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L'UNICA REGOLA DEL VIAGGIO

Bruges, la città dove gli anatroccoli si trasformano in cigni (zen)

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La prima notte l’abbiamo trascorsa a chiacchierare. Avevamo parecchi  arretrati con Cristina e Silvia e non abbiamo perso tempo. Racconti e scambi di idee, pure vivaci va detto, dalle 11 di sera alle 6 del mattino dopo. Caffè, qualche abbondante fetta di torta alle carote e via di vita, emozioni, amori, disamori, lavoro e scelte per accompagnare il rapido trascorrere delle ore. All’alba avevamo alcune certezze granitiche relative a questa nostra vacanza rendez-vous a parecchi anni dal nostro ultimo incontro… che avremmo dormito a lungo, mangiato senza sensi di colpa e visitato Bruges. Ah…le ragazze avevano concepito anche l’ idea insana di trasformarmi, da zero, in una fan della saga Outlander…

E così è stato.

Il mutevole tempo belga ci ha regalato giornate mutevoli appunto, ma con momenti di autentico cielo sereno e così Bruges l’ho scoperta nel sole e in tutto il suo splendore. Canali, palazzi, ponti e piazzette inattese dietro ai percorsi turistici più noti. Piccole case con i caratteristici tetti a gradini e le finestre aperte a catturare la luce che hanno rivelato interni curati, soffitti con antiche travi, orchidee voluttuose che spiavano sornione dai vetri.

Ma il luogo più stupefacente è stato per me il giardino che si affaccia su un canale di fronte al celebre Beguinage, costruzione che ospitava un tempo pie donne organizzate in una sorta di “comune”….un esperimento di social housing diremmo oggi.

Il  giardino si offre pienamente alla vista ma è, al tempo stesso, isolato. È  un prato coperto da uno strato di soffici piume che vanno dal bianco al color caffè e latte ed è abitato dalla più incredibile moltitudine di cigni, anatroccoli, post-anatroccoli e pre-cigni che io abbia mai visto… piacevolmente accomodati sull’erba, dolcemente a mollo nel canale, beatamente a zonzo nell’erba questi animali sono irresistibili per i passanti … dei quali  peraltro non si curano affatto. Immediatamente mi hanno ricordato la fiaba del Brutto Anatroccolo, Ciaikovskij, il censimento annuale dei Cigni del Tamigi che tutti (o quasi) appartengono alla Regina. Insomma mi hanno incantata e fatta tornare la bambina spensierata e molto sognatrice che sono stata.

Consiglio a tutti l’osservazione dei cigni che galleggiano come forma di meditazione … apparentemente immobili, osservano ogni cosa con distacco ed eleganza, accolgono con uguale grazia pioggia e sole, resistono stoicamente ai richiami e alle lusinghe di ogni tipo da parte dei turisti affamati di selfie. In una parola, sono dei veri e propri “maestri zen”.

E soprattutto, nella loro regale bellezza, insegnano a noi ragazze da zero a novant’anni che anatroccoli si nasce…. e cigni si diventa! Mais oui les filles…c’est toujours possible!

Maria Teresa Betti

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