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Cronaca

Poste Italiane, ancora scioperi contro la privatizzazione e i tagli

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Poste Italiane: partito lo sciopero degli straordinari fino al 12 aprile. CISL ancora sulle barricate: “Recapito sofferente, uffici a rischio chiusura”.

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I sindacati delle Poste salgono nuovamente sulle barricate, anche a Bergamo. Da lunedì è partito lo sciopero degli straordinari che si protrarrà fino al 12 di aprile. Negli ultimi mesi il servizio di recapito sul territorio è molto peggiorato.

Non si contano più le segnalazioni di disservizi e le proteste dei cittadini, sia nel capoluogo sia nei Comuni della provincia. Nei centri di smistamento, del resto, si sono accumulati quantitativi importanti di giacenze; i portalettere sono ridotti di numero; le zone da coprire sono sempre più ampie, anche per un servizio che funziona, già dalla scorsa estate, a giorni alterni.

“Il recapito è sempre più sofferente – dice Rossana Pepe, segretario generale di SLP CISL. Le nuove zone avviate (una a Bergamo, l’altra a Clusone) e le due “linee mercato” (Ponte san Pietro e Treviglio) sono una piccola goccia nel mare dei problemi. Ci sono realtà dove i portalettere escono giornalmente con 150 raccomandate, senza contare i pacchi, le notifiche di Equitalia e la posta massiva. Va da sé che non si riesce a consegnare tutto nonostante la buona volontà e le ore in più che giornalmente i lavoratori dedicano”.

Prosegue così la battaglia dei dipendenti di Poste Italiane contro la privatizzazione, i tagli previsti al personale e per il miglioramento dei servizi.

La lista dei reclami dei lavoratori è molto nutrito. I sindacati criticano la nuova organizzazione del recapito a giorni alterni che penalizza cittadini e imprese, lamentano l’ormai cronica carenza di personale e i turni di lavoro sempre più pesanti, contestano la politica di dismissione di sedi e sportelli, denunciano le continue pressioni commerciali sui lavoratori, “che fa sembrare l’azienda più simile a una banca che a un servizio di carattere sociale”.

“Si cerca di sopperire alle mancanze aziendali con pressioni sui lavoratori e non si tiene conto che esistono centri che si mantengono quasi totalmente con lavoratori a tempo determinato – continua Pepe. Le ore di straordinario erogate il sabato non possono certo risolvere la situazione ormai al collasso e solo una immissione di nuove zone a macchia di leopardo su tutta la provincia potrebbe tamponare la situazione. Anche la sportelleria soffre di una situazione gravissima, vista la mancanza di personale: a volte si rischia di non aprire gli uffici postali, e anche qui si gestisce il tutto con la buona volontà degli operatori che vengono distaccati sempre in uffici più lontani lasciando i propri uffici in criticità con lunghe file di attesa”.

Negli uffici e nelle zone di Bergamo e provincia, secondo il sindacato, il turn-over è una chimera e i lavoratori chiamati per l’esodo non vengono rimpiazzati.

Per questi e altri motivi, “riguardanti pressioni e spostamenti impropri”, SLP-CISL, insieme a CGIL, CONFSAL, UGL e FAILP, ha indetto lo sciopero dello straordinario, chiedendo agli utenti di “comprendere le ragioni che vogliono solo cercare di riuscire a fornire a tutti un servizio degno di Poste Italiane”.

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