alimentari. In totale, ASST e ATS hanno richiesto un finanziamento per i prossimi due, tre anni per circa 3 milioni di euro.

“La nostra attenzione sulla questione non calerà alla concessione del finanziamento, che comunque speriamo avvenga nel più breve tempo possibile. Controlleremo da vicino ogni avanzamento del progetto fino a quando l’intero percorso individuato per ovviare alla naturale preoccupazione generata dalla chiusura del punto nascite non abbia visto la luce – concludono Amboni, Corna e Nozza – e garantito al territorio strutture in gradi di soddisfare la popolazione e i suoi bisogni di salute e tranquillità”. 

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