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Cronaca

Ordine dei medici “Quale modello Bergamo?” Basta proclami, servono azioni concrete” – video

Il protocollo d’intesa per rendere efficaci le Case di Comunità non è stato sottoscritto dall’Ordine dei Medici di Bergamo

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Il protocollo d’intesa che dà indicazioni per rendere efficaci le Case di Comunità siglato nei giorni scorsi da ATS Bergamo con 51 realtà bergamasche tra ospedali, ordini professionali e associazioni di volontariato non è stato sottoscritto dall’Ordine dei Medici di Bergamo. A raccontare il perché è lo stesso Presidente dell’Ordine Guido Marinoni che spiega come servano meno proclami e più azioni concrete che risolvano i reali problemi legati soprattutto alla mancanza di personale. “Integrare il volontariato non sarà sufficiente e non sarà la soluzione – spiega Marinoni -. Mancano medici, mancano infermieri: bisogna lavorare su questo”. Marinoni sottolinea inoltre come il numero dato dall’assessore al Welfare Letizia Moratti, ovvero 1500 medici in più entro il 2025, sia inverosimile visto che i corsi di formazione non sono più attrattivi e i posti disponibili non vengono tutti occupati.

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Cos’è il protocollo d’intesa firmato

La lettera d’intenti sottoscritta lo scorso 8 aprile a Bergamo da diversi enti prevede il coinvolgimento degli Enti del Terzo settore e delle associazioni di volontariato per l’interazione delle attività previste nelle Case di Comunità che diventeranno (come previsto dal PNRR) lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici.

In particolare ATS Bergamo, ASST Papa Giovanni XXIII, ASST Bergamo Est, ASST Bergamo Ovest, Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, Assemblea dei Sindaci del Distretto Bergamo, Assemblea dei Sindaci del Distretto Bergamo Est e Assemblea dei Sindaci del Distretto Bergamo Ovest, gli Ordini delle Professioni Sanitarie, in qualità di enti sussidiari dello Stato garanti della qualità professionale e dell’integrazione tra le professioni fondata sulle specifiche competenze e ruoli, con la firma si sono impegnati a garantire, in un’ottica di sussidiarietà orizzontale, il riconoscimento e la promozione del ruolo degli Enti del Terzo Settore e delle Associazioni di Volontariato, nella loro essenziale funzione complementare del prendersi cura delle persone e di comunità. Gli Enti del Terzo Settore e le Associazioni di Volontariato a loro volta si sono impegnati a concorrere, all’interno delle Case di Comunità, al soddisfacimento dei bisogni emergenti nel territorio secondo le proprie competenze e missioni.

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