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Cronaca

Invernali dei rifugi invasi dalla neve

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I locali invernali del rifugio Coca e del Brunone, sulle Orobie bergamasche, invasi dalla neve. L’appello di alcuni alpinisti: “Attenzione alla manutenzione”.

Neve al Brunone

Potrebbe essere un caso o un gesto di noncuranza sta di fatto che trovare i locali invernali dei rifugi invasi dalla neve potrebbe rivelarsi un problema.

Per questo alcuni giovani alpinisti della Valle Seriana hanno condiviso sui social le foto degli invernali del rifugio Coca e del rifugio Brunone. I ragazzi nei giorni di Capodanno hanno raggiunto il pizzo Coca e il Redorta, le due cime più alte delle Orobie bergamasche, constatando la situazione qui descritta.

“Sia all’invernale del Coca che all’invernale del Brunone abbiamo trovato porta e finestra non chiuse correttamente – spiega Gabriele Merelli di Gazzaniga -. Non mi dilungherò a fare considerazioni, ma ora che è tutto chiuso, pulito e sigillato invito gli altri utenti a usufruire dei locali invernali correttamente. Questo per non creare danni ai bivacchi stessi e per garantire la sicurezza di tutti”.

Gabriele, insieme ai compagni di escursione Josef Caccia e Samuele Morettini, hanno subito prontamente ripulito i locali lasciando un ambiente più idoneo per i prossimi alpinisti che li raggiungeranno.

Ricordiamo che a fine novembre il CAI di Bergamo aveva confermato l’apertura dei locali invernali presso i rifugi associati chiedendo all’utenza responsabilità e rispetto.

Le caratteristiche dei locali invernali

I locali invernali, presso i Rifugi alpinistici ed escursionistici CAI Bergamo, sono aperti in permanenza nei periodi di chiusura dei rispettivi rifugi. I bivacchi sono attrezzati con quanto di essenziale per il riparo di fortuna degli alpinisti, con letti, coperte, materassi e cuscini.

In questi locali dei Rifugi CAI Bergamo per necessità di sicurezza degli ospiti non sono disponibili apparecchiature di riscaldamento e di cottura alimenti.

Installati anche degli apparati telefonici SOS dedicati. Questi garantiscono collegamenti esclusivi alla Centrale Unica di Emergenza 112 per chiamate di soccorso sanitario. Oppure con la centrale operativa della VI Delegazione Orobica del CNSAS di Clusone per tutte le altre emergenze di natura non sanitaria.

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1 Commento

1 Commento

  1. Walter

    3 Gennaio 2020 at 13:45

    La maleducazione già da tempo, é arrivata in alto molto in alto…

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