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TechCafè – La fregatura arriva via chat

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Stanno tornando a circolare alcune catene truffaldine che promettono buoni sconto di noti supermercati ma che nella migliore delle ipotesi mettono a rischi la nostra privacy.

In questa rubrica ho parlato spesso di WhatsApp o di altri servizi di messaggistica istantanea e del loro uso a volte troppo disinvolto. In quesì giorni stanno tornando a circolare delle vere e proprie truffe ai nostri danni, inoltrate spesso con leggerezza e superficialità dai nostri contatti.

Il messaggio che circola in questo periodo è molto breve e recita “Appena preso non ci credo! Ne rimangono ancora pochissimi :” seguito da quello che a prima vista e a uno sguardo rapido somiglia a un link alla pagina di una nota catena di supermercati (presente anche a Clusone), ma che sfrutta da un lato la somiglianza “grafica” col vero sito, e dall’altro la nostra scarsa conoscenza di come funziona internet.

Infatti il link è confezionato in questo modo: https://supermercato.it-sconto.top (volutamente alterato per evitare di regalare click a questi “benefattori”…).

Guardatelo bene: SEMBRA il link al sito supermercato.it, ma in realtà rimanda a un sito del dominio .top che è uno dei “nuovi” top level domain (domini di primo livello) istituiti dall’ICANN (l’ente che sovrintende all’assegnazione dei nomi dei siti).
Accanto alle classiche sigle delle nazioni (.it, .ch, .uk…) e ai più generici e noti .com, .gov, .edu e .org ce ne sono molti, nuovi o meno conosciuti (.info, .tv, .doctor, .win), che possono ingannare e dare la falsa sensazione di trovarsi di fronte a un sito autorevole o valido.

Cliccando sul link si arriva a un sito che somiglia davvero a quello della catena di supermercati, con tanto di loghi e immagini dei punti vendita ma che non ha nulla a che fare con le loro promozioni (tanto che sul sito ufficiale c’è una secca smentita), anzi viene creato ad arte per somigliare a quello vero utilizzando un nome apparentemente reale.
Un ulteriore segnale che si tratta di qualcosa di poco chiaro è che ciccandolo, il link si “trasforma” e ci rimanda a un sito diverso: supemercato.chebuoni.win (ormai abbiamo capito il trucco, .win è un altro top level domain) con tanto di testimonianze fasulle: “E’ tutto vero, guardate la tessera che ho ricevuto”…

Una cosa simile era accaduta lo scorso autunno con un’altra catena di supermercati anch’essa presente nelle nostre valli, dove la tecnica era simile ma un po’ più sofisticata: la D del nome del supermercato presente nel link in realtà era una lettera dell’alfabeto cirillico (la Đ, che ha un trattino quasi invisibile quando scritta in minuscolo) e quindi il link rimandava a un sito completamente diverso.

Quale è il problema?

Che male fanno queste “finte promozioni”? Alla peggio non ricevo nessun buono sconto…
Oltre a farci fare la figura dei “boccaloni”, che può capitare a tutti, ci sono però diverse segnalazioni che indicano che accedere a questi siti (in particolare dallo smartphone) ci abbona involontariamente a servizi a pagamento sul cellulare, che prosciugano rapidamente il credito e dai quali è molto difficile “disabbonarsi”.

In altri casi questi siti raccolgono informazioni personali (chiedono un email, o nel caso peggiore chiedono mail e password del sito che “emulano”) che possono essere usate a nostro danno: spesso email e password che utilizziamo sono le stesse per tutti i siti a cui siamo registrati (alzi la mano chi ha password diverse e complesse per ogni sito… tranne me che sono un po’ paranoico) e quindi fornirle volontariamente a un sito truffaldino non è una buona idea.

In questo caso specifico, prima di poter ricevere il buono viene chiesto anche di condividere il messaggio ai contatti WhatsApp: in questo modo diventiamo involontari garanti di questa iniziativa (se me lo scrive il mio amico è senz’altro vero!), senza mai ricevere buoni premio ma continuando a diffondere la catena, che quando va bene ci fa perdere 5 minuti del nostro tempo e quando va male alcune decine di euro di credito.

Questi 5 minuti perdiamoli prima: guardiamo con attenzione cosa inoltriamo, verifichiamo su un motore di ricerca o sul sito ufficiale se il concorso esiste davvero o se siamo caduti in una “burla” e ricordiamo i proverbi delle nonne: “se è troppo bello per essere vero, allora probabilmente non è vero!”.

Rubrica a cura di Igor Brusetti, per saperne di più clicca qui.

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