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Cronaca

La Treves di Cazzano a rischio chiusura

La Treves di Cazzano S. Andrea a rischio chiusura. Sindacati: “Previsti due giorni di sciopero. L’azienda occupa 40 lavoratori”

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CAZZANO S. ANDREA – Trèves Italia, azienda legata al Gruppo Trèves, ha comunicato ieri, lunedì 22 aprile, alle Organizzazioni Sindacali e alle Rsu la volontà di chiudere lo stabilimento produttivo di Cazzano Sant’Andrea che occupa attualmente 40 lavoratori, mentre intende mantenere aperto lo stabilimento di Aprilia, sempre appartenente al gruppo.

La multinazionale Trèves ha rilevato la ROI AUTOMOTIVE TECHNOLOGY S.R.L. nel 2021 ed è attiva nella produzione di tappetini e cappelliere per auto ed ha, come cliente principale, Stellantis. Dalle dichiarazioni dell’azienda la prospettiva di chiusura è supportata dall’attuale calo dei volumi produttivi di Mirafiori e dallo spostamento dell’asse dei progetti acquisiti da Treves Italia sugli stabilimenti Stellantis di Melfi, Cassino e Pomigliano che scontano una lontananza geografica con il polo produttivo bergamasco.

La prospettiva di Treves

La prospettiva risulta quindi essere quella di una chiusura dei contratti in somministrazione entro la fine del mese e una chiusura dello stabilimento di Cazzano alla fine di luglio 2024 a cui far seguire, sino alla fine dell’anno, una cassa integrazione straordinaria per chiusura attività accompagnata da incentivi all’esodo e politiche attive per la ricollocazione.

La parola dei sindacati

Milena Occioni di FEMCA CISL e Giuseppe Errico di FILCTEM CGIL hanno espresso grave preoccupazione perla situazione occupazionale dei dipendenti di Treves Italia Cazzano : “Siamo ben consapevoli delle ricadute del calo di volumi di Mirafiori ma, al tempo stesso, riteniamo che l’incertezza attuale dell’andamento dell’automotive e del suo indotto porti necessariamente a dover fare delle valutazioni ben più caute. Ad oggi, ci risulta, che Mirafiori stia utilizzando un contratto di solidarietà. Avremmo ritenuto più congruo utilizzare lo stesso strumento anche per Treves Italia, tanto più che la produzione relativa alla Panda sta continuando a buon regime, con volumi aumentati al limite della capacità produttiva bergamasca”.

I sindacalisti continuano poi ad evidenziare ulteriori criticità: È stata una doccia fredda per i 40 lavoratori coinvolti, tanto più che poco più di un mese fa il responsabile dell’impianto di Cazzano parlava di un forte incremento degli straordinari e di una prima valutazione del ciclo continuo. In quell’occasione si è chiesto ai lavoratori un impegno per rispettare le scadenze con i clienti e rispondere ad un nuova politica di magazzino. Ed oggi la situazione viene mostrata come completamente invertita.”

Quella che ci hanno prospettato oggi – concludono Occioni e Errico – è una decisione che viene da lontano, senza rispettare quelle logica di responsabilità sociale che dovrebbero legare l’imprenditore al territorio. E in questo caso ancor tanto più grave perché impatta con molti lavoratori con decennali anzianità di servizio che, dopo aver collaborato per l’azienda per anni, si trovano a pochi anni dalla pensione, senza però poterla raggiungere con due anni di NASPI, a guardare a un futuro molto incerto. Ci auguriamo che il Gruppo Treves possa rivalutare la sua posizione e, dopo un analisi più strutturata dei dati, decida di utilizzare ammortizzatori sociali che consentano la ripresa delle attività produttive”.

Intanto, l’assemblea dei lavoratori, riunita in sessione straordinaria nella serata di ieri, ha votato all’unanimità l’apertura dello stato di agitazione con la proclamazione di un primo pacchetto di scioperi che inizieranno con l’intera giornata di mercoledì 24 e venerdì 26 aprile.  Tutti i lavoratori saranno presenti anche alla manifestazione del 1 maggio a Bergamo.

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