Seguici su

Cronaca

Inchiesta Covid: Fontana e Gallera hanno chiesto di parlare al Tribunale dei Ministri di Brescia

Fontana e Gallera chiedono di essere ascoltati: il Tribunale dei Ministri di Brescia decide entro fine luglio

Pubblicato

il

Sono passati oltre 3 anni dall’inizio della pandemia in Italia che così tragicamente ha travolto la provincia di Bergamo e la Valle Seriana. Calato velocemente il silenzio istituzionale e mediatico sulla vicenda che è sempre stata raccontata come uno “tsunami imprevedibile” di contro alle migliaia di pagine prodotte dalla Procura di Bergamo che mettono nero su bianco la normativa, le procedure da seguire e le responsabilità, oggi apprendiamo che il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana e il consigliere regionale Giulio Gallera, che era assessore al Welfare all’epoca dell’emergenza Covid, chiedono di essere ascoltati dal Tribunale dei Ministri di Brescia. Qui sono state trasferite, per una questione procedurale, le posizioni loro e di altri undici indagati (tra i quali tecnici nazionali come Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, Claudio D’Amario e l’allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli) nell’inchiesta per epidemia e omicidio colposi che i pm di Bergamo hanno chiuso a marzo, dopo tre anni d’indagini alla ricerca di responsabilità per i morti della prima ondata in Val Seriana.

Chiedono di parlare ora, alla luce delle archiviazioni delle posizioni dell’allora premier Giuseppe Conte e all’allora ministro della Salute Roberto Speranza indagati anche per reati commessi in cooperazione come appunto la mancata zona rossa.

Conte e Speranza il 7 giugno sono stati archiviati dal Tribunale dei Ministri, su richiesta della Procura bresciana, perché per i 3 giudici civili del Tribunale dei Ministri (Mariarosa Clara Pipponzi, Vicenzo Domenico Scibetta e Michele Stagno)”il fatto non sussiste” ovvero – riassumendo il provvedimento di 29 pagine – non era nelle responsabilità di Conte istituire subito la zona rossa né di Speranza attuare il piano pandemico nazionale.

Sulle altre posizioni, il Tribunale dei Ministri dovrà decidere entro fine luglio, una volta ricevuto il parere della Procura di Brescia, e i difensori hanno tempo sino ad oggi per depositare memorie o chiedere che i loro assistiti siano sentiti. Jacopo Pensa e Federico Papa, gli avvocati del governatore anch’esso indagato per la mancata zona rossa, ieri hanno depositato l’istanza per l’interrogatorio. Guido Camera, legale dell’ex assessore Gallera, l’aveva fatto lunedì, depositando al Tribunale del Ministri e al procuratore di Brescia anche “una corposa memoria attraverso la quale abbiamo ricostruito analiticamente gli accadimenti della prima fase, chiarendo la catena di comando statale e regionale prevista dall’ordinamento, il ruolo che attribuisce all’assessore e, soprattutto, dando dimostrazione di tutte le azioni di sanità pubblica svolte tempestivamente da Regione Lombardia in pieno coordinamento con il Ministero della Salute e gli altri organi statali”. Allegata c’è “una consulenza epidemiologica che attesta che Regione ha agito al meglio delle sue possibilità in quel contesto, una pandemia talmente grave ed eccezionale che può essere paragonata solo alla “spagnola” del 1918”. 

Tutti i diritti riservati ©

Continua a leggere le notizie di Valseriana News e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *