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ALBINO

Spara ai cani del vicino ad Albino, denunciato 55enne

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È successo questa mattina ad Albino: un uomo ha sparato con armi ad aria compressa ai cani del vicino perché troppo rumorosi.

Un 55enne disoccupato è stato denunciato dai Carabinieri questa mattina ad Albino per aver sparato con armi ad aria compressa ai cani del vicino perché troppo rumorosi.

L’uomo avrebbe ammesso di aver esploso alcuni colpi in aria per zittire i cani dei vicini che lo disturbavano abbaiando. Da chiarire se abbia mirato in aria o verso gli animali.

La segnalazione è arrivata al comando con una telefonata anonima che raccontava di rumori simili all’esplosione di colpi di arma da fuoco in zona via IV Novembre ad Albino. La pattuglia dei Carabinieri si è recata sul posto e, dopo alcuni accertamenti, ha effettuato una perquisizione domiciliare.

Nell’abitazione del 55enne sono stati ritrovati: una carabina ad aria compressa di libera vendita marca Gamo calibro 4,5 mm; una pistola ad aria compressa di libera vendita, marca Browning calibro 4,5 mm; 101 pallini di piombo, di libera vendita, calibro 4,5 mm; una balestra artigianale a frecce; una balestra a frecce e pallini, di libera vendita, marca Gamo, 12 gr di marijuana; sette semi in fase di essiccazione di marijuana. Tutto il materiale è stato sequestrato.

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1 Commento

1 Commento

  1. Paolo Piovaticci

    1 Novembre 2019 at 8:43

    PASSO TRATTO DAL LIBRO ‘SONO MORTO PER L’ITALIA’ DI PAOLO PIOVATICCI, FRATELLO DEL CADUTO DI ROVETT GUIDO PIOVATICCI. ESSO SI RIFERISCE ALLA ‘STRETTA DI MANO DI CACIOLO, IL SOLO CHE FUGGì GRAZIE ALLA COMPLICITA’ DI UN PARTIGIANO, E CHE QUINDI SI SENTE ‘GRATO’ AI PARTIGIANI. IL PASSO RIPRODUCE LA LETTERA DEL GIUGNO 2006 DI RISENTIMENTO PER TALE GESTO, DELLA CAMERATA BORDIN MIRELLA MARCANDELLI, L’AMOREVOLE CUSTODE DELLA LORO TOMBA DEL CIMITERO ROVETTESE CON LA QUALE ACCUSA IL CACIOLO DI ‘ORRIDO TRADIMENTO’. ECCO IL TESTO. :

