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Cronaca

OROBIE TUTTE DA SCOPRIRE, IL PROGETTO DEL PARCO IN AMBITO EXPO

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Ancora una volta un progetto del Parco delle Orobie Bergamasche coinvolge diversi enti nello studio e progettazione di un percorso che permetterà di conoscere l’immenso patrimonio delle nostre montagne attraverso un App. È stato presentato ieri mercoledì 6 maggio presso la Domus Bergamo, il progetto di ricerca “Il Parco delle Orobie Bergamasche in un network europeo: dalle tracce dell’orso alla centralità dei territori”.

Lo studio, dalla durata triennale, è curato dall’Università degli studi di Bergamo e ha l’obiettivo di valorizzare il Parco in occasione di Expo 2015, attraverso la realizzazione dal sistema di mapping interattivo Orobiemap. Lo studio rappresenta l’evoluzione del progetto di promozione territoriale Sulle tracce dell’orso messo a punto dal presidente del Parco Yvan Caccia in collaborazione con comuni e enti dei territori delle Comunità Montane della Valle Seriana Superiore, della Val di Scalve e della Val Brembana, per un totale di 44 comuni. Progetto che si arricchisce anche di una APP per i sistemi mobile che si chiama “Alps Orobie Grigna Parks”.

OrobieMap, questo il nome del sistema consultabile dal 16 maggio 2015 attraverso il sito del Parco https://www.parcorobie.it che permette di conoscere e analizzare l’area del Parco in maniera straordinariamente innovativa, consentendo ai cittadini di interagire  ed essere protagonisti di un modello rivoluzionario di cittadinanza attiva.

Fondamentali sono, a tal fine, la partnership siglata dall’Università di Bergamo rappresentata nell’incontro dal prof. Remo Morzenti Pellegrini, Prorettore delegato Rapporti con Enti Istituzioni pubbliche del territorio, tramite il network interuniversitario europeo Centralità dei territori con Université de Picardie – Amiens, Université de Compiègne, Anglia Ruskin University – Cambridge, Haute Ecole Provinciale Hainaut/Condorcet – Charleroy, Universitat de Girona, Fachhochschule Lübeck – University of Applied Sciences, Univerdad de Cantabria – Santander, ma anche il coinvolgimento del team di ricerca made in Bergamo, coordinato da Emanuela Casti e composto dai geografi Renato Ferlinghetti, Alessandra Ghisalberti, Federica Burini, Sara Belotti, Eva Gabaglio e dal tecnico laureato Andrea Azzini, oltre che da alcuni laureandi del corso di studio magistrale in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici. 

In questo primo anno di lavori, si sta procedendo  alla messa in rete delle risorse naturali e culturali del Parco, in un’ottica totalmente sostenibile, così come previsto da Expo 2015, per poi proseguire con l’inserimento del sistema protetto orobico nella rete europea di ricerca, con la realizzazione del sistema di mapping OrobieMap e, infine, con le competenze di analisi territoriale dell’Università bergamasca, per promuovere una cultura scientifica aperta e accessibile alla cittadinanza mediante strumenti comunicativi ad hoc.

“Stiamo mettendo a punto uno strumento rivoluzionario, capace di supportare politiche ambientali strategiche e di incentivare il turismo. Proprio il turismo, infatti, si prospetta come uno degli assi più importanti per lo sviluppo territoriale, sia pe la sua potenziale capacità di produrre reddito e occupazione, sia quale elemento propulsivo per uno sviluppo socio-economico del territorio. Quello che desideriamo per Bergamo e per l’intera area orobica, è che possa passare da essere un luogo di semplice scalo a una vera e propria meta di soggiorno e intendiamo riuscirci puntando su un pacchetto composto da risorse culturali, naturali, micro-imprenditoriali e sostenibilità ambientale conseguito con la partecipazione delle comunità locali. Siamo certi, infatti, che con un network così ampio di attori, professionalità e iniziative, riusciremo a metterei in campo un lavoro efficace, per il territorio e per i suoi stessi cittadini – ha dichiarato il presidente del Parco Yvan Caccia”.

