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Cronaca

Che sia l’ultima pandemia. “Sprecato il mese di febbraio 2020”, cosa dice lo studio degli esperti

Un report indipendente sulla pandemia da Covid-19 spiega come il mese di febbraio sia stato cruciale. I legali della causa civile: “Italia impreparata, impossibile negare responsabilità istituzionali ormai inoppugnabili”

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Un “cocktail tossico” di scelte strategiche sbagliate, riluttanza ad affrontare le disuguaglianze e un sistema non coordinato è alla causa della “catastrofica crisi umana” che stiamo vivendo come conseguenza della pandemia che “avrebbe potuto essere evitata”. A gettare luce sulle responsabilità nella gestione di quella che si è rivelata essere appunto una delle più devastanti pandemie mondiali è un rapporto pubblicato da un gruppo di esperti indipendenti istituito dal direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Il nome dello studio “Make it last pandemic” suona quasi come un monito: “Che sia l’ultima pandemia”, a sottolineare la totale sottovalutazione e impreparazione imputabili all’Oms e agli stati avanzati, tra cui l’Italia. “Ci sono stati ritardi evidenti in Cina ma ci sono stati ritardi ovunque”: è la conclusione dell’ex primo ministro neozelandese Helen Clark, co-presidente del gruppo di esperti.

Pandemia evitabile, responsabilità a tutti i livelli

Circa le responsabilità dell’Oms “è passato troppo tempo”, osservano gli esperti, tra la notifica di un focolaio di polmonite sconosciuta a metà dicembre 2019 e la dichiarazione il 30 gennaio dell’emergenza sanitaria. Ma anche agendo una settimana prima, le cose difficilmente sarebbero cambiate di fronte “all’inazione di così tanti Paesi”.

“Questa situazione – ha spiegato in conferenza stampa Ellen Johnson Sirleaf – è dovuta a una miriade di fallimenti, lacune e ritardi tanto nella fase di preparazione alla pandemia quanto in quella della risposta”. Lo studio indipendente seppur commissionato dall’Oms, non toglie responsabilità all’Organizzazione indicata proprio come responsabile dell’inerzia che ha portato alla diffusione del virus, insieme ai Paesi avanzati. I responsabili sono tanti. Ma c’è di più: c’è stato un momento esatto in cui si poteva fare qualcosa e invece non è stato fatto: “Tutto il mese di febbraio 2020 è stato sprecato”, accusano gli esperti. Che puntano in particolare il dito contro i Paesi avanzati. Ma anche la Cina ha grosse responsabilità per aver dichiarato troppo tardi lo stato d’urgenza mondiale. Uno degli snodi principali si trova a pagina 15, dove si legge che “prima della pandemia c’è stata incapacità di prendere sul serio la preparazione”.

“Covid-19 ha colto di sorpresa vaste parti del mondo e non avrebbe dovuto farlo”

Questi il passaggio a pagina 15. “In meno di tre mesi da quando SARS-CoV-2 è stato identificato per la prima volta come la causa di gruppi di casi insoliti di polmonite a Wuhan, in Cina, COVID-19 era diventata una pandemia globale che minacciava tutti i paesi del mondo. Sebbene funzionari della sanità pubblica, esperti di malattie infettive e precedenti commissioni e revisioni internazionali avessero avvertito di potenziali pandemie e sollecitato preparativi robusti dal primo focolaio di SARS, COVID-19 ha ancora colto di sorpresa vaste parti del mondo. Non avrebbe dovuto farlo. Il numero di focolai di malattie infettive sta accelerando, molti dei quali hanno un potenziale pandemico. È chiaro al gruppo di esperti scientifici che il mondo non era preparato e aveva ignorato gli avvertimenti che hanno provocato un enorme fallimento: un’epidemia di SARS-COV-2 è diventata una pandemia devastante”.

Passate in rassegna le altre varie epidemie come la SARS, H1N1, Ebola e MERS si legge un’amara conclusione: “Nonostante i messaggi coerenti secondo cui era necessario un cambiamento significativo per garantire la protezione globale contro le minacce pandemiche, la maggior parte delle raccomandazioni non è mai stata implementata“.

Il focus su febbraio il “mese perduto”

Il testo continua con un focus su febbraio, un mese così determinante anche per le sorti dell’Italia dove – dopo l’isolamento dei primi due focolai (quello di Codogno e quello di Vo), non vennero più intraprese misure contenitive urgenti lasciando dilagare il virus soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia. In particolare Bergamo e la Valle Seriana hanno pagato il prezzo altissimo della mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo (dopo i primi casi del 23 febbraio) e della mancata zona rossa.

