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Cronaca

Vandalismo sulla vetta della Presolana: danneggiate foto e memorie

Vandalismo a 2500 metri sulla vetta della Presolana: danneggiate foto, memorie e il libro di vetta

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Memorie nascoste tra i sassi, oltre a quelle buttate tutto in giro in vetta

Un gesto inaccettabile ha colpito la vetta della Presolana occidentale a 2500 metri, uno dei luoghi simbolo dell’alpinismo lombardo e punto di memoria per molti escursionisti esperti. A raccontarlo sul suo profilo Facebook è l’alpinista di Vertova Fabio Bombardieri, che sabato ha scoperto, con amarezza e sgomento, numerosi atti vandalici compiuti in cima alla montagna.

«Sabato mattina ho deciso di tornare sulla Presolana – racconta Bombardieri – nonostante ci fossi già stato pochi giorni prima con Liana per ricordare l’amico Stefano (Stefani Poli, scomparso il 28 luglio durante un’escursione in alta Valle Brembana, ndr.). Questa volta ero solo e ho scelto una variante del percorso che mi ha portato proprio sotto la croce di vetta. È lì che ho trovato le prime tracce del vandalismo».

Vandalismo sulla Presolana: distrutto il libro di vetta

Poco distante dalla croce, Fabio nota una foto commemorativa a terra, presumibilmente portata in vetta da qualcuno in memoria di un caro. Qualche passo più avanti, incontra quattro giovani che stanno raccogliendo altre foto sparse tra le rocce. Insieme fanno una triste scoperta: una fotografia in ceramica, da anni presente sulla vetta, è stata distrutta a sassate. Anche il volto scolpito e dipinto di Gesù, seppur sbiadito dal tempo, è stato intenzionalmente colpito e deturpato.

Non finisce qui. Il libro di vetta – in cui gli escursionisti lasciano pensieri e testimonianze del proprio passaggio – è stato strappato in mille pezzi e gettato via. Nel contenitore che lo custodiva, è stato infilato con forza un grosso sasso, in modo da impedirne la sostituzione.

Sotto un altro sasso, Fabio e i quattro ragazzi trovano un intero pacchetto di foto memoria. Sono le immagini e i ricordi che gli alpinisti portano fin lassù per onorare i propri cari. Tutti questi materiali vengono recuperati e sistemati, con impegno e rispetto, in un angolo del contenitore danneggiato.

Sparita anche una targa commemorativa

Ma il dolore più grande arriva poco dopo: una piccola targa in acciaio inox, lasciata tempo fa ai piedi della croce da Barbara in ricordo del compagno Elio, è sparita. Le fascette che la tenevano fissata sono state tagliate e della targa non c’è più traccia, nonostante le lunghe ricerche.

Anche la campanella posta sulla vetta, un altro simbolo caro agli escursionisti, è stata colpita con violenza. Per fortuna è solo allentata, ma resta il segno di un gesto che appare deliberato e irrispettoso.

«Solo pochi giorni fa il volto di Gesù era ancora lì», conclude Bombardieri, allegando alcune fotografie che documentano i danni. Le immagini parlano chiaro: non si tratta di semplice incuria, ma di un attacco consapevole a un luogo carico di significato e spiritualità.

L’episodio ha suscitato profondo sdegno tra la comunità degli alpinisti e degli amanti della montagna. Si spera ora che le autorità competenti possano individuare i responsabili e che si possa presto ripristinare la dignità di un luogo tanto caro a chi frequenta le Orobie.

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