Seguici su

Cronaca

Addetti alle pulizie, alle mense e manutentori degli ospedali, ancora nessuna tutela

Addetti alle pulizie, alle mense e manutentori degli ospedali: ancora nessuna tutela. I lavoratori degli appalti dimenticati anche dopo l’emergenza.

Pubblicato

il

Un’altra categoria dimenticata, ancora oggi, dopo l’emergenza sanitaria è quella dei numerosi lavoratori degli appalti presenti nei siti ospedalieri, cioè di addetti alle pulizie e risanamento, manutentori, elettricisti, magazzinieri, addetti alla ristorazioni e alle mense. Come segnalato dalla CGIL di Bergamo a inizio maggio al Dipartimento di Prevenzione dell’ATS bergamasca questi lavoratori, pur lavorando in un ambiente a rischio, non sono stati né contattati, né sottoposti ad alcun accertamento sanitario. 

Niente test sierologici né tamponi, dunque, malgrado si trovassero e si trovino nei reparti fianco a fianco a medici e infermieri.

Nessuna risposta da ATS

“Chiediamo se ATS Bergamo intenda ricomprendere questo personale tra i lavoratori che prioritariamente debbano eseguire gli accertamenti sanitari già previsti per il personale medico/infermieristico” scriveva Angelo Chiari della segreteria provinciale della CGIL, responsabile del Dipartimento salute e sicurezza sul lavoro.

Da inizio maggio, però, nessuna risposta è arrivata da ATS su questo tema che non è per nulla secondario, visto che, secondo una stima del sindacato, riguarda circa 1.000 addetti nella provincia di Bergamo.

“Mettere in sicurezza tutti i lavoratori che operano nelle strutture ospedaliere rappresenta una questione di rispetto e tutela” commentano oggi Sonia Nigro e Mauro Rossi della FILCAMS-CGIL di Bergamo. “Tutelare questi operatori significa garantire, oltre che la loro, anche la salute di medici, infermieri, pazienti e cittadini. Anche per questo motivo nell’emergenza abbiamo rivendicato e contrattato costantemente informazione, formazione, qualità e quantità di Dispositivi di Protezione Individuale uguali per lavoratori diretti e in appalto, per operatori sanitari e addetti alle pulizie”.

Stessi rischi, diverso trattamento

“Durante l’emergenza anche questi dipendenti hanno lavorato costantemente correndo i medesimi rischi e provando le medesime paure dei colleghi sanitari, senza però gli stessi livelli di tutela” proseguono i due sindacalisti. “Sì, perché il paradosso al quale assistiamo ogni giorno ormai da anni,manifestatosi con più evidenza in questa fase, è quello di un trattamento diversificato fra lavoratori. Da un lato c’è il personale sanitario, che finalmente e giustamente, viene sottoposto a test sierologici e tamponi secondo i protocolli di prevenzione, dall’altro i lavoratori degli appalti che da tali protocolli sono esclusi per ragioni a noi incomprensibili. Troviamo inammissibile che in tutte le strutture ospedaliere, a partire dall’ospedale di Alzano Lombardo, tristemente famoso per quanto accaduto nelle prime giornate dell’emergenza Covid19, i lavoratori degli appalti non abbiano ancora avuto risposte adeguate in merito ai più volte richiesti test sierologici. La segreteria della FILCAMS-CGIL ribadisce la necessità che la Regione si attivi immediatamente affinché tutti i lavoratori siano sottoposti alle medesime misure di prevenzione. È una questione di tutela, ma anche di uguaglianza e democrazia”.

Tutti i diritti riservati ©

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

2 Commenti

1 Commento

  1. ????

    27 Maggio 2020 at 10:24

    Si, perché poi chi fa sanificazione (un lavoro altamente rischioso) sono loro. Ma come al solito di chi fa il lavoro “sporco” in Italia ci si dimentica sempre.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *