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Angelika Rainer oltre i limiti: in Spagna supera il grado 9A di arrampicata su roccia

L’arrampicatrice Angelika Rainer meranese di nascita, ma residente in Val Gandino oltre i limiti: in Spagna supera il grado 9A di arrampicata su roccia

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E’ meranese di nascita, ma in Val Gandino risiede da anni, portando con sé un incredibile palmares ed ora anche un importante record. Angelika Rainer è stata tre volte campionessa mondiale (2009, 2011 e 2013) e due volte vincitrice della Coppa del Mondo (2012 e 2015) di arrampicata su ghiaccio. Nel 2017 Angelika Rainer è stata la prima donna al mondo a superare un tiro di drytooling (arrampicata con piccozze su roccia) gradato D15 sulla Marmolada. Laureata in Scienze Agrarie all’Università di Bolzano, con l’allenatore-compagno Marco Servalli condivide un appezzamento di terreno in Val Seriana in cui coltiva mirtilli, lamponi, more, ribes, trasformandoli in marmellate e succhi. Ora una nuova performance di rilievo mondiale, che a trentasei anni l’ha riportata al “primitivo amore” dell’arrampicata su roccia, specialità che nel 2008 la vide completare la prima ripetizione femminile di Italia 61, una via 8a sul dolomitico Piz Ciavazes.

In Spagna ha completato la via Esclatamasters a Perles, sui Pirenei, stabilendo un record con il grado 9a, soprattutto se rapportato all’età in cui è stato stabilito.

“Il viaggio che mi ha portata a questo nuovo risultato – spiega Angelika – è durato quasi 25 anni. È trascorso quasi un quarto di secolo da quella prima lezione di arrampicata, dopo la quale mi è subito stato chiaro che avevo trovato quello che mi piaceva d’avvero, era partita la scintilla, ma la strada non è stata né dritta né in piano, ci sono stati sali e scendi e ho preso molti bivi, scegliendo di sperimentarmi in varie discipline dell’arrampicata. Ma ad un certo punto ho deciso di tornare al mio primo amore: l’arrampicata su roccia. Per la maggior parte di questi anni non ho nemmeno immaginato che un giorno avrei potuto arrivare a questo grado magico. Ma ad un certo punto il pensiero si è intrufolato nella mia testa, e come disse una volta Walt Disney: “If you can dream it, you can do it”.

“Dopo aver ammesso a me stessa, che questo sogno fosse inizialmente folle – aggiunge Angelika –  è arrivato il duro lavoro. Ho deciso che avevo bisogno di un supporto professionale e ho iniziato ad allenarmi secondo i consigli del campione del mondo Patxi Usobiaga; poi ho scelto una via che poteva essere sul mio stile di arrampicata, cioè predominante di resistenza. A ottobre dell’anno scorso sono partita per un primo viaggio in Spagna per vedere se la via scelta poteva essere fattibile, ma soprattutto se mi sarebbe piaciuta. Arrivando nella frazione di Perles, un conglomerato di una decina di case di sassi ed una chiesetta romanica, si vede uno spettacolare arco di roccia, e proprio su uno dei lati di questo arco sale la linea di Esclatamasters; è stato chiaro da subito che il posto era bellissimo e che la via mi piaceva. Dopo qualche giro sono riuscita a fare tutti i singoli movimenti, anche se un paio erano davvero molto al limite e a questo punto ero carica e speranzosa, perché fare i singoli di una via, ha per me sempre significato che prima o poi li potevo concatenare tutti, cosa che credevo di poter fare anche per questa via.

Durante questo primo viaggio, ho deciso di concentrarmi sul provare soprattutto la prima parte della via che strapiomba parecchio e richiede movimenti fisici, alternando canne da pinzare con svasi e qualche tacca. Alla fine del viaggio sono riuscita a fare Sin Perdon, un’8b+ che condivide con Esclatamasters tutta la prima parte e si separa alla grande canna a metà via. Le temperature ad ottobre erano più alte del solito e, insieme all’umidità nell’aria, creavano condizioni non ottimali per provare i movimenti sulla seconda parte della via, un muro grigio leggermente strapiombante con tacche sfuggenti, che spesso si tengono con meno della prima falange delle dita”.

In Spagna Angelika Rainer è tornata a metà febbraio. “Ho trovato – racconta –  condizioni totalmente diverse, temperature più basse e un venticello frizzante, e sentivo le prese molto meglio. I miglioramenti sono arrivati quasi da subito. Il quarto giorno sulla via sono riuscita ad arrivare in catena con due resting ed il sesto giorno ho ridotto ad un solo resting. Da questo punto ho assistito ad un affascinante processo di continui miglioramenti che non avevo visto su nessun altro progetto in precedenza. Solitamente cadevo molte volte allo stesso movimento chiave, oppure in un tentativo miglioravo e in quello successivo peggioravo; qui invece ogni giorno che provavo la via ho avuto un progresso, riuscivo a fare uno, due, o tre movimenti in più per poi arrivare a rinviare la sosta con un urlo che ha risvegliato la valle, ed un sorriso enorme sulla faccia”.

La notizia, diffusa dai principali siti dedicati all’arrampicata ha fatto da subito la gioia di tanti appassionati e degli amici del Koren Climb di Gandino, guidato da Davide Rottigni, che domenica 19 marzo ha salutato la fortissima arrampicatrice alla tradizionale Fiera di San Giuseppe. “Ringrazio il mio compagno Marco ed i miei amici Barbara e Gordon – conclude Angelika –  per il loro supporto, le sicure pazienti ed il tifo caloroso e vorrei ringraziare i miei sponsor Karpos, Grivel, Kiku Apples e La Sportiva per essere sempre al mio fianco ed aver creduto in me anche nei momenti in cui ho deciso di cambiare”.

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