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Cronaca

27 medici e 4 infermieri militari al Papa Giovanni

Al Papa Giovanni XXIII arrivano i medici ed infermieri dell’esercito. Quasi conclusone l’ampliamento dell’impianto dell’ossigeno.

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L’appello per avere in fretta altro personale sanitario è stato accolto e da oggi al Papa Giovanni XXIII hanno preso servizio 27 medici e 4 infermieri militari.

Già alle 10 di questa mattina hanno partecipato alla formazione che ha già coinvolto quasi tremila persone all’Auditorium “Lucio Parenzan” dell’ospedale, il personale della Croce Rossa è arrivato questo pomeriggio.

“Si sono concretizzati gli aiuti promessi ieri dal Presidente del Consiglio – ha commentato il direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Questo aiuto ci rincuora, così come l’impegno del Presidente Attilio Fontana e dell’assessore Giulio Gallera per creare nuovi posti di terapia intensiva in Lombardia”.

Verso il termine l’intervento per incrementare del 10% la portata dell’ossigeno nell’impianto ospedaliero

Si concluderà entro questa sera l’intervento per incrementare del 10% la portata dell’ossigeno nell’impianto ospedaliero. In queste ore sono stati posizionati un evaporatore mobile e un’autocisterna-serbatoio di 30.000 litri di ossigeno liquido. Il nuovo impianto si aggiunge ai due serbatoi esistenti, che forniscono 40.000 litri e da cui partono i tubi di collegamento all’impianto. La cisterna sarà rifornita periodicamente e il nuovo impianto entrerà immediatamente in funzione alla chiusura del cantiere. 

“Non possiamo ancora però abbassare la guardia – ha proseguito direttore generale -. Restiamo in emergenza, abbiamo spostato il superamento della soglia massima di sopportazione tra mercoledì e giovedì. Ci auguriamo che la pressione, intesa come persone che devono essere ricoverate, nel frattempo cali per effetto delle misure di contenimento, a cui invitiamo i cittadini a continuare ad attenersi”.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Tom

    17 Marzo 2020 at 1:32

    Un pensiero ed un abbraccio anche per Rina responsabile del canile di Colzate ed i suoi collaboratori volontari, che rilasciando un intervista al FattoQ.it che cosi diceva “Rina, la responsabile del canile di Colzate che si trova in un altro epicentro del contagio, la Val Seriana a pochi chilometri da Bergamo città. “Come tutti siamo stati presi dal panico, ma abbiamo reagito con calma e determinazione.
    Tutti i pomeriggi non ci devono essere che più di tre volontari al lavoro con le distanze di legge l’uno dall’altro – continua la donna -, la fortuna, in mezzo a questa situazione d’emergenza, è che per i nostri cani non è cambiato niente. La nostra struttura è a un passo dal bosco e dal fiume così i quadrupedi continuano a fare le loro sgambate sereni”.

  2. Rosanna

    17 Marzo 2020 at 19:24

    anche la casa di riposo di Clusone avrebbe bisogno di un supporto di sanitari e oss. sono stremati….ma là ci sono solo vecchi…peccato che sono i nostri genitori e stanno morendo a decine….

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