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Cronaca

COMMISSIONE MIGRANTI, ANCHE 2 ANNI PER UNA RISPOSTA. IL BLITZ DELL’ONOREVOLE FONTANA E I DATI DELL’ITER BUROCRATICO

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La Commissione migranti a Brescia sta valutando le richieste del 2014 in situazioni precarie, per questo per una risposta ogni soggetto può attendere anche 2 anni: è questo quanto emerso dal blitz del deputato bergamasco Gregorio Fontana, membro della Commissione d’inchiesta sul fenomeno dei migranti, che si è recato mercoledì mattina a Brescia proprio nella Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. 

Alla Commissione, attivata a maggio, fanno riferimento le quattro provincie della Lombardia, Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.

“Mi sono trovato di fronte ad un luogo inadeguato dove da diversi punti di vista – commenta l’Onorevole Fontana -: bisogna capire che oltre al problema dell’accoglienza, serve anche affrontare con grande attenzione quello più delicato della gestione dell’iter burocratico dei richiedenti asilo. A causa della lentezza, i migranti, attendono anche due anni prima di essere convocati e altrettanti per i successivi appelli. Una lentezza imputabile alle risorse inadeguate sia in termini di strutture che di personale. I membri della commissione, nonostante la buona volontà, non riescono a far fronte all’enorme quantità di richieste. Si tratta di un fenomeno non legato solo alla struttura bresciana, ma è una costante comune in tutte le strutture d’Italia. Stamattina in sede erano presenti solo due dei quattro commissari previsti, non per negligenza da parte loro, ma perché obbligati a svolgere il lavoro ordinario nelle strutture di appartenenza (Polizia di Stato e Prefettura). Inoltre, le condizioni in cui lavorano sono a dir poco precarie, costretti a lavorare in uffici piccoli, senza aria condizionata, in un normale appartamento all’interno di un condominio alle porte della città. Per questo ai membri della Commissione e al personale amministrativo impegnato va tutto il mio plauso e ringraziamento”.

Un lavoro sempre più gravoso visti i numeri che devono affrontare: “La Commissione di Brescia non sta lavorando per le richieste di quest’anno, ma bensì per quelle del 2014 e l’auspicio dei membri della Commissione è terminarle entro la fine dell’anno – sottolinea il parlamentare bergamasco di Forza Italia -. Il futuro quindi non è roseo, stando all’attuale situazione e ai continui giornalieri sbarchi, si rischia che le domande si quadruplichino con un relativo collasso organizzativo della struttura. La Commissione è oberata da migliaia di richieste, delle quali solo circa il 25% viene riconosciuta la protezione internazionale, le domande respinte sono circa il 56% e quasi il 19% sono accolte parzialmente con una protezione umanitaria limitata, valida solo per l’Italia. I dati confermano perciò come la stragrande maggioranza siano solo migranti economici e non abbiano diritto alla protezione umanitaria. Di fronte a questi numeri e situazione, non si può che biasimare la colpevole negligenza e mancanza d’iniziativa da parte del governo che pur avendo ben chiara la paralisi di queste strutture non prende nessuna iniziativa per far sì che queste commissioni siano messe nelle condizioni di lavorare in modo efficiente per ridurre i tempi d’attesa e favorire l’inserimento di coloro che hanno diritto e/o rimpatriare i migranti economici che tentano d’aggirare le nostre leggi”.

Infine, l’Onorevole Gregorio Fontana, annuncia che “di fronte ad una situazione così grave non serve solo una denuncia, ma idee concrete. Per questo ho preparato una proposta di legge, che prevede la presenza di una commissione in ciascuna Prefettura, composta da persone competenti e trovando le risorse umane disponibili non solo da dirigenti di polizia e prefettura, ma anche consentendo l’inserimento di commissari supplenti, come ufficiali superiori dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza e docenti universitari che abbiano nozioni di diritto dell’immigrazione e scienze sociali. Inoltre, nelle province dove c’è una forte concentrazione di migranti, consentire che possa essere istituita anche più di una commissione per consentire tempi brevi e certi dell’accertamento dello status dei migranti. Serve, quindi, modificare al più presto la normativa vigente, solo così si potrà contribuire non solo a ridurre le tempistiche, ma anche i costi per i cittadini, sui quali pesano i 35 euro al giorno che lo Stato paga per sostenere quotidianamente ciascun migrante sul nostro territorio nazionale. Ci sarebbe poi un aspetto positivo anche dal punto di vista sociale, perché si eviterebbe di gravare le comunità della gestione di persone che vivono a spese dello Stato e non possono lavorare in attesa della definizione della loro pratica, anche per oltre due anni. Solo definendo in tempi brevi la posizione di ognuno, si potrebbe consentire a chi ne ha diritto, di potersi spostare in un altro paese europeo con tutti i diritti che derivano dallo status di rifugiato”.

 

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