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Con la testa fra le nuvole

Sentiero Ilaria nel Parco dei Colli

Oggi percorriamo il Sentiero Ilaria nel Parco dei Colli attraverso la rubrica di Cristian Riva “Con la testa fra le nuvole”.

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Non ho mai conosciuto Ilaria Rota. In rete, come pure presso le biblioteche, della sua storia esiste assai poco, solo un breve cenno: un percorso circolare collinare dedicatole dal padre Diego per ricordarla attraverso quei luoghi dove ella, un tempo, passeggiava serenamente. Questo è il sentiero Ilaria. Il Sentiero di Ilaria è oggi punto di riferimento per lo svolgimento di alcune gare di corsa a piedi come pure terreno di allenamento per i tantissimi sportivi, e non, che, soprattutto nei fine settimana, si sfiorano a forte velocità montando a cavallo di mountain-bike oppure semplicemente correndo a piedi. Allo stesso modo, ma molto più quietamente, il percorso diviene facile itinerario turistico per lʼescursionista che ha poco tempo ma non vuol perdersi la gioia di stare allʼaria aperta, oppure svago domenicale per passeggiate in famiglia.

Descrizione del percorso

Difficile però non IMMAGINARSELA, Ilaria. Mentre tutta entusiasta e carica di energie prende il via dal piazzale della Madonna della Castagna, lì dove un tempo la Beata Vergine Maria apparve improvvisamente a due poveri uomini intenti a raccogliere una foglia di castagno e dove la Madre Santissima chiese ed ottenne lʼedificazione di quella Chiesa, tanto modesta e semplice e tanto cara a Santo Papa Giovanni XXIII, che il visitarla oggi, pure fugacemente, regala un senso di pace e serenità. Santuario Madonna della Castagna Quel primo tratto pianeggiante che fiancheggia i piedi dei pendii collinari, da un lato, e lʼesteso prato, dallʼaltro, sono solo il modo per scaldare i muscoli prima di IMMAGINARLA mentre sale con vigore la ripida via Fontana che, stretta tra le mura di vecchie corti ed abitazioni, sbocca quindi più larga presso San Rocco Confessore, chiesa sui cui muri a secco che sorreggono la lunga scalinata compare lʼesortazione ad “aprire le porte a Cristo” proferita da un altro Grande pontefice, il Santo Papa Giovanni Paolo II.

Mentre il panorama si allarga sulla sottostante conca del Pascolo dei Tedeschi, la salita ha placato la propria pendenza e si allunga, ora sinuosa, sino alla Scaletta di San Sebastiano la cui moderna ristrutturazione, a dispetto della omonima soprastante chiesetta che trasuda di antico, ha perso il fascino del tempo passato. IMMAGINIAMOLA, Ilaria, mentre riprende fiato e si disseta presso quella prima fontanella ai piedi della Botta di San Sebastiano e mentre gioisce dellʼimmenso panorama circostante che, col ciel sereno, le consente quasi di toccare le severe pareti innevate del Monte Rosa. La strada di via Colle dei Roccoli è unʼaltra balconata, una panoramica verso la Valle San Martino, e si allunga sino al punto più elevato del percorso, la modesta quota 440 metri.

Lasciata alle spalle la Trattoria allʼAlpino, inizia la rilassante discesa verso lʼagriturismo Le Sorgenti. Qui tutto cambia, mutano panorami ed ambientazione, si odora lʼumidità e la frescura del bosco: il percorso, sinora sviluppatosi sulle poco trafficate strade verso i Colli, prosegue ora lungo il classico sentiero collinare e si immerge nella fitta boscaglia ricca di castagneti ove non sarà difficile IMMAGINARE Ilaria mentre raccoglie quei piccoli frutti autunnali che probabilmente avranno allietato tante belle serate con gli amici. Qualche capanno da caccia punteggia alcune radure nella boscaglia, sin quando il sentiero raggiunge il Colle Roccolone per poi discendere ripidamente sino alla ciclopedonale della Quisa.

IMMAGINIAMOLA ancora per un ultima volta, Ilaria, mentre percorre – stanca ma soddisfatta – lʼultima parte del suo sentiero: quel lungo serpentone pianeggiante che fiancheggia il cheto torrente e regala lʼampia veduta sul Canto Alto prima della ripida stradetta che, risalita, raggiunge la groppa del panoramico sperone sul quale sorge lʼantico Santuario di Sombreno.

Cristian Riva

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1 Commento

1 Commento

  1. Diego Rota

    15 Novembre 2020 at 17:49

    Grazie per il ricordo di mia figlia Ilaria. Il percorso descritto attraverso i suoi occhi sembra ancora più bello, anche se è struggente pensare alle giornate passate lungo quel sentiero con lei

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