“La domanda che dobbiamo porci – si legge – è perché la dichiarazione del PHEIC (stato di emergenza) non ha stimolato ulteriori azioni, quando la minaccia imminente avrebbe dovuto essere chiaramente evidente? Dopo un inizio balbettante alla risposta globale nel gennaio 2020 entro la fine di quel mese, era chiaro che sarebbe stata necessaria una risposta su vasta scala. È palesemente ovvio per il gruppo di esperti scientifici che febbraio 2020 è stato un mese perduto, quando avrebbero potuto e dovuto essere intraprese misure per ridurre l’epidemia e prevenire la pandemia. L’analisi del gruppo di esperti scientifici suggerisce che la mancata risposta della maggior parte dei paesi nel mese di febbraio è stata una combinazione di due cose. Una era che non apprezzavano sufficientemente la minaccia e non sapevano come rispondere. La seconda era che, in assenza di certezze su quanto gravi sarebbero state le conseguenze di questo nuovo patogeno, “aspetta e guarda” sembrava una scelta meno costosa e meno consequenziale di un’azione concertata di sanità pubblica”.

Pandemia da Covid-19, cosa ci ha insegnato

Il gruppo di esperti raccomanda dunque ai i governi e alla comunità internazionale di adottare senza indugio una serie di riforme volte a trasformare a livello globale  il sistema di preparazione, allerta e risposta alle pandemie. Per questo, nel rapporto si suggeriscono diverse strade, tra cui la creazione di un Consiglio mondiale per combattere le minacce alla salute, nonché l’istituzione di un nuovo sistema di sorveglianza globale basato sulla “trasparenza totale”. Questo sistema darebbe all’Oms il potere di pubblicare immediatamente informazioni sulle epidemie che potrebbero trasformarsi in pandemia senza chiedere l’approvazione dei Paesi. Il rapporto fa anche una serie di raccomandazioni per porre fine alla diffusione del Covid. Tra questi, l’invito ai paesi ricchi a fornire più di due miliardi di dosi di vaccino entro la metà del 2022, di cui almeno un miliardo entro settembre.

I legali della causa civile: “Italia impreparata e responsabile”

Dopo la pubblicazione e la diffusione dello studio è arrivato il commento dei legali delle parenti delle vittime che, da Bergamo, hanno intrapreso una causa civile contro Ministero della Salute e Regione Lombardia. “E’ un rapporto che inchioda le istituzioni italiane alle proprie responsabilità omissive o in violazioni di legge, come stiamo rilevando, anche nelle opportuni sedi, da oltre un anno – commenta Consuelo Locati -. Nel rapporto si evidenzia che è inconfutabilmente responsabilità degli stati intervenire sia per adottare un piano pandemico adeguato a fronte delle accertate conseguenze, in termini di vite umane e di ripercussioni economiche sul sistema, delle precedenti epidemie Sars del 2003 e del 2009 e sia per attuare tutto quanto previsto dalla regolamentazione sanitaria internazionale adottata del 2005, che gli esperti stessi confermano essere un obbligo degli stati recepire nella propria legislazione nazionale: in Italia l’unica esistente risale al 1982. Ed in Italia non esiste una legislazione sanitaria in tema di emergenze sanitarie epidemiche, come previsto dal RSI”.

“Di fatto – conclude Locati – questo rapporto fornisce un ulteriore fondamento probatorio a tutte le contestazioni avanzate dai familiari delle vittime nell’ambito della causa civile radicata avanti il Tribunale di Roma che, ancora una volta, risulta arricchita di un ulteriore riscontro circa la fondatezza attraverso un documento redatto da un gruppo di esperti incaricati da un’organizzazione internazionale e, quindi, soggetti estranei alle parti in giudizio e, pertanto, ancora più attendibili. Ora siamo curiosi di vedere quali altri alibi e/o censure verranno anche mediaticamente opposte per non ammettere di fronte ai cittadini ed in particolare ai familiari delle vittime le responsabilità istituzionali ormai inoppugnabili”.

Gessica Costanzo

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2 Commenti

1 Commento

  1. ivan

    13 Maggio 2021 at 8:28

    I responsabili di questo genocidio avranno un nome e un cognome?

  2. Alberto

    13 Maggio 2021 at 15:24

    Le risposte da ottenere sono molte:
    – perchè si è diffusa così fortemente in alcune province ed in altre molto meno?
    – perché se il virus circolava in Italia già da agosto 2019, è tutto esploso solamente a febbraio, proprio quando si è iniziato a non curare più i malati che presentavano sintomi riconducibili al Covid?
    – perchè si è sabotata (e si continua a farlo) la cura dei malati, a molti medici (puntualmente silenziati) nota già dalle prime settimane, per un’inutile e dannosa pandemia di tamponi e una criminale “vigile attesa”?
    – perché si continua ad insistere con deleteri “lockdown” quando i dati di tutto il mondo dicono chiaramente come non diano alcun beneficio rispetto ad altre misure più efficaci dal punto di vista sanitario e che non costringano la gente a chiudere attività ed andare in depressione?
    – perché si continua ad insistere sul fatto che la gente debba venire rinchiusa in casa, quando è arcinoto che all’esterno il contagio è praticamente impossibile, il sole e l’aria aperta fanno bene e la maggior parte dei contagi avviene fra le mura domestiche?
    Etc. etc.

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