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Cronaca

L’esordio degli “Ella Goda” con il brano “La Cura Schopenhauer” – video

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Tre musicisti della media Val Seriana insieme in un nuovo interessante progetto musicale: gli “Ella Goda” presentano “La Cura Schopenhauer”.

Da sinistra: Marco, Brian e Sebastiano – Foto Denis Maffeis

Brian, Sebastiano e Marco: nasce da tre musicisti della media Val Seriana il nuovo interessante progetto musicale “Ella Goda” che si presenta al pubblico con il singolo “La Cura Schopenhauer” accompagnato da un videoclip, trasmesso in esclusiva su Mtv a fine marzo, ed ora disponibile su tutti i digital store e su YouTube.

Gli Ella Goda – Foto Denis Maffeis

In occasione del lancio del primo brano, abbiamo intervistato la band per farci spiegare come nel 2017 si possa intraprendere un nuovo progetto musicale fuori dai canoni influenzato da cantautori italiani e anglosassoni, dal rock e della filosofia.

 

L’intervista

Chi sono gli Ella Goda?

“Siamo tre ragazzi della media Val Seriana – spiega Brian Zaninoni -: io abito a Casnigo, sono voce chitarra e pianoforte della band, mi occupo principalmente dei testi e della struttura melodica dei brani.”

“Io sono di Leffe – continua Sebastiano Pezzoli – e suono il basso elettrico e sintetizzatori. Il mio compito negli Ella Goda è cercare di stravolgere ogni volta quello che Brian compone, è un processo componitivo distruttivo da un certo punto di vista direi. Mi piace avere tante idee sui pezzi e provarle tutte. Mi piacerebbe avere dei giorni interi per provare qualsiasi cosa su un pezzo”.

“Io sono il batterista – aggiunge Marco -: il mio ruolo è ovviamente quello di guidare le dinamiche delle canzoni e ovviamente tenere il tempo”.

Dopo varie esperienze musicali avete intrapreso questo nuovo progetto, con quali obiettivi?

Brian: “Scrivere e suonare è qualcosa di molto naturale e non mi pongo obiettivi nel farlo, invece a livello di band ci siamo imposti di fare solo quello che ci piace e che vorremmo anche noi ascoltare; avendo influenze diverse quando riusciamo a trovare un punto in comune che soddisfa tutti pensiamo di aver fatto un buon lavoro”.

Sebastiano: “L’obiettivo è cercare di scrivere belle canzoni, che rimangano così anche tra dieci o venti anni, non importa che strade prendano.“

Marco: “Obbiettivi non me ne sono mai posti, se non quello di suonare musica di buon livello con persone e musicisti che stimo”.

Quali sono i generi o i musicisti che più vi hanno influenzato?

Brian: “In merito ai testi credo di essere influenzato in gran parte del cantautorato italiano e anglosassone, soprattutto da quegli artisti che sono riusciti a condirlo con un po’ di rock e ad uscire da alcuni schemi politici e intellettuali, magari con un po’ di ironia; penso a Ivan Graziani in Italia, Morrissey, Lou Reed, Nick Cave e David Bowie all’estero”.

Sebastiano: “Ho suonato troppi strumenti e troppi generi per avere qualcuno che più di tutti mi ha influenzato, vado a periodi. In questo periodo sono sotto con Bruno Mars che non centra assolutamente niente con noi! Di sicuro ho ascoltato parecchio negli ultimi anni il brit e gruppi come the Killers e Editors, me li hanno fatti conoscere e apprezzare, è un sound che a livello di band mi piace parecchio.”

Marco: “il mio musicista preferito è senza dubbio Battiato, amo molto pure la poesia di Paolo Conte e pure Lucio Battisti per il suo modo di scrivere, tra le band ho un debole per Le Orme. Tra i batteristi che mi hanno influenzato di più ci sono Steve Copeland, Travis Barker e Christian Meyer”.

Il 24 marzo è uscito il vostro brano d’esordio con tanto di videoclip, di cosa parla “La cura Schopenhauer?” 

Brian: “Il titolo è un romanzo dello psichiatra Irvin Yalom. Sono rimasto affascinato dall’antagonista Philip Slate che è riuscito a curare i suoi disturbi comportamentali (sex addiction) laddove la psicoterapia e la psichiatria avevano fallito, semplicemente seguendo il pensiero di Schopenhauer e la sua avversità verso i ‘bipedi’. Quindi mi sono chiesto se delle parole potessero veramente cambiare una persona nel profondo, rapportando la questione ad una relazione di coppia del giorno d’oggi.”

Nel testo i riferimenti alla musica e alla filosofia (già a partire dal titolo) non mancano e sono di alto livello, è questo un modo per differenziarsi dalla tradizionale musica pop italiana?

Brian: “Non è una cosa fatta intenzionalmente, semplicemente ascolto poco dell’attuale pop italiano, quindi nello scrivere vengo influenzato più da altre cose e inevitabilmente il risultato finale è diverso”.

Com’è nata la collaborazione con See Mars che vi ha realizzato il videoclip?

