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Cronaca

UNA STORIA D’AMORE IMPERFETTA E I PRECEDENTI DELLA 47ENNE DI PREMOLO

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– PREMOLO – 12 anni di storia d’amore e il 31 luglio scorso il matrimonio: questo è ciò che hanno raccontato i protagonisti della vicenda dell’avvelenamento a Premolo. Marito e moglie, una volta interrogati, hanno descritto una vita normale; una normalità che però negli ultimi mesi nascondeva una macchia nera: una relazione extraconiugale che sarebbe la causa del folle gesto.

Protagonisti Laura Mappelli, 47enne residente a Premolo ausiliaria socio assistenziale presso una Rsa di Albino e il marito Bortolo Rossi conosciuto come “Lino”, 42enne di Villa d’Ogna autista di autobus di linea. La donna si trova in carcere in via Gleno per i gravi indizi di colpevolezza che ricadono su di lei, come confermato dal gip Raffaella Mascarino, riguardo al tentato avvelenamento dell’uomo, giunto in coma ipoglicemico all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – e poi rianimato – , il 4 dicembre scorso.

Quella mattina la Mappelli avrebbe dato al marito, rientrato dal turno di al lavoro alle 9, del sonnifero in compresse sciolto nel caffè per poi somministrare l’insulina con un’iniezione. Il tutto all’ultimo piano dell’abitazione di famiglia di lei in via Fasola, dove vivono anche i genitori e i cognati.

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Ad indagini aperte, una volta dimesso l’uomo, i due sono stati sentiti dal capo della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Bergamo Giorgio Grasso insieme al pm incaricato Laura Cocucci. Sia l’uomo che la donna hanno descritto una relazione idilliaca in cui non c’erano problemi. L’uomo però non era a conoscenza del fatto che, una volta rientrati dal viaggio di nozze, la donna aveva intrapreso una relazione con un altro autista di autobus, un 50enne di Albino. La Mappelli aveva conosciuto l’uomo in Rsa, ricoverato in seguito ad un incidente.

Una relazione continuativa, tant’è che il 50enne avrebbe accompagnato la Mappelli in ospedale il giorno del ricovero del marito. Grazie agli appostamenti della Polizia è stato possibile ricostruire i movimenti della donna, che durante le notti del ricovero del marito ha dormito dall’amante e che, inoltre, ha precedenti penali. Nel 2002 è stata accusata per l’incendio doloso di una cascina sul Monte Belloro ai danni di un altro amante che l’aveva lasciata, con cui aveva avuto una relazione durante il suo precedente matrimonio da cui, nel 1993, è nato un figlio.

In Questura, una volta messa di fronte alla verità, la donna ha ammesso la relazione extraconiugale ma non ha confessato il tentato omicidio: “Non ho fatto nulla – ha dichiarato – e se l’ho fatto non me lo ricordo”. Ora toccherà alla giustizia fare il suo corso, la donna dovrà rispondere di tentato omicidio. 

 

Nella foto: l’abitazione della coppia a Premolo

 

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