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Cronaca

Covid, inchiesta in chiusura. Sotto la lente almeno 20 persone

Fonti vicine alla Procura confermano che entro gennaio l’opinione pubblica verrà a conoscenza delle risultanze dell’inchiesta che deve fare luce sull’eccesso di mortalità nella provincia di Bergamo

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Sono almeno 20 le persone sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Bergamo dove è in chiusura la maxi indagine sulla gestione della prima fase della pandemia da Covid19. Lo si apprende dal Corriere della Sera (edizione locale) e da fonti vicine alla Procura che confermano che entro gennaio l’opinione pubblica verrà a conoscenza delle risultanze dell’inchiesta che deve fare luce sull’eccesso di mortalità nella provincia di Bergamo di 6200 persone rispetto alla media dello stesso periodo (fine febbraio – aprile 2020) degli anni precedenti.

Le persone coinvolte sono tecnici e politici che, dal livello locale a quello regionale e nazionale, hanno gestito le decisioni nella prima fase della pandemia. Il fascicolo, aperto nell’aprile 2020, è in mano al procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, che anche in questi giorni si è riunito più volte con i quattro pm del pool che l’hanno affiancata in questo lavoro mastodontico.

La domanda principale per individuare degli indagati è se ci siano dei responsabili del reato di epidemia colposa. Il codice lo configura per «chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni», cioè per chi ha fatto qualcosa. Non omissioni ma azione colpose. Dalla Procura non trapela alcuna indiscrezione ma le due tematiche principali, quella della mancata zona rossa in bassa Valle Seriana e quella del piano pandemico nazionale, fanno presupporre che non ci saranno solo archiviazioni.

In attesa di queste decisioni, i familiari delle vittime del Covid19 dell’associazione #Sereniesempreuniti accolgono con favore l’ipotesi sempre più realistica della possibilità di rinvii a giudizio. Con loro i legali che hanno radicato la causa civile presso il Tribunale di Roma: “Confidiamo nell’importante e decisivo lavoro della Procura di Bergamo – commenta Consuelo Locati, legale dei familiari – che restituirà verità e giustizia ai familiari che da quasi 3 anni attendono queste risposte, con una fiducia incrollabile nell’istituzione Giustizia e nella compostezza e nella dignità che li connotano da sempre. Morti che potevano essere evitate, se solo la politica e i tecnici fossero stati pronti e avessero ottemperato alle norme ed agli obblighi che in questi anni abbiamo portato a conoscenza dell’opinione pubblica”.

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