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Cronaca

Giovani volontari contro la plastica nell’Artico: la missione di Maurizio Milesi

In questi giorni, il fotografo Maurizio Milesi, originario di Ranica, sta documentando le operazioni della ONG e del progetto “In the same boat”. Ne è nato anche un cortometraggio

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in the same boat

Tra i paesaggi maestosi del Nordland, sopra il Circolo Polare Artico, prende vita una delle più interessanti esperienze di volontariato ambientale in Europa: la missione di In The Same Boat, ONG norvegese nata nel 2017 con l’obiettivo di combattere l’inquinamento da plastica lungo le coste dell’Artico.

In questi giorni, il fotografo Maurizio Milesi, originario di Ranica, sta documentando da vicino le operazioni della ONG a bordo di una delle sue quattro barche a vela, testimoniando il lavoro quotidiano di giovani volontari che dedicano il proprio tempo – spesso settimane o mesi – a raccogliere rifiuti dalle spiagge e a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento marino.

Un nome che è già un messaggio

“In The Same Boat” – letteralmente nella stessa barca – è un nome carico di significato. Richiama la realtà concreta della vita in barca dei volontari, ma soprattutto sottolinea come l’intera umanità sia unita nello stesso destino quando si tratta di affrontare i grandi temi ambientali, plastica in primis.

La ONG è sostenuta da un sistema di finanziamento virtuoso: parte dei fondi proviene dal Handelens Miljøfond, fondo ambientale norvegese che raccoglie 50 øre (mezza corona) per ogni sacchetto di plastica venduto nei negozi del Paese. Un modo concreto per trasformare un piccolo gesto quotidiano in sostegno attivo alla tutela dell’ambiente.

Vita a bordo e lavoro sul campo

Durante la sua prima settimana con la ONG, Milesi ha preso parte alla pulizia dell’isola di Lundøya, nel cuore dell’Artico norvegese. L’isola, lunga circa 74 km di costa, è stata liberata da 2,3 tonnellate di rifiuti plastici in appena dieci giorni.

Le giornate dei volontari seguono una routine precisa: sveglia alle 7:30, colazione a bordo, poi partenza con la barca da lavoro verso le zone da ripulire. Dopo il pranzo sul campo, si continua a raccogliere fino al tardo pomeriggio. Tornati alla barca a vela – che funge da casa, base operativa e simbolo del progetto – ci si divide i compiti: cucinare, lavare i piatti, impastare il pane. Anche questi gesti fanno parte della vita comune e della sostenibilità quotidiana.

La maggior parte dei volontari ha meno di trent’anni. Le motivazioni sono diverse: c’è chi parte per il desiderio di avventura, chi spinto da un profondo amore per l’ambiente, chi da entrambe le cose. Ma tutti condividono un tratto comune: la ricerca di un impegno che abbia senso.

Molti parlano apertamente di eco-ansia. Alcuni la vivono come un segnale d’allarme, altri la considerano una spinta all’azione. In ogni caso, l’impegno a bordo non sembra guidato solo dal desiderio di placare un disagio personale, ma piuttosto da una vera e propria volontà di prendersi cura del pianeta. Di fare la propria parte.

La plastica nell’Artico: un problema globale

Il Mar Glaciale Artico è molto meno incontaminato di quanto si creda. La plastica che arriva qui ha origini sia locali – pesca, turismo, rifiuti non gestiti – sia globali, trasportata da correnti come la Corrente del Golfo che portano rifiuti da migliaia di chilometri di distanza.

Una volta in mare, la plastica si frammenta in micro-particelle, finendo nelle catene alimentari e diventando pressoché impossibile da rimuovere. Le reti da pesca, le corde e gli oggetti galleggianti rappresentano un pericolo concreto anche per la fauna selvatica, che può impigliarsi o ingerirli.

La strategia operativa di In The Same Boat si basa su una logistica efficiente: le barche a vela fungono da basi mobili. Ogni area viene raggiunta via mare e la barca resta ancorata per l’intera durata della missione. Le operazioni di pulizia vengono svolte con imbarcazioni leggere capaci di sbarcare anche sulle coste più impervie. Questo riduce drasticamente le emissioni di CO₂ legate al trasporto via terra.

Un progetto che coinvolge anche le comunità locali

Durante la permanenza a Skutvik e nelle zone limitrofe, i volontari hanno ricevuto un’accoglienza calorosa. Alcuni residenti si uniscono attivamente alla raccolta dei rifiuti e si dicono sorpresi dalle quantità di plastica che continuano ad arrivare a riva.

Anche gli skipper che guidano le barche sono ex-volontari che hanno scelto di rimanere e trasformare questa esperienza in una missione a lungo termine. Sono tra le figure più motivate, spesso coloro che più sentono la necessità di avere un impatto concreto.

Il viaggio continua

Maurizio Milesi si è successivamente unito a un altro equipaggio per raggiungere prima Finnmark e successivamente Tanafjordenuna e incontrare Rolf-Ørjan Høgset, fondatore dell’organizzazione. Quest’occasione gli ha permesso di approfondire le origini del progetto, le sue prospettive future e la visione che guida una delle realtà più attive nella lotta alla plastica nel Nord Europa. Da questo incontro è nato anche in cortometraggio che si può vedere qui https://www.inthesameboat.eco/tanafjorden/. Nei prossimi giorni saranno disponibili anche i sottotitoli in italiano.

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