    “Questo gesto inoltre disgustò molti camerati. La loro ‘amarezza e il loro lo sdegno’, e l’intimo compiangimento per chi fu capace di compierlo, intento tuttora a fare del racconto della sua fuga il cavallo di battaglia delle sue interminabili e deliranti esibizioni per emergere come il personaggio principale della tragedia di Rovetta anzichè inchinarsi in silenzio a pregare per i Commilitoni lì lasciati e massacrati, si leggono in queste parole della lettera a lui scritta nel Giugno 2006 dalla signora Mirella Bordin Marcandelli, l’amorevole Custode della loro Tomba del cimitero rovettese.
    “. . . Ho aperto il giornale della Valseriana ‘Araberara” e a pagina l4 mi è arrivato un pugno in faccia, ma soprattutto una pugnata nel cuore: la tua fotografia, mentre sorridente, stringi la mano al comandante dei partigiani Bartoli della brigata “giustizia e libertà” mi ha fulminata. Dopo 6l anni viene ad “illustrare il periodo storico” pensando di esserti utile e di darti delle informazioni scagionando naturalmente i suoi partigiani, affermando che, gli altri, erano solo dei delinquenti comuni ecc. ecc. Il Moicano, chi è stato chi non è stato, la causa, gli alibi, le sue considerazioni, dove è, dove non é…sarà anche crepato. (Spero) . Chi se ne frega! Ne abbiamo viste troppe, non abbiamo più nulla da sentire specialmente da loro, persone che non danno nessuna affidabilità . Anche lui, il partigiano, ha una certa carta anagrafica ed é con un piede nella fossa, forse questo fatto l’ha deciso a …collaborare.
    L’umiliazione per voi che l’avete ascoltato é stata grande e per te il confronto mortificante: sono riusciti ancora una volta con l’inganno ad ottenere ciò che volevano. Dimostrare a tutti che dopo le loro spiegazioni, dove si mostrano buoni, comprensivi, disponibili e si sbilanciano a definire quella “strage” un “grosso errore” arriva la stretta di mano col fascista!, il colmo della loro Vittoria! Per me è il massimo dell’indignazione e non spreco parole per addurre i motivi.
    Bartoli “operava” in Val Brembana (cosa vuol dire operava)? Che combatteva contro di noi, contro i nostri legionari, è riuscito ad ottenere ciò che voleva , il confronto gli è servito per rifarsi una verginità . La stretta di mano per noi ha un senso, significa accordo, pace e tutto sembra ridimensionato, Ci vengono incontro e ti possono servire per darti informazioni. “E’ trascorso tanto tempo”, “incontriamoci”, ringraziamoli per l’onore che ci hanno fatto.?!?! Io parente di un Caduto massacrato come i 43 Legionari, non scenderò mai a compromessi non v’é ennesima spiegazione da sentire. Dopo 61 anni di menzogne, di viltà, di discriminazioni, di fango gettato sui nostri Morti, cosa ci devono spiegare? Sappiamo tutti che questa carneficina è stata compiuta dai partigiani assassini anche di Giustizia e Liberà. Loro con rammarico dicono “é stato un errore”!: 43 giovani entusiasti, idealisti, amanti della vita, sono stati massacrati. 43 famiglie rovinate per sempre, 43 mamme che hanno versato un mare di lacrime. Tu lo capisci meglio di chiunque altro. E quello. . . viene a fare il confronto! E tutti ad ascoltarlo a bocca aperta. Ho assistito solo al tuo intervento e l’ho approvato, ti sei espresso con chiarezza. Questo é quello che vogliono: umiliarci ancora.! Ci mancava la stretta di mano, che subito hanno pubblicato e che molti camerati hanno deplorato. “E’ stato un grosso errore, con questo spirito ho voluto questo incontro, per un chiarimento” dice il sindaco. Avrei visto meglio un’altra fotografia. ll comandante partigiano in ginocchio davanti a quel muretto , su quelle zolle che hanno bevuto il sangue dei nostri ragazzi massacrati da loro. Riconoscere i loro delitti, restituire ai nostri Morti la dignità, anziché voler far credere che è stata una reazione per altri delitti commessi dai fascisti. Non facciamoci “fregare”, non bisogna credere ai loro “pentimenti” ed essere degli ingenui. Non è questa stretta di mano che cancella i crimini commessi. Tu mi hai detto che lui ti può dare delle informazioni sul Moicano, (una figura che si é volatilizzata che ha fatto da capro espiatorio.) Attraverso i documenti di Fiorani sappiamo già tutto, non abbiamo bisogno di rivolgerci ad autorità inglesi. Ha “illustrato il quadro storico in cui si sono svolti i fatti”. Non abbiamo bisogno che ce lo illustri lui. Conosciamo, purtroppo, questo quadro storico che si chiama “delinquenza” e la vostra nell’ascoltarlo la chiamerei “ingenuità”, creare un dialogo tra loro e noi. MAI. Parliamo due lingue diverse: noi quella dell’ONORE, loro quella del TRADIMENTO. Io non stringerò mai la mano ad un partigiano, preferisco farmela tagliare. . . .”.
    Questa stonatura è il cupo segnale della presenza d’una voce non in sintonia con quella dei Reduci della Tagliamento, i Combattenti generosi della invitta Legione, molti fra i migliori dei quali furono senza pietà nè scrupoli di tradimenti massacrati dai ‘partigiani’, è il segnale che mina l’armonia della loro Associazione nella quale si sono ritrovati coi loro ricordi e l’intento di perseguire le stesse Finalità per le quali combatterono. E’ la ‘stecca’, nell’ignaro coro, che rovina il bel canto del Sodalizio mutando in disarmonia la sua storica voce intonata, e che, se non la si elimina, porterà in basso la sua ‘alta’ immagine ed esso stesso alla sua disgregazione.
    Fin quando, dunque, si tollererà che un’Associazione si coccoli in seno, anzichè espellerlo, un biforcuto rettile che dietro la ostentata camicia nera, nasconde quella rossa del sinistro diavolo dal quale si bea farsi invasare, cavalcando la sua delirante ambizione coi due piedi, uno sulla staffa fascista e l’altro su quella partigiana?

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