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Cronaca

Scuola, oggi il giorno dello sciopero. in bergamasca partecipazione differenziata

Partecipazione differenziata nelle scuole bergamasche in occasione dello sciopero nazionale indetto oggi

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“È un punto di partenza per rivendicare azioni concrete e non solo promesse, tavoli di discussione e accordi che restano lettera morta”: così, da Milano, dalla manifestazione unitaria appena conclusa, Fabio Cubito, segretario generale della FLC-CGIL di Bergamo, parla del significato dello sciopero di oggi nel mondo della scuola. La mobilitazione nazionale è stata indetta da FLC-CGIL, UIL scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams, diverso tempo prima rispetto alla proclamazione dello sciopero generale che si terrà invece il 16 dicembre (ma non più per i lavoratori della scuola).

Negli istituti scolastici della provincia di Bergamo “la partecipazione è stata piuttosto differenziata, per quello che siamo riusciti a sapere fino ad ora: ci sono scuole dove l’adesione è stata buona, mentre in altre meno” prosegue Cubito. “La mobilitazione nazionale è stata per noi una scelta obbligata: il  passo in avanti che tanto si attendeva nella trattativa con il governo non c’è stato. Dal confronto aperto sul Contratto nazionale e sui contenuti della Legge di Bilancio ci aspettavamo di ricevere segnali concreti dall’esecutivo, dopo che avevamo siglato intese a diversi tavoli con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Non è, però, accaduto”.

“Scioperiamo perché sono rimaste irrisolte criticità anche nella nostra provincia” ha ripetuto oggi Fabio Cubito. “Torniamo a segnalarne due: in primo luogo la bozza della Legge di Bilancio non prevede alcuna proroga dei finanziamenti del personale aggiuntivo Covid fra gli ATA (mentre lo fa per i docenti). Il personale arrivato nelle scuole con queste funzioni – e previsto fino a dicembre – sta permettendo anche in Bergamasca un’apertura e una sorveglianza nei plessi, che resta però risicata. Questo significa che gli ATA aggiuntivi stanno oggi tamponando una carenza strutturale che è ora di sanare. Se si toglie anche questo personale, le scuole nella nostra provincia, come immaginiamo in molte altre, faticheranno a garantire livelli adeguati di presenza e pulizia. Molti plessi non hanno già oggi la copertura intera dei turni dei collaboratori scolastici”.

“Il secondo motivo di delusione è che nulla viene previsto per il concorso dei cosiddetti facenti funzione di Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA)” prosegue Cubito. “Da anni lo chiediamo, e da anni, invece, finisce che a fronte di una carenza di queste figure specifiche, si ricorre alla disponibilità degli assistenti amministrativi interni alle scuole che si assumono responsabilità aggiuntive senza un adeguato incremento dei compensi. Per questi assistenti serve un concorso specifico che nessuno sembra prendere in considerazione. Eppure la presenza della figura del DSGA è indispensabile per la predisposizione e l’adozione di tutti gli atti amministrativo-contabili dell’istituzione scolastica e la sua assenza preclude la regolare erogazione del servizio scolastico. Sono 96 su 140 gli istituti scolastici della provincia di Bergamo rimasti senza DSGA titolari (ora ruoli coperti temporaneamente da personale facente funzione, appunto)”.

Ecco le motivazioni che hanno portato alla mobilitazione del mondo della scuola

1-Il rinnovo contrattuale. Servirebbero 350 euro al mese per adeguarsi alla media europea, ma in Finanziaria ce ne sono appena 87 più 12 euro per premiare una non meglio definita “dedizione professionale” e quindi neanche per tutti, praticamente una mancia.

2- La questione dell’organico Covid, utilizzato durante la pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuole e per sdoppiare le classi troppo numerose e che è stato prorogato solo per i docenti, escludendo quindi il personale Ata.

3- Il personale precario e la necessità di stabilizzarlo come ci ricorda spesso anche l’Europa: sul tema nessun confronto è stato ancora aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito.

4- Le classi troppo numerose: non è stato previsto praticamente nulla così come su temi apparentemente tecnici, ma fondamentali per il funzionamento della scuola e la dignità delle persone.

5-Le misure legate a situazioni professionali come quella dei Direttori amministrativi facenti funzione (sostituti dei DSGA): manca un concorso ad hoc per chi da anni svolge il ruolo di sostituto. Sarebbe una misura a costo zero.

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