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A MEZZOGIORNO DEL MONDO

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L’amore esiste. Basterebbe questo incipit da tramandare ai posteri per riassumere l’oceano letterario che narra del sentimento nobile. Poi bisognerebbe aggiungere che l’amore esiste in decine di sfumature e segnalare nelle istruzioni per l’uso che quelle di grigio, di nero o di rosso, vanno accuratamente evitate, altrimenti bisognerebbe aggiungere un sottotitolo, specificando che anche le ciofeche sono sopravvissute al biblico diluvio universale, salendo in groppa alle pulci e resistendo nei secoli. L’amore vero impregna pagine da illo tempore e continuerà a farlo, spinto dalla necessità di trasmettere l’amalgama di sentimenti che costituiscono il suo caleidoscopico essere. Così, per questa ragione, ho scelto di recensire un romanzo d’amore, per celebrare la giornata degli innamorati, che come i romanzi non avranno mai un età definita. Ho pescato anche io. Come il vecchio di memoria Hemingweiana ed ho trovato fra le maglie della mia rete un romanzo che potrebbe essere paragonato al pesciolino d’oro. A mezzogiorno del mondo, di Maria Cristina Sferra è un acquarello delicato.

È una poesia di Prevert, quella dove i ragazzi che si amano si baciano in piedi, è una traccia della colonna sonora della nostra vita ed infine è la storia d’amore, che benché abbia lo stesso fine ultimo denominatore, si lascia tessere con i punti maglia di una volta, quelli che poi trasformavano i fili di lana in qualche cosa di caldo che avrebbe protetto il battere del cuore.

La storia di due anime che per un intreccio strano del destino si trovano a dover condividere una stanza d’albergo, cercando di non invadere lo spazio preso dall’altro e avvicinando lentamente i propri confini così da entrare in quelli dell’altro senza quasi rendersene conto. Non è forse questo l’amore? L’idea che ciò che c’è in noi possa trovare spazio e terra fertile dove vivere e crescere in un luogo che sino ad un istante prima ci pareva sconosciuto? Non è forse il desiderio di allontanarsi dal nostro deserto domestico e di sentire l’acqua fresca che ci lambisce le caviglie e che sale e che ci riporta a vivere nel nostro elemento naturale? Maria Cristina Sferra merita qualche cosa di più. Se esistesse un festival canoro letterario ecco che la si vorrebbe come solista a cantare come una delle sirene che ammaliarono Ulisse e nessuno vorrebbe tapparsi le orecchie, perché alla parola amore non si deve opporre resistenza alcuna.

La Sferra non ha ramificazioni nel proprio albero genealogico che la possano ricondurre a quello della E.L. James ( per fortuna …) mentre invece potremmo sospettare che ci sia un innesto lontano con il casato dei Rowlings, visto che nel suo romanzo compare tutta la magia che trasforma un sentimento in un incantesimo senza fine, dove nessun antidoto è così forte da riuscire a sciogliere il vincolo. Fatevi un regalo. Leggetelo e riscoprite la voglia di avere nel vostro oceano di parole un piccolo pesce d’oro che nuota facendo ogni tanto capolino con la testa e chiedendo quale desiderio possa esaudire per voi. Vi troverete all’unisono a chiedere che sia l’amore. sempre e per sempre ancora.

 

A mezzogiorno del mondo (una storia d’amore) di Maria Cristina Sferra – ebook

 

Per una buona lettura si consiglia di appendere fuori dalla porta di casa un pendant con scritto NON DISTURBARE. Accendete candele profumate o stick di incenso. Gli dei si cibavano d’amore. Fatelo anche voi… .

 

A cura di Wiliam Amighetti

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