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10 DOMANDE ALL'AUTORE

INTERVISTA A SABRINA GREMENTERI

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Una volta ogni tanto, se si è costanti, anche al gratta e vinci si finisce con lo scoprire un piccolo premio. Così è anche nella continua ricerca di nuovi autori che vale la pena seguire, scoprire e poi recensire. È sicuramente stato un caso trovare sulla scrivania il romanzo di Sabrina Grementieri. Una lettura che mia moglie aveva dimenticato in giro per casa e che stava cercando per poterla restituire all’amica che gliela aveva prestata.

Ho passato un week-end a leggere una storia d’amore, piena di calore, di vita vera, dove uomini e donne sono reali e non necessariamente fenomeni paranormali. Mentre concordavamo l’intervista, Sabrina Grementieri ha avuto il riconoscimento meritato da parte della casa editrice Rizzoli. Credo che sarà ora più facile sentire parlare di lei. Il consiglio, a tutte, è quello di leggere uno dei suoi libri. Ci sono un sacco di parole che troppo spesso dimentichiamo di pronunciare ancora.

 

Ci alimentiamo in modo diverso, seguiamo diete, cerchiamo di migliorare il nostro aspetto fisico. i sentimenti come vengono visti in questa generazione così edonista?

 

Buongiorno William. Iniziamo con una domanda piuttosto spinosa, nel senso che si rischia di cadere in errate generalizzazioni. Di certo si può dire che ci si ama molto di più, si è attenti al proprio benessere fisico e psicologico. A mio parere però spesso si cade nell’eccesso. Ci si preoccupa così tanto di sé che rimane poco spazio per il prossimo, e soprattutto quando si tratta di una storia d’amore che si sviluppa in un rapporto si è meno pazienti, tolleranti e disposti al sacrificio.  Perché ho sempre pensato che un rapporto stabile e duraturo non sia fatto solo di farfalle nello stomaco e attrazione fisica, ma di sacrifici, rinunce e compromessi. Che, detta così, suona malissimo, ma in realtà quando le cose le fai perché c’è uno scopo ben preciso, il cammino diventa sempre più lieve,

C’è anche il risvolto della medaglia, purtroppo. Persone che si amano troppo poco, che hanno paura di restare sole, che confondono i sentimenti con la dipendenza. Ma questa è tutta un’altra storia.

 

I romanzi hanno permesso alle donne di emergere da una condizione che le vedeva relegate vicino al focolare. Come sono le tue protagoniste? E le immagini con un libro in mano?

 

Nonostante i miei tentativi di differenziare le mie protagoniste, queste finiscono sempre per essere donne dotate di una grande forza di volontà e determinazione. Personalmente non ci vedo nulla di male nell’immagine della donna con un libro in mano vicino al focolare. Anche perché rappresenterebbe una figura che si prende tempo per sé e per le proprie passioni. Faccio più fatica a pensare alle mie nonne sedute con un libro in mano. Al massimo con qualcosa da rammendare, oppure in piedi affaccendate fino all’ora di coricarsi.

Ringrazio le donne venute prima di me per le lotte che hanno intrapreso per la nostra emancipazione. Amo la mia indipendenza, la mia autonomia e la possibilità di scegliere il lavoro e l’hobby che più mi aggrada. Ciò non toglie che a me personalmente piace anche il mio ruolo di regina del focolare. Per quanto ami la mia libertà, non potrei fare a meno del mio porto sicuro al quale ritornare.

 

A chi regaleresti il tuo romanzo con l’augurio che possa contribuire a migliorare la visione su alcuni aspetti della quotidianità?

 

Rimanendo nel campo della lettura, ci sono davvero numerose lettrici esterofile alle quali mi piacerebbe far leggere i miei romanzi ma che so molto tenaci nelle loro idee. Per quanto ci siano posti al mondo che conservo come tesori preziosi nel mio cuore, rimango dell’idea che l’Italia sia paesaggisticamente, culturalmente e anche a livello culinario un paese splendido. Io adoro approfondire le descrizioni dei paesaggi, per esempio. L’ambientazione per me è fondamentale. 

 

Facciamo un accostamento culinario. Se il tuo libro fosse un piatto cosa sarebbe?

 

Anche qui vado un po’ controcorrente! Per quanto mi piaccia cucinare e mangiare, non sono stata travolta dalla moda della cucina , dunque mi viene davvero difficile pensare ad un piatto da accostare al libro! A dispetto del titolo non immagino qualcosa con le ciliegie, ma uno strudel di mele fatto con la pasta sfoglia, per esempio. Un guscio profumato, dorato e friabile, dall’apparenza fragile, ma con un cuore caldo, ricco, dai sapori e odori intensi: mele, uvette, vaniglia, cannella.

 

Harry Potter faceva incantesimi e nello spazio della durata del film abbiamo sperato tutti di avere una bacchetta magica. Tu cosa cambieresti se ti venisse donata?

 

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! E’ una domanda troppo generica, ed è passata la fase in cui a questa domanda avevo la convinzione mi mancasse qualcosa. Sono fortunata, io e la mia famiglia stiamo benone, e tutto quello che ci manca al momento è un po’ di tempo. Ma attorno a noi sarebbero mille le cose che vorrei cambiare: se penso al futuro per i miei figli un po’ di depressione mi viene. Inoltre sostengo dei progetti di aiuto ai bambini di alcuni paese poveri, e assistere a certe miserie mi fa male al cuore. E qui mi fermo, perché finirei per scrivere un racconto!

 

Quali sono gli ultimi romanzi che hai letto? Te lo chiedo solo a livello statistico, Donna Tart è fra le tue letture?

 

Non ho ancora letto Donna Tart. Al momento sto rileggendo Orgoglio e Pregiudizio della Austen. Ma sul comodino ho anche Elisabeth George, perché amo i gialli, e Massimo Lugli, perché abbiamo bravissimi autori italiani e ho intenzione di conoscerne il più possibile.

 

A cura di Wiliam Amighetti

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