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Cronaca

I giovani e la lettura: perché non si legge più

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Una studentessa dell’Isiss di Gazzaniga ci spiega come mai i giovani d’oggi non leggono più. L’articolo è stato realizzato in occasione della lezione di giornalismo tenuta da Valseriana News.

Oggi non si legge più. I giovani vedono la lettura come qualcosa di inutile, di “vecchio”, di noioso preferendo il cellulare ed i social network.

Oggi sono pochi gli adolescenti che amano i libri e la lettura, un motivo di questa riduzione è il fatto che la tecnologia ha, poco a poco, preso il sopravvento sulla vita delle persone.

Un altro motivo è il fatto che cresciamo in una società che non permette di sognare ma solo di pensare qual è la strada più facile per poter fare carriera.

C’è da dire che anche il fatto che a scuola molti professori obbligano gli studenti a leggere dei libri scelti da loro non favorisce la passione per la lettura, visto che i ragazzi si sentono costretti a leggere e a volte non svolgono neanche il compito assegnato preferendo magari vedere il film relativo al libro.

Chi legge inoltre spesso viene considerato uno “sfigato”, un “secchione”, un “topo di biblioteca” in quanto, come già detto all’inizio, leggere è considerato démodé e perciò internet viene preferito, poiché permette di sapere tutto al momento del bisogno, ma toglie il piacere della scoperta scaturita dalla ricerca.

Leggere provoca moltissime emozioni, coinvolge il lettore, lo fa sentire parte della storia, cose che la tecnologia non riesce completamente a far vivere. La lettura permette del libro dipende dal lettore, può servire per crescere o per sognare o per rifugiarsi in un altro mondo ed evadere per un po’ dalla realtà.

La situazione attuale si può modificare cercando di stimolare le nuove generazioni ad amare la lettura, non obbligandoli, ma coinvolgendoli in attività inerenti ai libri o supportarli nella scelta spontanea di un libro, oppure portandoli in biblioteca.

Solo in questo modo si può sperare che le persone ricomincino a leggere e leggendo a sognare in grande, poiché, come dice Foucault: “ Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere”.

Katia Aurora Testa

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