Brian: “Conosco Ramona Mismetti di See Mars da diversi anni, siamo della stessa zona e da ragazzini frequentavamo gli stessi locali, poi ci siamo persi di vista, ma grazie ai social ho iniziato a seguire i suoi lavori, quando è arrivato il momento di realizzare un videoclip non ho avuto dubbi su chi proporre, lei e i suoi colleghi dello studio hanno accettato e tutto è andato per il meglio”.

Quando uscirà l’album?

Brian: “Il disco d’esordio uscirà il 10 Aprile per Bulbart, un’etichetta nata a Napoli, ma da qualche anno in pianta stabile a Milano che ha subito creduto in noi e che ringraziamo”.

Quali sono le date che vi vedranno esibirvi live?

Brian: “La presentazione del disco avverrà domenica 23 aprile all’Edonè a Bergamo, il 13 maggio saremo al Serraglio di Milano, per un release party organizzato da Bulbart in cui ci saranno diverse band dell’etichetta, mentre venerdì 19 maggio saremo al Polaresco di Bergamo che sarà l’ultima data al chiuso. Poi contiamo di iniziare con qualche festival estivo”.

Secondo voi esiste una scena musicale in Val Seriana o più ampiamente in provincia di Bergamo?

Brian “Forse non una scena vera e propria che collabora, ma sicuramente molte band brave ci sono. Anche se purtroppo molti amici della Val Seriana hanno smesso di suonare e non mi sembra di vedere un ricambio generazionale. Ultimamente soprattutto il rock sta vivendo un periodo di ombra, la musica suonata con apparecchiature elettroniche va per la maggiore, anche alla radio difficilmente si sentono brani in classifica suonati, per esempio, con la batteria acustica, come invece avveniva negli anni 90 ed un po’ tutta la scena ne risente.”

Sebastiano: “Sono d’accordo con Brian, nel particolare della Val Seriana, vedevo più fermento negli anni dietro, nascevano gruppi che facevano pezzi loro praticamente in ogni paese, almeno tre o quattro; ora questa cosa vedo che un po’ si è persa per strada, oggi i ragazzi più giovani vogliono fare gli youtuber e quella vita con gli amici nella sala prove sembra roba da matusa. Per fortuna c’è comunque tanta gente ancora che suona e si trova per fare qualcosa di nuovo. Se penso alla scena di Bergamo in generale beh, spacca di sicuro. Ci sono band importanti anche a livello nazionale che tutti noi conosciamo, e altre magari non così in alto ma che si fanno conoscere ed apprezzare ben fuori i confini della nostra provincia. Si sono creati dei circuiti interessanti, che legano tante band e che aiutano a fare movimento e questo è di sicuro un bene; l’unico appunto che mi sento di fare dal basso è che a volte vedo un po’ di autoreferenzialità gratuita che non fa bene a nessuno e che lascia fuori quelli che, per un motivo o per un altro, fanno fatica ad emergere.”

 

Il videoclip

Il videoclip del brano “La Cura Schopenhauer” è stato realizzato da See Mars, tra cui fondatori c’è anche Ramona Mismetti, specializzata in animazione, originaria della Val Seriana, che in questa breve intervista ci spiega com’è stato realizzato il video.

Chi sono i See Mars?

“See Mars è un progetto nato a Milano nel 2012 che ha come fondatori, oltre a me – spiega Ramona Mismetti -, i videomaker Antonino Valvo e Stefano De Felici. Ci occupiamo soprattutto di opere in tecnica mista, ovvero un mix tra immagini riprese dal vero e animazione, con l’obiettivo di realizzare sempre opere originali, sia che si tratti di lavori autoriali, come il videoclip per Ella Goda, in cui ci è stata data massima libertà creativa, che per committenze come spot pubblicitari, promo, video corporate. La sede dello studio è presso Almòst Videolab, un co-working/laboratorio che si trova nella zona sud di Milano, dove co-abitiamo da sempre con i nostri amici e collaboratori specializzati di direzione della fotografia, animazione, montaggio e post-produzione.

Com’è stato realizzato il videoclip del brano di “La cura Schopenhauer”?

“Quando gli Ella Goda ci hanno proposto di fare il videoclip abbiamo accettato subito – racconta Ramona -, il pezzo ci piaceva un sacco e personalmente l’ho sentita molto vicina alla mia sensibilità e al mio background. Oltre alle parole di vecchi amici, mi ha riportato alla mente i viaggi in autobus dal paesino verso la città, con Nevermind nelle cuffiette, a guardare fuori dal finestrino le vite degli altri, in quell’età in cui sei convinto che la tua, di vita, sarà qualcosa di straordinario, e che quella mediocrità lì attorno non l’accetterai mai. Il video parla il rapporto di coppia, l’alienazione della vita di periferia e il consumo ossessivo di beni materiali. Per realizzarlo abbiamo svaligiato le enciclopedie anni ’70 di mia madre: ‘Enciclopedia della coppia moderna Lui+Lei’ ‘Il regno della donna’, ‘Il nostro bambino’ ecc. e le abbiamo fotografate meticolosamente. Le modelle che ti mostrano le posizioni per essere belle sono dei magnifici stop motion inconsapevoli, è bastato metterle in sequenza su una timeline per far esplodere tutta ‘l’isteria’ che contenevano. È stato un processo lungo ma molto bello e siamo davvero soddisfatti del risultato, speriamo ci sia di nuovo la possibilità di investire energie in un progetto così”.

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