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Cronaca

Cinghiali, raddoppiati gli abbattimenti ma in Val Seriana è ancora emergenza

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Diffusi da Regione Lombardia i dati aggiornati degli abbattimenti dei cinghiali, raddoppiati rispetto allo scorso anno. Ma in Val Seriana è ancora emergenza.

Sono stati diffusi nei giorni scorsi da Regione Lombardia i dati aggiornati riguardo agli abbattimenti dei cinghiali, raddoppiati rispetto allo scorso anno. Ma in Val Seriana è ancora emergenza, come mostrano le foto scattate oggi a circa 800 metri di quota nella zona della Baita alta di Val di Tede fra i comuni di Onore e Castione della Presolana.

Le immagini parlano chiaro: un intero pascolo è stato distrutto dall’irruenza dei cinghiali e non è un caso isolato.

I cinghiali abbattuti quest’anno sono oltre tremila, contro i 1800 dello scorso anno. È questo il bilancio presentato da Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi. “Grazie alla caccia di selezione e alle azioni messe in campo dalla Regione Lombardia gli abbattimenti di cinghiali sono quasi raddoppiati. Nel 2019 sono stati 3165 contro i 1800 dello stesso periodo dell’anno scorso. Il dato è aggiornato all’8 ottobre”.

“Noi crediamo convintamente nel ruolo del cacciatore come operatore di tutela dell’ecosistema. I cinghiali, se in sovrannumero, sono un problema per l’agricoltura e per la sicurezza delle persone. La questione è sempre più diffusa sul territorio e necessita di risposte concrete come quelle che sta dando regione lombardia – ha aggiunto Rolfi -. Oltre alla caccia è necessario implementare l’azione di contenimento la cui competenza è per legge nazionale della polizia provinciale. Su questo tema non tutte le polizia provinciale collaborano e come già ribadito anche in alcune occasioni nel prossimo futuro segnaleremo alle prefetture competenti i casi di inadempienza di fronte a situazioni di presenza di cinghiali in ambito urbano dove la caccia non può essere esercitata ed è necessario l’intervento della polizia competente”.

Il problema dunque per essere risolto richiede un continuo dialogo tra le istituzioni e gli operatori del mondo agricolo e del mondo venatorio.

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