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Con la testa fra le nuvole

Con la testa fra le nuvole: alla scoperta del monte Avert

Alla scoperta del Monte Avert nella rubrica a cura di Cristian Riva. Ideale per un’escursione autunnale.

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Nella rubrica settimanale dedicata alle escursioni sulle nostre bellissime montagne “Con la testa fra le nuvole”, Cristian Riva ci porta alla scoperta del Monte Avert in Val Sedornia a Gandellino.

Il Monte Avert, a cura di Cristian Riva

Il Monte Avert, forse l’unica cima risparmiata dall’impetuoso ribollire di nuvolaglia che, dal basso verso l’alto e viceversa, interesserà quasi tutto l’arco prealpino avvolto in una classica giornata autunnale, sarà la meta di questo lungo giro ad anello che per i primi tre quarti si svilupperà, prima di giungere all’ambita cima, nella boscosa e verdeggiante Valle Sedornia.

Ciò mi darà il tempo per chiacchierare con me stesso, per lasciarmi incuriosire – ed a volte intimorire – dai tanti rumori provenienti dal fitto bosco, per gioire della prima neve caduta oltre i duemilametri, e, almeno per oggi, per riflettere sull’importanza di tutti quegli alberi che s’infittiscono e si susseguono cedendo però il passo al mio progredire lungo il sentiero: la loro silenziosa forza la scorgo tra quegli alti fusti di tronco che difficilmente si spezzano ma che preferiscono piegarsi difronte all’impetuoso vento che soffia tra le profonde gole vallive. Una forza che trae vigore dalle ramificate radici che come le arcigne e nodose dita di una strega buona si aggrappano al terreno o, meglio, aggrappano e trattengono quel terreno che, sempre più spesso, privo di quella forza trattenitrice della Natura, cede verso valle sotto forma di frane e tracimazioni. Loro, gli alberidei quali le città son sempre più spoglie e perciò sempre meno gioiose e vivibili e sempre più a rischio di affogare nell’oscura fanghiglia, potrebbero dar di più se lasciati crescere e prosperare. Purtroppo, almeno sin che l’uomo non ne comprenderà l’importanza, si limiteranno solo ad allietare l’escursionista che si avventura sui ripidi versanti montani dove, goliardicamente, in un alternarsi di colori: il giallo-oro del larice ed il verde intenso dell’abete, si accoppieranno nell’unico intento di contribuire al capolavoro della Natura.

Descrizione del percorso

Il lungo giro ad anello, che prima attraversa i fitti boschi della Val Sedornia per poi continuare nell’ampia conca pascoliva in quota racchiusa tra le cime del Monte Collino, dei Monti Avert e Benfit e dalla cima degli Omini, ha il suo punto di partenza presso la località Boario di Gromo dove, lasciata l’autovettura nell’ampio parcheggio che precede la bella chiesa di San Bartolomeo, imbocchiamo il segnavia 313 CAI che, fiancheggiando il porticato della stessa, discende sino ad alcune abitazioni montane.

In corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, pieghiamo a destra e risaliamo il tratto di sentiero che, ora in moderata salita, incrocia infine la sterrata proveniente a destra dalla parte alta di Boario. Pieghiamo a sinistra e, proseguendo ora sulla comoda sterrata, percorriamo il lungo tratto, quasi sempre in falsopiano, che si innesta nella verdeggiante Valle Sedornia e, raggiunta la località Spiazzi d’Acqua, incrocia il sentiero proveniente a sinistra dalla località Tezzi Alti di Gandellino.

Lasciamo a sinistra la deviazione per Tezzi Alti e proseguiamo ancora lungo la comoda sterrata che, dopo aver fiancheggiato il corso del torrente per alcune decine di metri, si alza ora ripidamente sopra i prati che accolgono le caratteristiche baite della località Stalle Prato di Vigna. Non appena oltrepassata un ultima baita, la sterrata ritorna pianeggiante ed in corrispondenza di una curva e delle indicazioni sentieristiche pieghiamo a destra con direzione Passo degli Omini e Lago Spigorel. Dopo il primo breve tratto ancora in salita, la sterrata torna pianeggiante e prosegue nel fitto bosco.

Anello tra Val Sedornia e Monte Avert

Poco oltre lasciamo a sinistra il sentiero che si alza con direzione del Lago Spigorel e proseguiamo diritti sino al cartello segnaletico che anticipa la baita Bassa di Fontanamora. Ci troviamo ora lungo il segnavia 314 CAI.

Senza raggiungere la baita Bassa di Fontanamora, pieghiamo a sinistra con direzione del Passo Degli Omini. Il sentiero risale con non poca fatica uno stretto vallone dove prende quota sino a raggiungere la Baita Alta di Fontanamora o, meglio, quel che ne rimane. Il panorama è ora molto più ampio, si intravedono difronte ai resti della baita le cime innevate di Vigna Vaga e Fontanamora. Lasciamo a sinistra i resti della Baita Alta di Fontanamora e proseguiamo brevemente verso destra con direzione Passo degli Omini. Poco oltre, in corrispondenza di altro bivio sentieristico, pieghiamo a destra su tracce di sentiero seguendo la direzione della Baita Benfit.

Il percorso prosegue ora nell’ampia conca pascoliva su tracce di sentiero che risalgono e discendono ampie cunette erbose dove è facile perdere la via. Teniamo ben presente la direzione di marcia: il Monte Avert che compare all’estrema destra della bastionata che circonda l’ampia conca pascoliva. Pertanto, proseguiamo mantenendoci sempre piuttosto a destra e, raggiunte le pendici del Monte Avert, risaliamo obliquamente verso destra su traccia di sentiero ben evidente che raggiunge la sella tra il Monte Benfit ed il Monte Avert. Dalla sella pieghiamo verso destra e dopo un breve ma facile strappo ecco raggiunta la cima del Monte Avert, a quota 2085 metri di altitudine.

Panorama a trecentosessanta gradi sulle prealpi orobiche e sulla sottostante zona del Vodala con le piccole cime del Corru e del Monte Redondo. Più a sinistra inizia la carrellata dei monti TimognoBenfit con il discendente profilo che giunge sino al passo degli Omini. Alle loro spalle, nebbia permettendo, il Monte Ferrante e la Presolana. Mentre più a sinistra i Monti FontanamoraVigna Vaga e Pizzo di Petto. Il giro ad anello prosegue tornando alla sottostante selletta dalla quale, facendo attenzione al sentiero malmesso a causa delle slavine dello scorso inverno, scendiamo verso destra lungo il sentiero che brevemente raggiunge la Baita Benfit. Proseguiamo in discesa fiancheggiando bei larici color giallo-oro, sino alla sottostante baita presso la quale imbocchiamo il sentiero delle Malghe verso sinistra.

Proseguiamo su ora traccia pianeggiante sino ad oltrepassare un piccolo laghetto. Continuiamo molto facilmente verso la zona del Vodala e giunti all’incrocio con il sentiero utilizzato anche dai biker’s per la discesa verso gli Spiazzi di Gromo, pieghiamo a destra percorrendolo con attenzione. In breve il sentiero raggiunge il sottostante Parco Sospeso nel Bosco degli Spiazzi di Gromo per terminare quindi sul piazzale asfaltato. Non resta altro che seguire la strada asfaltata che scende sino all’abitato di Boario (30 minuti circa) e far ritorno al punto di partenza.

Cristian Riva

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