In particolare, vengono valorizzate le risorse culturali (religiose e artistiche) ma anche i siti di heritage come edifici storici, musei ed ecomusei legati alle attività produttive e industriali delle valli (ad esempio: i cementifici, le manifatture tessili, la lavorazione del ferro e l’estrazione mineraria, in Val Seriana; l’attività termale, la produzione casearia o lo scambio transfrontaliero lungo la via mercatorum, in val Brembana), che hanno prodotto una particolare urbanizzazione, come quella della bassa Val Seriana; risorse naturali, ovvero quei siti che sono stati conservati in maniera particolarmente attenta, costituendo tuttora un patrimonio di pregio, unico nel suo genere, come: le risorse idriche, con le loro caratteristiche mineralogiche e termiche utili a favorire le attività tessili, cementizie o estrattive; le rocce calcaree, come quelle di Ardesio in alta Val Seriana utilizzate nell’edilizia, ma anche quelle orobiche, porose, che hanno permesso la creazione di grotte, forre e orridi, specie in Val Brembana, ma anche le aree protette, come il Parco del Serio nato da un coinvolgimento diretto degli abitanti, o quelle prodotte dalla Rete Natura 2000 (Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale). Senza dimenticare siti di pregio per loro biodiversità come quelli relativi alle cascate, o quelli che presentano alberi monumentali o opere di land art. Inoltre sono valorizzate le risorse di micro-imprenditoria (sia ricettive sia di ristorazione), selezionate in base ai criteri di sostenibilità e tipicità (marchi di qualità, appartenenza a consorzi o network che promuovono i saperi e le competenze locali).  Infine, è valorizzata la mobilità sostenibile dei principali itinerari della rete sentieristica, delle piste ciclopedonali, dei percorsi di heritage, delle vie antiche e della rete ferroviaria. 

Un progetto, dunque, innovativo nel metodo partecipativo e nell’approccio reticolare che proietta Bergamo e le Orobie bergamasche in una prospettiva mondializzata che valorizza relazioni e connessioni.

UNA APP PER CONOSCERE IL PARCO “Alps Orobie Grigna Parks”

Nell’ambito del progetto “Sulle tracce dell’orso” e nel più ampio piano di valorizzazione dei parchi della Lombardia, il Parco delle Orobie unitamente al Parco della Grigna settentrionale in Valsassina e Parco delle Orobie valtellinesi hanno realizzato una APP per dispositivi mobile distribuita gratuitamente su Apple Store e Google Play.

Nella APP sono presentati gli itinerari elaborati dai tre parchi sotto forma di elenco e/o raccolti per categoria. Per ogni itinerario verrà identificata la mappa territoriale di appartenenza. 

Ogni itinerario presenta sotto forma di elenco i punti di interesse geolocalizzati sulla mappa.

I punti di interesse selezionati sono dotati di schede descrittive con informazioni e approfondimenti, contatti e-mail e telefonici in formato touch, per telefonare e scrivere immediatamente.

Qualora l’itinerario presenti una traccia gpx questa verrà visualizzata sulla mappa, in caso contrario ogni punto di interesse viene geolocalizzato e per ognuno di essi è possibile attivare la funzione “portami” che aziona il navigatore di sistema del proprio device per raggiungere la località individuata.

Una APP di nuova generazione, realizzata da Moma Comunicazione, che permetterà al turista/cittadino di conoscere gli itinerari e le attrazioni dei parchi naturali del territorio lombardo sempre a portata di click. La App sarà distribuita gratuitamente sugli store Android e iOS a partire dalla fine di maggio.

 

I CENTRI PARCO 

Il Parco delle Orobie bergamasche ha costituito la prima rete di Centri Parco, inerente al progetto “I Parchi verso EXPO 2015 – Valorizzazione turistico-ricreativa delle aree protette montane” presentato dal Parco delle Orobie bergamasche, Parco Grigna Settentrionale e Parco Orobie valtellinesi e finanziato da Regione Lombardia. “Più in generale – sottolinea il direttore del Parco delle Orobie bergamasche, Mauro Villa – si tratta di un intervento di comunicazione finanziato da Regione Lombardia nell’ambito dei progetti EXPO 2015 realizzati dai Parchi regionali; il progetto del Parco delle Orobie bergamasche prevede oltre a sinergie con ulteriori finanziamenti per la ristrutturazione di significativi edifici rurali in montagna, anche la realizzazione di una rete di centri parco coordinati, aventi sede in edifici spesso restaurati o ristrutturati con il contributo del Parco, dotati di arredi ed apparati divulgativi omogenei. Uno dei temi fondamentali affrontati nei centri parco è l’importanza dell’agricoltura di montagna per la conservazione della biodiversità naturale”.

Obiettivo è il rinnovamento, la riorganizzazione e il potenziamento di 9 strutture già esistenti sul territorio, omogeneamente distribuite con funzione esclusivamente didattico-fruitiva. Le stesse saranno rilette in un’ottica di sviluppo dell’agricoltura di montagna, “attualmente il più valido strumento per mantenere l’equilibrio ambientale e garantire la biodiversità di tutto il territorio” – aggiunge il Mauro Villa.

Ognuno dei Centri Parco sarà dotato di: un totem multimediale su cui sarà possibile consultare i contenuti dell’App, arredi essenziali quali panche e/o porta-volantini e pannelli didattici. Per illustrare al meglio il progetto, inoltre, è stata realizzata una mostra costituita da 12 pannelli che indagano l’importanza dell’agricoltura di montagna per il mantenimento della biodiversità e del paesaggio, con specifica attenzione alle unicità boschive e prative, alle specie endemiche e alla flora e alla fauna in genere, ma anche ai paesaggi rurali, alle attività alpicolturali e alle produzioni artigiane. 

 
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