Cronaca
RSD di Piario: il cantiere non parte, ancora dibattito in Regione. Lavori previsti nella primavera 2026
I lavori di ristrutturazione alla Residenza Sociosanitaria per Disabili Papa Giovanni XXIII di Piario dovrebbero partire la prossima primavera
La vicenda legata ai lavori di adeguamento antisismico, ristrutturazione e riqualificazione degli spazi interni della Residenza Sociosanitaria per Disabili Papa Giovanni XXIII di Piario torna al centro del dibattito politico regionale. È infatti approdata martedì 2 dicembre in aula la question time presentata dal consigliere regionale Michele Schiavi (Fratelli d’Italia), dopo un’analoga interrogazione dei consiglieri del PD Jacopo Scandella e Davide Casati a cui Bertolaso ha risposto lunedì.
Cosa è successo
I lavori di ristrutturazione della struttura erano stati programmati già mesi fa. L’appalto — affidato alla ditta Geo.Mar S.r.l. — avrebbe dovuto partire dopo la consegna del cantiere. Nel frattempo, gli ospiti della RSD e i lavoratori sono stati trasferiti a Bergamo, a circa 35 km di distanza. Nonostante l’impegno formale e la consegna del cantiere, finora non è stato effettuato alcun intervento. Secondo quanto denunciato da famiglie, lavoratori e amministratori locali, la struttura resta “spoglia” e inutilizzata, mentre i disagi si prolungano da mesi.
L’interrogazione odierna
Nell’interrogazione presentata da Michele Schiavi, oltre a chiedere spiegazioni sul perché la ditta appaltatrice “non si sia ancora presentata in cantiere dopo cinque mesi di ritardo”, si denuncia il protrarsi di una situazione che «sta creando disagi reali e quotidiani a famiglie, ospiti e lavoratori». Schiavi ha ribadito l’esigenza di «una risposta chiara, non ulteriori attese».
“Ho chiesto alla Giunta di spiegare perché, dopo cinque mesi di ritardo, l’azienda aggiudicataria non si sia ancora presentata in cantiere”, afferma Schiavi. “È una situazione che sta creando disagi reali e quotidiani a famiglie, ospiti e lavoratori. Serve una risposta chiara, non ulteriori attese. I lavori erano stati avviati a gennaio, ma una sospensione dovuta alle condizioni climatiche ha imposto il trasferimento degli ospiti, a partire dal 17 giugno 2025, presso un padiglione della Fondazione Carisma di Bergamo. Una soluzione temporanea che sarebbe dovuta durare il tempo necessario a far ripartire il cantiere. Così non è stato”.
Le risposte di ATS Bergamo
Secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, l’ente appaltante — ATS Bergamo — dispone di tutti gli strumenti normativi per dare il via ai lavori. Lo stesso ATS, dopo solleciti, avrebbe inviato alla Direzione Generale Welfare un cronoprogramma aggiornato con due scenari:
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Opzione 1: prosecuzione con l’attuale impresa — progetto esecutivo rivisto consegnato entro il 31 dicembre 2025, lavori da avviare entro il 1° marzo 2026 e conclusione prevista per il 15 settembre 2026; durata stimata: 180 giorni lavorativi.
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Opzione 2 (in caso di inadempienza): nuova gara — procedura negoziata dal 20 febbraio 2026, nuova impresa entro il 30 aprile, fine lavori prevista entro il 30 ottobre 2026.
Le critiche dell’opposizione
I consiglieri Scandella e Casati, che già a fine ottobre avevano denunciato l’assenza di una data certa per l’inizio dei lavori, hanno definito il ritardo «inammissibile» per una struttura fondamentale per le famiglie della zona. Hanno inoltre contestato che, sebbene sia stata indicata la durata massima dell’intervento (180 giorni), non è stato comunicato quando partiranno effettivamente i lavori.
Dopo la nuova risposta di Bertolaso hanno commentato: “Prendiamo atto delle indicazioni di Bertolaso che finalmente ha chiarito i possibili scenari e ci impegniamo ad effettuare un attento monitoraggio delle tempistiche: i ritardi accumulati sono inaccettabili e insostenibili sia per i lavoratori che per gli utenti della struttura, costretti a recarsi a Bergamo per raggiungere il posto di lavoro o usufruire dei servizi”.
“Per quanto riguarda Ats – concludono i consiglieri dem – l’auspicio è che agisca al più presto secondo le diverse opzioni e i vari strumenti a sua disposizione per sbloccare la situazione e tutelare sia gli utenti della struttura e le loro famiglie che i lavoratori”.
Perché la vicenda è importante
La situazione della RSD di Piario non riguarda semplicemente un cantiere fermo: dietro c’è la vita di 32 persone con disabilità grave e di circa 50 lavoratori costretti a spostamenti pesanti. Il tema non è solo tecnico, ma profondamente sociale: ritardi e incertezze impattano sulla qualità di vita degli ospiti, sul benessere delle famiglie e sulle condizioni di lavoro del personale.
“Io e l’Assessore Guido Bertolaso ci siamo presi l’impegno di tenere monitorato questo cronoprogramma che – finalmente – ATS ha comunicato all’Assessore. Sono tranquillizzato dal fatto che, almeno all’Assessore delegato, ATS Bergamo abbia deciso di rispondere” conclude il consigliere regionale bergamasco Michele Schiavi (FDI).
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