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Cronaca

La vita e la libertà nelle parole di Mauro Corona a Gandino – video

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Tutto esaurito per lo scultore ligneo, alpinista e scrittore Mauro Corona ospite a Gandino nella serata del 26 gennaio. Tra le sue parole un’analisi sulla famiglia, sull’epoca contemporanea e sulla tanto amata montagna.

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Ha registrato il tutto esaurito la serata organizzata a Gandino nel contesto del Festival Presente Prossimo che ha visto come protagonista sul palco del Teatro Loverini, nella serata di giovedì 26 gennaio, l’alpinista, scultore ligneo e scrittore Mauro Corona.

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Più di 500 le persone giunte da ogni parte della provincia per ascoltare Corona che ha esordito citando i recenti casi di cronaca: “In tv mi chiamano per parlare di valanghe ma io non ne so niente. Quello che so è che io sono stato dentro una valanga, dentro 200 metri, insieme ad un camoscio. Ma sono sopravvissuto”.

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Altissima l’affluenza per Corona

Diverse anche le persone che non sono riuscite ad entrare in sala, rammaricandosi del mancato appuntamento tanto atteso con Corona che, incalzato da Raul Montanari, ha parlato della famiglia, dell’epoca contemporanea e dell’amata montagna.

Autore di 28 libri, durante la serata ha presentato il suo ultimo lavoro “La via del sole” che ha descritto come una parabola sul tempo che sprechiamo.

“Siamo schiavi dell’epoca contemporanea – ha tuonato dal palco Corona, sorseggiando il suo immancabile bicchiere di vino -. I giovani credono che i veri valori siano i beni materiali e quindi continuano a consumare oggetti, sprecando la vita senza godere dei veri momenti di gioia. L’uomo continua a fare cose, pensando a sistemarsi ma la vita è una sola”.

Spesso nelle parole di Corona, nato nel 1950 in provincia di Trento e residente a Erto in provincia di Pordenone, torna il rapporto tormentano con la sua famiglia d’origine: “Da piccoli siamo stati abbandonati,  ho visto botte e crudeltà, sia mio padre che mia madre bevevano e io ho imparato così. Ma sono stato 5 anni senza toccare una goccia di vino. Ora, a 66 anni, qualche bicchiere non me lo nego, non morirò mica senza bere?”.

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Scherza Corona, ma nelle sue parole c’è tanta verità, che fa male: “I vostri figli imparano da voi. Io non voglio più incontrare i bambini, voglio incontrare i genitori perché sono loro che devono capire che le tracce che lasceranno nella neve saranno le impronte seguite dai loro figli. Se si insulta la moglie, i figli crederanno che le donne sono da insultare. Però io ho visto come si stava rovinando mio padre e ho cercato di essere migliore. Così cerco di fare con i miei figli, li porto in montagna per fagli superare i loro limiti. Perché la montagna è questo, soprattutto l’arrampicata. Io continui ad arrampicarmi perché è un’azione definitiva: o sali o cadi, non c’è via d’uscita. O vinci o muori. La montagna ti premia in autostima ma bisogna stare attenti e conoscerla a fondo prima di sfidarla”.

E’ un fiume in piena Corona che non ha risparmiato nessuno, dalle difficoltà burocratiche che paralizzano l’Italia, alle pretese degli affetti che paralizzano la libertà dell’individuo.

Alla fine circa 2 ore di autografi tra selfie e battute con i lettori, hanno chiuso quest’intesa serata.

Guarda l’intervista a Mauro Corona.

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