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Cronaca

Esposizione delle salme in chiesa: in Regione si riapre il confronto

Audizione oggi in Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Lombardia per trattare il divieto di esporre le salme in chiesa nei giorni precedenti al funerale

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Durante l’audizione che si è tenuta oggi in Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Lombardia, è tornata alla ribalta una questione delicata ma molto sentita da cittadini e istituzioni locali: il divieto di esporre le salme nelle chiese nei giorni precedenti al funerale.

Un tema che continua a far discutere, e che oggi ha messo in luce posizioni diverse ma entrambe legittime. Da un lato, i sindaci, che hanno portato in Regione la voce di molte comunità contrarie a un divieto vissuto come una forzatura. Dall’altro, i rappresentanti delle imprese funebri, che difendono gli investimenti fatti nelle Case del Commiato, strutture nate per rispondere alle norme igienico-sanitarie introdotte dalla legge regionale del 2009.

Salme in chiesa: “Serve buon senso, non scontro”

A chiedere un approccio più equilibrato sono stati i consiglieri regionali del Partito Democratico Davide Casati e Jacopo Scandella, che hanno invitato a superare la contrapposizione tra pubblico e privato: “È importante trovare un punto d’incontro, una soluzione che tenga conto di tutti: della necessità di rispettare le normative igienico-sanitarie, certo, ma anche del bisogno delle persone di salutare i propri cari in luoghi familiari, come può essere una chiesa o uno spazio pubblico del proprio Comune.”

Secondo i consiglieri dem, la strada da percorrere è quella di un aggiornamento della normativa regionale.
L’idea è semplice: non escludere a priori i luoghi di culto o gli spazi comunali, ma permetterne l’utilizzo solo se adeguatamente attrezzati e conformi alle norme nazionali. “I criteri devono essere chiari e rigorosi, ma applicati con buon senso. Non possiamo ignorare il valore che certi luoghi hanno per le persone, soprattutto in momenti così delicati.”

Una richiesta che parte dai territori

La questione non è teorica: riguarda la quotidianità di molte famiglie lombarde, che oggi si vedono costrette a rinunciare a tradizioni radicate o a spostare la veglia funebre in strutture private, anche contro la propria volontà. “Non è una battaglia contro qualcuno, ma una proposta per dare più possibilità ai cittadini e ai Comuni, nel rispetto delle regole”, spiegano Casati e Scandella. “Pensiamo che sia giusto rivedere la norma e aprire anche a luoghi pubblici e religiosi, se messi in regola, come spazi dove accogliere le salme nei giorni prima del funerale.”

A proposito arriva il commento del Consigliere regionale e presidente delle V Commissione Territorio, infrastrutture e mobilità Jonathan Lobati.

“Condividiamo le preoccupazioni dei sindaci e dei presidenti delle Comunità montane che sono intervenuti oggi in Regione. Crediamo che si possa trovare una soluzione puntuale per risolvere il problema nei paesi molto distanti dai grandi centri, dove il servizio di casa del commiato non sempre è garantito. Da un lato sosterremo quindi una deroga per queste situazioni, con una serie di attenzioni nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, e dall’altro chiederemo alla Giunta regionale di stanziare contributi ai piccoli Comuni di montagna affinché possano adeguare agli attuali standard di riferimento le camere mortuarie già presenti nei cimiteri comunali”.

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