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Cronaca

Sindacati: “Dopo la crisi sanitaria, evitiamo la crisi occupazionale nelle RSA”

I Sindacati scrivono ad ATS e Regione Lombardia: “Dopo i colpi della crisi sanitaria, fare di tutto per evitare una crisi occupazionale nelle RSA”.

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case di riposo

Sindacati preoccupati per la nuova emergenza nelle case di riposo. Dopo la drammatica serie di decessi nelle RSA della provincia di Bergamo ora una nuova crisi, si profila all’orizzonte: quella occupazionale.

Nelle case di riposo al momento sarebbero 1.500 i posti vuoti sui circa 6.000 presenti a livello provinciale.

Per segnalare le difficoltà economiche delle strutture e scongiurare la perdita di posti di lavoro, le associazioni di rappresentanza delle RSA A.C.R.B., ASSOCIAZIONE S. GIUSEPPE, UNEBA e i sindacati bergamaschi FP-CGIL e FISASCAT-CISL hanno scritto ieri, una lettera aperta indirizzata a Regione Lombardia, in particolare all’assessorato al Welfare, e all’ATS di Bergamo.

Cosa riporta la lettera

Nel testo, si chiedono risposte e certezze su temi come l’impegno da rivolgere a DPI, controlli, percorsi interni differenziati, formazione specifica e  screening di tutti gli ospiti e degli operatori del sistema sociosanitario, ma anche dei futuri nuovi ingressi di anziani o di parenti, volontari e fornitori. Viene richiesta anche un’indicazione puntuale in merito alla gestione al proprio interno di casi Covid o all’eventuale loro trasferimento, se la permanenza non dovesse essere possibile in totale sicurezza.

“Fino ad ora la crisi occupazionale non si è ancora manifestata in pieno, poiché l’alto numero di malattie, contagi o messa in quarantena ha tenuto lontano dai posti di lavoro un certo numero di dipendenti” hanno spiegato i firmatari. “Con il rientro di lavoratori a cui assistiamo in questi giorni, non potrà che evidenziarsi in maniera seria un sovrannumero di personale rispetto alle ridotte esigenze lavorative del momento. A Regione Lombardia e ATS chiediamo che si faccia di tutto per evitare di perdere posti di lavoro tra dipendenti che, fino a pochi giorni fa, venivano descritti come ‘eroi’ per l’assistenza fornita a malati di Covid-19 e che ora rischiano di finir senza occupazione”.

Tra le altre richieste di associazioni e sindacati, si segnalano inoltre:

– la formazione gratuita per il personale (per tutte le novità previste dalle norme regionali o nazionali in materia di prevenzione e contenimento dell’infezione da SARS-CoV-2);

-un ripensamento complessivo del sistema RSA per meglio rispondere alle nuove esigenza dell’utenza;

– l’individuazione di concreti, efficaci e celeri strumenti di sostegno e finanziamento, volti ad attutire i danni economici (al proposito, si ricorda che il Bando di Invitalia, rivolto alle aziende che vogliano chiedere un rimborso per le spese sostenute per l’acquisto di DPI, pur interessante, ha di fatto escluso tutti gli enti no profit);

– la rimodulazione di alcuni articoli del Decreto Cura Italia, con particolare riferimento agli art. 42 e 43 (riconoscimento delle risorse stanziate negli impegni di bilancio), che al momento parrebbero complicare ulteriormente la ripresa del settore.

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