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Cronaca

Cosa resta dei primi giorni del Covid in Val Seriana

Covid in Val Seriana 4 anni dopo: quello che resta sono tutte le domande che non hanno trovato risposte ufficiali

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Nembro, memoriale covid
Il memoriale di Nembro

A 4 anni da quella domenica 23 febbraio 2020 che cambiò la vita dei cittadini della Val Seriana e della provincia di Bergamo, oggi viene da chiedersi cosa resta di quei primi drammatici giorni ben impressi nella memoria di chi è stato sul campo, negli ospedali, e di chi ha perso qualcuno. Così come lo sono nei nostri ricordi e nelle centinaia di articoli che abbiamo dedicato a questa tragica pagina della nostra storia moderna.

Il 23 febbraio fu la giornata in cui si scoprì ufficialmente che il nuovo virus cinese che provocava la malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, dopo Codogno con il paziente 1 (2o febbraio 2020), era anche in Val Seriana. Precisamente all’ospedale di Alzano Lombardo. Grazie all’indagine della Procura di Bergamo, che si chiudeva proprio un anno fa, sappiamo che in verità i primi tamponi positivi della nostra provincia furono del giorno prima, ovvero sabato 22 febbraio, al Papa Giovanni di Bergamo.

Covid in Val Seriana: una storia ancora da riscrivere

Una storia, che ci siamo abituati a riscrive perché fatta sin dall’inizio di omertà e mancanza di assunzione di responsabilità. Così è di questi giorni la notizia che la nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid voluta da Fratelli d’Italia è legge ma non indagherà sull’operato delle Regioni.

Quello che viene da pensare è che, dopo le archiviazioni di vari tribunali ordinari e di quello dei Ministri, anche questo strumento previsto della Costituzione restituirà una verità parziale com’è stato fino ad oggi. E quello che resta sono dunque tutte le domande che non hanno trovato risposte ufficiali del perché l’Italia non fosse pronta. E soprattutto del perché questa zona non sia stata tutelata, come fatto in altre parti d’Italia, con gli strumenti previsti dalla legge che avrebbero potuto salvare centinaia di vite.

Ecco, oltre le ormai poche e tristi bagarre mediatiche a riguardo, oltre al silenzio assordante di questi giorni dei media nazionali, oltre alla enorme volontà e forza di chi è sopravvissuto a questa tragedia ed è andato avanti, restano solo ancora tante risposte da dare a tutti quei nomi, – a quelle vite, a quelle famiglie – scritti sul pannello del memoriale di Nembro e di tutti i memoriali d’Italia. Noi siamo qui anche solo per continuare a ricordalo.

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